Babbà o Babà

Babbà o Babà della nostra amica Rosalba Lo Feudo, è sempre una buona idea! Di seguito la ricetta…. Guardate il VIDEO ed ISCRIVETEVI  al canale YouTube!!!! Vi aspettiamo!!!!

https://youtu.be/MFLx_LCzG7U

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàMedio
  • CostoBasso
  • Tempo di preparazione40 Minuti
  • Tempo di cottura25 Minuti
  • Porzioni10 Babà medi
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 200 gFarina Manitoba
  • 1 cucchiaioZucchero (colmo)
  • 3Uova
  • 80 gBurro (Morbido)
  • 1 pizzicoSale
  • 1Scorza di limone (grattugiata)
  • 10 gLievito di birra fresco

Per la Bagna

  • 400 mlAcqua
  • 200 gZucchero
  • q.b.Scorza di limone
  • 200 mlRum

Preparazione

  1. Babbà o Babà

    Mescolare zucchero e uova, aggiungere e sbriciolare il lievito ,grattugiate la scorza di limone e aggiungere il burro morbido, incorporare poco alla volta la farina e infine il sale.

    Lavorare bene fino ad ottenere un impasto ben incordato. Imburrare accuratamente gli stampi da baba’ e riempire con il composto per circa metà.

    Far lievitare direttamente in forno con la lucina accesa e quando l’impasto avrà raggiunto quasi il bordo cuocere a 160 gradi per circa 25 min.

  2. Sformare da tiepidi e una volta freddi inzuppare con la bagna ancora calda.

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Approfondimenti

Il babà è la derivazione d’un dolce a lievitazione naturale originario della Polonia (babka ponczowa) e di altri paesi slavi. Perfezionato dai cuochi francesi assunse il nome di baba. Vide poi trasformato il proprio nome in “babbà” dai pasticceri napoletani. L’invenzione del babà si fa risalire al re polacco Stanislao Leszczyński[2], suocero di Luigi XV di Francia; Leszczyński era uso dilettarsi nell’invenzione culinaria ma, essendo privo di denti, era impossibilitato a mangiare dolci quali il gugelhupf, originario dell’Alsazia, che egli trovava troppo asciutto; decise allora di ammorbidirlo nel Tokaj e nello sciroppo. La ricetta del babà al rum nella tipica forma a fungo moderna risale al 1835. La si deve al celebre pasticciere Nicolas Stohrer, giunto a Parigi con Maria Leszczyńska, figlia del sovrano polacco. Ancora oggi, nella capitale francese, la maison propone dolci simili[4]. Un’altra versione delle origini faceva ricordare al re la gonna a campana (tonde) delle donne anziane che si chiamano babka. Un’altra storia racconta che il re, dal pessimo carattere, scagliasse il dolce contro una credenza, fracassando una bottiglia di rum. Questa andò a inzuppare il dolce e Stanislao allora lo assaggiò, trovandolo ottimo. Nel XIX secolo il maestro Brillat-Savarin inventò un liquore che ben si accompagnava alle macedonie di frutta. La pasticceria francese dei fratelli Julien ebbe l’idea di chiudere la macedonia in un babà opportunamente spennellato di confettura di albicocche: nacque così il Babà Savarin[4]. Le prime fonti partenopee sul dolce risalgono al 1836 quando il cuoco Angeletti scrisse un manuale culinario in cui è descritta la ricetta con uvetta e zafferano, questi ultimi ingredienti persi negli anni a causa della “volgarizzazione” delle pasticcerie commerciali che ne hanno sfornati nuovi tipi con crema e amarene o anche servito mignon con gelato semifreddo. Nonostante l’origine straniera, in Italia il babà è considerato un tipico dolce partenopeo.

Tratto da: https://it.wikipedia.org/wiki/Babà

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