Lo sapevi che…il còttabo (?!)

Il Còttabo era un giuoco molto diffuso presso i Greci e gli Etruschi e la sua esistenza è pervenuta alla nostra conoscenza tramite delle descrizioni lasciate dai nostri antichi antenati e da alcune rappresentazioni vascolari e da vari esemplari, rinvenuti negli scavi, dello strumento che serviva per giocarlo che portava lo stesso nome “Còttabo”.

La passione per questo giuoco fu da padrona nel suo paese di origine, la Sicilia, dove i siciliani introducevano nella loro cultura e abitudine il gioco del Còttabo alla fine del pranzo.

I commensali, appoggiati sul gomito sinistro, con la destra versavano le ultime gocce di vino rimaste nella coppa su alcuni piattini che galleggiavano su una bacinella di metallo riempita di acqua. Lo scopo era di fare affondare i piattini che erano messi di proposito nella bacinella. Il giuoco poteva svolgersi secondo altra modalità, ovvero, facendo cadere le gocce di vino direttamente nella bacinella, il còttabo senza l’acqua. In questo caso, un piccolissimo piatto di metallo era posto in equilibrio su un’asta di ferro collocata al centro della sala circolare costruita di proposito per il giuoco. Il giocatore con le gocce di vino rimaste nella coppa doveva centrare il bersaglio, che era raccolto da un piatto più grande posto a mezza altezza dell’asta.

Le dita, che reggevano la coppa, dovevano assumere la posizione simile a quella di un suonatore di flauto, mentre il braccio libero doveva rimanere fermo, per non contribuire a regolare il lancio. Come risulta da numerose riproduzioni, il giocatore infilava l’indice nell’ansa e appoggiava la base della coppa sul dorso della mano.

Il Còttabo era un gioco che richiamava abilità e buona mira.

Chi vinceva a questo giuoco riceveva come premio del cibo, come uova, farina, dolci, ecc…

Secondo alcune fonti, il giuoco del còttabo continuò fino al III sec. A.C., poi cadde in disuso. I Romani probabilmente non l’hanno mai conosciuto.

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