Ciuiga del Banale

Ciuiga del Banale
Ciuiga del Banale

Se tra l’1 e 3 novembre ci trovassimo a passeggiare tra le vie del bellissimo borgo di S. Lorenzo in Banale, potremmo imbatterci in una interessante sagra che promuove un gustosissimo salume locale tipico: La Ciuiga.

La Ciuiga fu  prodotta per la prima volta nel 1875 da un macellaio di S.Lorenzo in Banale.

Questo particolare salume nasce in un periodo di grande povertà.
In quegli anni, le carni più pregiate del maiale erano destinate alla vendita, mentre gli scarti venivano sfruttati per creare prodotti per il consumo personale.
Anticamente erano usati testa, cuore e polmoni del maiale che venivano uniti alle rape (la proporzione era di 20% di carne e 80% rape) e per dare colore veniva usato il sangue, quindi erano insaccati nel budello e poi affumicati .
Si racconta che dopo essere stata affumicata, la Ciuiga,  si restringesse così tanto da sembrare una pigna. Da qui il nome “Ciuiga” che nel dialetto locale significa, appunto , “pigna”.

Adesso la preparazione della Ciuiga parte dalle rape che vengono affettate, cotte e torchiate, eliminando, in questo modo, la maggior parte dell’acqua. Successivamente vengono aggiunte alla spalla la coppa e pancetta tritate.
A questo punto la Ciuiga viene insaccata e fatta affumicare per otto giorni su un fuoco alimentato da rami di Ginepro.
Alla fine di questo processo può essere consumata in due modi:
Fresca (già dopo pochi giorni) dopo averla bollita per una ventina di minuti.
Stagionata per una ventina di giorni in più. In questo caso assume le stesse caratteristiche del salame e può essere gustata a fette e accompagnata da patate o cicoria finemente tagliata.

A causa delle caratteristiche originali di questo prodotto, la Ciuiga rischiava di essere dimenticata, ma il recupero delle tradizioni locali di cui il Trentino è grande promotore, ha fatto si che questo ottimo prodotto fosse rivalutato ed esaltato tanto da venire catalogato da Slow Food come uno dei presidi del Trentino Alto Adige.

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.