L’evoluzione della mia pizza margherita




Cari amici foodlovers, oggi vi scrivo un articolo diverso dal solito, in cui vi illustrerò l’evoluzione della mia pizza margherita, fornendovi diversi consigli per una buona riuscita della stessa…

Ho deciso di farvi fare un piccolo viaggio nelle mie esperienze tra farina, lievito e forno. La pizza è uno dei piatti più amati al mondo, nonché una delle mie pietanze preferite.

Chi mi conosce personalmente sa bene quanto io ne sia matta.

In questo mese e più di permanenza in casa, l’appuntamento settimanale quasi fisso nelle mie pizzerie di fiducia è venuto e mancare, per motivi ovvi a tutti noi conosciuti ormai. Nonostante sia rimasta attiva l’opzione dell’asporto per i prodotti desiderati, mi sono sentita comunque privata di un piacere a cui difficilmente rinunciavo.

Non so in quanti la pensano come me, ma una pizza appena sfornata e ceduta al piatto è completamente diversa da quella che viaggia umida dentro un cartone, a sua volta riposto chissà in quale mezzo in movimento e che arriva, non si sa quando, sulla nostra tavola.

In sintesi la pizza d’asporto non mi convince e non mi ha mai dato la stessa soddisfazione di quella che mangio seduta comoda al tavolo di una pizzeria.

Oltretutto per essere favorevole ad una pizza che mi arriva direttamente a casa, la pizzeria in questione dovrebbe essere davvero sotto casa mia e non fare pellegrinaggi del paese prima di arrivare sotto le mie posate. Lo so, sono una tipa un po’ difficile.

Potete capire quindi il rammarico di non poter degustare più una delle mie pietanze preferite. Insieme a me sarete in tanti a vivere e ad aver vissuto questo piccolo ma fastidioso disagio.

La soluzione?

Or dunque che fare? Rassegnarsi? Mai.

Così ho deciso di provare a farla io, a casa. Avete capito bene. Qui vi farò vedere l’evoluzione della mia pizza margherita dalla prima volta che l’ho preparata all’ultima. Spero di darvi i consigli che cercate per un risultato davvero meritevole.

Pizza numero 1:

L’evoluzione della mia pizza margherita p.1

La mia prima pizza margherita è venuta decente. Uno dei primissimi errori è stato sicuramente tagliare la mozzarella molto grande. L’ho affettata e distribuita ben distanziata sopra tutta la salsa. Di certo non si è bruciata, ma non è evaporata abbastanza e mi ha bagnato un po’ l’impasto. Inoltre anche la cottura non è stata un granché. Difatti cuocendo la pizza nella modalità ventilata del forno, di sotto non era affatto dorata. Avevo quindi già molto da migliorare.

Pizza numero 2:

L’evoluzione della mia pizza margherita p.2

Questa mia seconda pizza è una chicca a cui sono ancora affezionata idealmente. Eppure gli errori ancora qui permanevano ed erano tanti. Per prima cosa ho esagerato con la maturazione in frigo. Non è mai un male tenere molto tempo l’impasto in frigo, per un risultato digeribile, ma dopo avere provato diverse combinazioni, posso affermare con certezza che 36 ore sono più che sufficienti. Questa pizza è stata stesa con l’olio extravergine di oliva a mano libera, su carta forno e teglia. Era ancora lontana dalle pizze che mangiamo di solito in pizzeria. Oltretutto avevo usato come salsa la polpa di pomodoro, che è sempre da preferire alla passata, ma non eccelle come i pelati. Un altro nitido errore è stato infornare il basilico. Mi è diventato scuro. Ha perso tanto. Vi suggerisco dunque di metterlo solo alla fine a crudo.

L’evoluzione della mia pizza margherita (ultime volte)

Pizza numero 3:

L’evoluzione della mia pizza margherita p.3
https://blog.giallozafferano.it/franpasefora/pizza-napoletana-fatta-in-casa/
La ricetta completa

Amici foodlovers, con questa pizza ci avviciniamo davvero alla perfezione. Vi ho postato la ricetta completa, così da poter fare riferimento ad un link qualora vogliate provare a farla.

L’impasto ha la giusta maturazione e lievitazione. Il panetto della pizza è steso con spolverata di farina e indovinate? Ho cotto la pizza su carta forno e pietra refrattaria! Un capolavoro. Questa volta poi ho usato i pelati, con basilico ad infusione sul finale, che poi ho rimosso. L’uso della salsa giusta è importante. I pelati sono i più buoni. La passata invece a parer mio è completamente out. Si asciuga e secca troppo. Non è adatta ai nostri forni che richiedono comunque diversi minuti di cottura.

La mozzarella va tagliata rigorosamente a listarelle. Né a cubetti troppo piccoli che si bruciano e nemmeno a pezzi o fette larghe, che bagnano tutto ed è un disastro. A listarelle e ben scolata sarà davvero perfetta. Il basilico? Dopo essere stato ad infusione della salsa (poi rimosso), lo metterei, sempre e solo, decorativo a crudo. Un tocco di classe e di profumo.

Qui vi mostro come stendo la pizza

Vedete quindi come l’evoluzione della mia pizza margherita va in positivo, offrendomi un risultato sempre migliore di quello precendente.

https://blog.giallozafferano.it/franpasefora/impasto-classico-per-pizza-napoletana/
La ricetta del mio impasto

Pizza numero 4:

L’evoluzione della mia pizza margherita pt.4

Vi presento la mia ultima pizza margherita, ma prima per bontà. Si commenta da sola. Perfetta. Maturata 36 ore in frigorifero, lievitata 6 ore a temperatura ambiente, cotta su pietra refrattaria con il forno al massimo della sua potenza in modalità per pizza (per otto minuti). La salsa è di pomodori pelati e questa volta al posto della mozzarella ho usato… Il fior di latte. Tutta un’altra storia. Non ci sono paragoni. Posso dire che quest’ultima pizza preparata bacia finalmente il mio ideale di pizza perfetta fatta in casa. Provateci anche voi e non arrendetevi mai davanti a dei risultati che non erano come li avevate sognati. Si migliora di volta in volta e anche voi, come me, potrete preparare dei veri capolavori. Spero vi sia piaciuta la narrazione delle mie ultime esperienze con la pizza. Alla prossima, foodlovers! Un abbraccio.