Savarin

Ciao a tutti e benvenuti nel mondo di Klo!

In questo articolo vorrei raccontarvi del babà savarin e della storia della sua forma.

Savarin
Stampo per savarin

Ricordi d’infanzia

Per tutta la mia infanzia mia madre mi preparava il babà, essendo mio padre di origini campane, e per comodità, lo faceva a forma di ciambella.

Come in tutti i ricordi della nostra infanzia, c’è sempre un profumo o un dettaglio che ci resta in mente e ci fa ripensare con tenerezza a quei momenti.

Uno dei miei è lo stampo che mia mamma usava.

Tra l’altro è stato lo stesso per anni e aveva un difetto, non so se dovuto al forno, oppure alla teglia rovinata: bruciava leggermente una parte all’interno del buco della ciambella.

Quindi quando ripenso a questa ricetta ho bene in mente quella fotografia che io non riuscirò mai a replicare.

Vi ho raccontato questo aneddoto perché la mia è la cucina di casa, ed è legata alla famiglia, e per me deve sempre evocare un sentimento. Per me la cucina è passione, altrimenti è solo una combinazione di ingredienti.

Detto tutto questo, era un dolce squisito!

Negli anni ho provato a farlo anche io, come infatti potete vedere nel blog, ovviamente si discosta dalla classica ricetta del babà, quindi ho fatto delle ricerche scoprendo si tratta di una versione di Babà savarin.

La storia del Savarin

Questa ricetta è molto antica, si pensa nacque nel XIX secolo, e che da qui derivi la preparazione del classico babà napoletano, ma in questo caso con l’aggiunta di latte per renderlo più spugnoso.

Viene servito con creme e accompagnato con frutta fresca.

Nasce nelle cucine della dimora Alsaziana del Re di Polonia Stanislao Leszczyński, suocero del re di Francia, il quale, avendo problemi ai denti, volle creare una torta soffice che non gli avrebbe dato problemi nel masticarla.

Infatti in Polonia era molto popolare il babka che era asciutto e compatto, quindi difficile da masticare per lui.

In seguito questo dolce piacque tantissimo al re Luigi XV e da qui poi la sua versione definitiva nelle sue cucine e venne battezzato con il nome “Savarin” dal pasticcere che lo perfeziono: Anthelme Brillat-Savarin.

Quest’ultimo aggiunse infatti la bagna a base di liquore, che è un tratto distintivo della ricetta.

Da qui poi la storia porterà alla creazione del babà come lo conosciamo unendo il babka polacco al savarin, ma questa è un’altra storia.

Nacque poi anche uno stampo chiamato Savarin che ha come particolarità il buco al centro.

Inoltre Deve essere composto di un unico pezzo e può essere liscio, oppure decorato (il più classico) in modo che una volta rovesciato riporti dei disegni, come per gli stampi dei budini.

Nella versione tramandata da mia mamma non uso il latte, quindi rimane un po’ fedele al babà napoletano, ma con procedimenti diversi, soprattutto nella creazione dell’impasto.


Ora provateci voi!

Spero di avervi interessato e incuriosito su questa ricetta, quindi vi invito a provare la mia Ciambella al babà e sperimentare le preparazioni con lo stampo Savarin.

Ma questo stampo è perfetto anche per qualsiasi preparazione di torta a ciambella.

Se volete provate ad usare il savarin con la Ciambella bicolore, Ciambella alla spremuta d’arancia, Ciambellone alla zucca e Ciambella con amaretti.

A presto

-Klo-