Sarde a beccafico

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“Il nome del piatto deriva dai beccafichi volatili della famiglia dei Silvidi. In passato i nobili siciliani li consumavano, dopo averli cacciati, farciti delle loro stesse viscere e interiora. Il piatto era gustoso ma inavvicinabile al popolo in quanto bene di lusso. I popolani palermitani ripiegarono quindi sulle materie prime che potevano permettersi ovvero le sarde. Per imitare il ripieno d’interiora si pensò di utilizzare la mollica di pane, i pinoli e poco altro. “

[Wikipedia]


Ho iniziato a mangiare  le sarde a beccafico verso i 16-17 anni. Ero stata invitata a pranzo e per educazione non potevo rifiutare… che dire, ho rimpianto gli anni in cui per capriccio non li avevo voluti nemmeno assaggiare.

Il sapore di questo piatto è forte e deciso ma con il classico sapore agrodolce dato dallo zucchero e dal limone.

Ma andiamo a vedere come si fanno queste sarde ..

sarde a beccafico
sarde a beccafico

 

Ingredienti:

 

  • 22 Sarde (se potete fatevele pulire dal pescivendolo altrimenti dovrete pulirle voi stessi) o Alici
  • 1/2 cipolla
  • 1 cucchiaino da caffè di concentrato di pomodoro
  • 1 cucchiaio di uva sultanina
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • 1 limone spremuto (ne userete mezzo per il condimento e mezzo sopra gli involtini)
  • 1 cucchiaio di parmigiano
  • 2 cucchiaini di zucchero (uno nel condimento l’altro sopra gli involtini)
  • 400 g di pan grattato
  • una ventina di foglie di alloro

 

Procedimento:


1.  In una padella capiente fate soffriggere la cipolla

 

 

 

Sarde a beccafico
Soffritto cipolla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Aggiungete il concentrato di pomodoro (dopo un po’ di volte che le farete andrete anche ad occhio ) 

 

 3. Versate i pinoli e l’uvetta passa e  mescolate il tutto per amalgamare.

 

 

Sarde a beccafico
fase2
Sarde a beccafico
fase 3
Sarde a beccafico
fase 4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 3. Adesso è l’ora di aggiungere il pangrattato e mescolare sul fuoco qualche minuto.

 

 

Sarde a beccafico
fase 5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. Spegnete il fuoco ed aggiungete  il parmigiano, spremete il succo di mezzo limone  ed un cucchiaino di zucchero.

 

Sarde a beccafico
fase 6
Sarde a beccafico
fase 7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5. Disponete le sarde su un piatto, quindi riempitele con il pan grattato (tenete un pò di ripieno da parte perché vi servirà in seguito).

Sarde a beccafico
fase 8
Sarde a beccafico
fase 9

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6.  Arrotolatele su se stesse e disponetele in una pirofila mettendo una foglia di alloro tra un involtino di sarda ed un’altra. Versate sopra le sarde parte del ripieno che vi sarà rimasto

 

Sarde a beccafico
fase 10

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 7.  Spolverate un cucchiaino di zucchero e spremete l’altro mezzo limone sopra gli involtini quindi infornate a 180° per 20 minuti… buon appetito 🙂

 

Sarde a beccafico
Sarde a beccafico

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.