Lo sapevi che…La storia si ripete “sovrani e sudditi” (?!)

Quando si dice “la storia si ripete…”

Il modo di vivere e di alimentarsi dei governanti bizantini era molto diverso da quello dei loro sudditi…se la mensa dei potenti si arricchiva ogni giorno di pesce spada e di gamberoni, di primi piatti ricercati, della pasticceria più ricca e ricercata, la plebe era stremata dalla fatica e dalla fame. Dalle città la plebe preferiva scappare e rifugiarsi nelle campagne dove diventava più facile nutrirsi dei prodotti della terra quali erbe selvatiche, castagne, formaggi.

I bizantini lasciarono un brutto ricordo nel popolo per la loro voracità fiscale e perchè considerarono il Paese una terra da cui trarre risorse per alimentare le continue guerre in cui erano impegnati, a nord contro l’assalto degli slavi e a sud contro le frequenti incursioni degli arabi. L’abbandono di molte terre e il calo demografico causarono l’estendersi delle zone secche e paludose e di conseguenza la diffusione della malaria.

Per assicurarsi lo stretto necessario al sostentamento, la plebe che aveva avuto la fortuna di nascere nelle città di mare, trovò nel sale facilmente reperibile, un valido alleato per conservare il cibo eccedente: pesce, olive, cereali, formaggi e carni.

Data la scarsità della moneta, è probabile che in quel tempo prese piede il baratto per scambiare, tra la plebe, i beni di prima necessità. I nobili amavano dare grandi feste ed ingozzarsi di cibo e nelle ricche mense abbondava soprattutto la carne di fagiani e pavoni, mentre la plebe si cibava di carne di suino e agnello, snobbate dalla classe elitè. I Padroni amavano anche il pesce e ovviamente il buon vino e usavano condire le pietanze con l’olio di oliva e il miele, che aggiungevano sovente anche al vino. Nella tavola dei padroni non mancavano inoltre cereali e legumi mentre il pane della plebe era fatto di farina di grano duro e di polenta. Tutto l’opposto del pane dei padroni fatto di frumento, farro e orzo.

Generalmente, il giudizio storico dato ai bizantini è stato negativo, anche se qualche storico gli avrebbe riconosciuto il merito di aver riconosciuto l’ideale della res publica universale ereditato dall’impero romano e di avere svolto una “politica di cambiamento” dall’interno del sistema politico nel rispetto degli usi e delle genti del loro impero. Ma il popolo non era felice e non si rallegrava, al contrario la classe aristocratica era piena di poteri e privilegi che perdurarono per anni e comunque fino alla conquista romana di Costantinopoli.

La storia si ripete!

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