Tutte le virtù delle arance – proprietà e usi

Prima di conoscere le virtù delle arance con tutte le sue proprietà e gli usi in cucina (e non solo) conosciamo un pò di storia di questo frutto tipicamente invernale.

I “pomi d’oro” delle esperidi

Narra la leggenda che le Esperidi, tre bellissime fanciulle figlie di Atlante e della Notte, coltivassero nel loro giardino delle piante dai bellissimi frutti d’oro. In botanica l’esperidio sta ad indicare un frutto carnoso, derivato dalla modificazione della bacca di una pianta, genere a cui appartengono appunto anche le arance.

Le origini del citrus aurantium, ossia dell’arancio, albero da frutto appartiene al genere Citrus (famiglia Rutaceae), è da ricercarsi in Cina e nel sud-est asiatico. Le arance furono portate in Europa nel XVI secolo da marinai portoghesi, ecco perchè in molti dialetti d’Italia questo frutto viene chiamato con termini che derivano dalla parola “portogallo”.

Proprietà delle arance

Tutti sanno che l’arancia è un frutto ricco di vitamina C, ma le sue virtù salutari non si fermano qui: utilissima per il suo potere antiossidante, stimola l’attività cerebrale, favorisce la digestione, allevia i dolori di stomaco, depura l’organismo grazie all’azione diuretica e drenante ed è utile contro ansia e stress per il suo effetto calmante. Ottimo anche il contenuto di bioflavonoidi, sostanze che, assunte assieme alla vitamina C, sono molto utili per favorire il rafforzamento delle ossa e dei denti, ma anche delle cartilagini, tendini e legamenti. La combinazione tra vitamina C e Bioflavonoidi può aiutare inoltre nella prevenzione della fragilità capillare e può migliorare in generale il flusso venoso.

L’arancia è particolarmente ricca di terpeni, sostanze che, assunte regolarmente, si sono rivelate molto efficaci nella prevenzione dei tumori del colon e del retto.

Con un contenuto calorico che oscilla tra le 35 e le 40 kcal per 100 grammi le arance sono molto indicate anche nelle diete ipocaloriche e la parte bianca e spugnosa che riveste internamente la scorza contiene pectina, una fibra utile per l’intestino; meglio quindi consumarle a spicchi senza eliminare del tutto la pellicina bianca.

Come utilizzare le arance

Dell’arancia sia in cosmetica che in cucina si utilizza anche la buccia (purchè non sia trattata ovviamente), ma anche le foglie e i fiori essiccati vengono utilizzati per preparare tisane e decotti utili come blando sedativo, come diuretico e per calmare la tosse.

Le ricette che prevedono l’utilizzo delle varie parti del frutto sono moltissime, la buccia grattata si usa per aromatizzare torte e creme, il suo succo arricchisce sia preparazioni dolci che salate (come nella famosa anatra all’arancia), con i suoi spicchi si preparano gustose e salutari insalate. Con l’arancia si preparano marmellate, gelatine e canditi; a questo proposito lo sapevate che il termine marmellata sta ad indicare esclusivamente quella di agrumi e che per tutti gli altri tipi di frutta si dovrebbe sempre usare la parola “confettura”?

Esiste poi una varietà di arancia, l’arancia amara, che si differenzia da quella classica proprio per il suo gusto amaro. E’ molto utilizzata nell’industria alimentare e farmaceutica. Con il frutto intero si preparano marmellate e frutta candita, mentre con gli oli essenziali estratti dalla buccia si preparano liquori dalle proprietà digestive e toniche, proprietà che vengono sfruttate anche per la produzione di integratori alimentari ad effetto cosiddetto “termogenico”, cioè utili per il dimagrimento, grazie all’elevato contenuto di sinefrina, una sostanza ad attività simile all’adrenalina.

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Curiosità sulle arance

Il detto al mattino le arance sono oro, alla mezza son d’argento e alla sera sono piombo, sta ad indicare il fatto che, secondo i nutrizionisti, bisognerebbe mangiare frutta acida, in particolare agrumi, al mattino e a digiuno, per meglio sfruttarne le proprietà benefiche. Subito dopo il pasto, invece, la frutta acida va evitata poiché rende inattivi gli enzimi che permettono la digestione delle proteine; questo è particolarmente dannoso poco prima di coricarsi, perché non c’è poi il tempo sufficiente per terminare il processo digestivo.