La strana storia di Mr. Ham

Quella mattina mi svegliai con una bella sensazione. Nell’aria non c’era il solito tanfo, ma un buon profumo, come se qualcuno avesse aperto le finestre in un bel giorno di primavera. E poi si sentivano voci, tante voci di gente allegra che chiacchierava. Fui subito pervaso da un senso di euforia. Ero così stufo, sempre in trasferta da un posto all’altro, non ero mai riuscito a farmi un’amicizia. E l’ultimo lavoro poi, nessuno mi degnava mai di uno sguardo! Povero Mr. Ham .

Mr. Ham

La strana storia di Mr. Ham

L’ambiente era gelido, nel vero senso della parola, la gente passava indifferente trascinando contenitori pieni di cianfrusaglie. Spesso non alzavano neppure gli occhi dai loro appunti e borbottando mi gettavano svogliatamente un’occhiata andandose poi velocemente. Ma oggi finalmente ce l’avevo fatta, ero riuscito ad uscire dal reparto. “Eccomi qui” dissi allegramente  ai miei nuovi compagni, tre, mai visti prima d’ora.  Uno era un tipo smilzo e pallido, taciturno, sicuramente del Nord, forse uno Svizzero. Gli altri  due sembravano gemelli, due gocce d’acqua. Due tipi chiassosi, sicuramente abituati a stare in compagnia. Fummo tutti  affidati alle mani esperte del caporeparto, una donna decisa ed autoritaria. Ci prese in consegna e dopo pochi minuti,  senza neanche interpellarci, ci mise alle nostre postazioni. Divise subito i gemelli, con uno sguardo che diceva tutto, sicuramente penso’ che avrebbero lavorato meglio separati. Ebbe solo un attimo di esitazione quando dovette decidere per lo Svizzero, ma un attimo dopo me lo ritrovai accanto, appena sotto la mia postazione. Capii subito che saremmo diventati grandi amici. Quando venne il grande caldo, il più terribile che io abbia mai sentito, cercammo di fuggire assieme. Ci fu subito chiaro però che tutti e due non ce l’avremmo fatta, così a malincuore ci salutammo e dopo esserci abbracciati lui se ne andò, piano piano,scivolando lentamente fuori da questa strana città.