Un acciuga di nome Alfredo

Un acciuga di nome Alfredo

Un acciuga di nome Alfredo.

Pasquale Caliri è uno chef che proviene dall’Alma, l’Istituto di Alta Cucina di Gualtiero Marchesi. Siciliano di nascita ha approfondito le sue conoscenze girando il mondo dove si è fatto portavoce di una cucina legata all’essenziale ma attenta alle radici, una cucina minimalista ma elegante. Tornato dagli Stati Uniti d’America dove, per due anni ha guidato uno dei ristoranti più prestigiosi nei pressi di Atlanta, è diventato Executive Chef di Marina del Nettuno Yachting Club . Nello scenario dello Stretto di Messina.  La sua è una cucina prettamente legata al mare, che dagli spunti della tradizione siciliana si coniuga, senza alterarsi, con le tendenze dell’avanguardia culinaria.

Conosciuto lo scorso anno a Taormina, durante Cibo Nostrum con il suo Tiramisù da passeggio, lo ritrovo a Mediterraria , il salone del gusto organizzato alle Ciminiere di Catania,  questa volta con un primo, neanche a dirlo, con il pesce.

La sua creazione, durante il cooking show  all’interno delle Ciminiere di Catania, dove numerosi chef si sono alternati, coordinati da Carmelo Pagano patron della guida “Sicilia Da Gustare, il direttore Antonio Iacona e la food blogger Federica Genovese,  “Un acciuga di nome Alfredo” ha stupito molti presenti, specialmente per la sua mise en place originale.

Da dove nasce l’idea :  Un acciuga di nome Alfredo?

Un acciuga di nome Alfredo, è una pasta con le sarde, una tipica ricetta siciliana, servita in una scatola, ma con il formaggio.  Anche la scatola ( in questo caso una lattina di acciughe) è un concetto.

La famiglia, di Pasquale Caliri, originaria di Monfalcone, produceva acciughe in scatola, da qui nasce la scelta della mise en plate. Lui però, sostiene di avere conservato il suo animo Yankee, dalla sua passata esperienza come chef nel ristornate americano dove ha lavorato per un paio di anni e dove il primo più richiesto era la pasta con la salsa Alfredo. Per gli Americani, Alfredo è la tipica salsa Americana. Una salsa fatta di formaggio, burro e tanta panna.

 L’origine della ricetta si deve a Alfredo Di Lelio, un cuoco che ne 1908, decise di aprire un piccolo ristorante e di preparare per la moglie, che aveva da poco partorito, un piatto di fettuccine condite con olio e parmigiano. Una ricetta molto semplice che ha fatto il giro del mondo e che pare in America essere molto apprezzata anche dal Presidente Trump. Un ricetta semplice ma tanto chic da essere paragonata, in America, ad un semplice spaghetto con il pomodoro.

Da questo connubio, acciughe e salsa Alfredo, nasce l’idea di servire Un acciuga di nome Alfredo.

“Perché non è vero che pesce e formaggio non stanno bene insieme – ha detto rivolgendosi ad pubblico incuriosito – nella scatoletta, troviamo dei fusilloni mantecati con Parmigiano Reggiano invecchiato, l’acciuga cotta a freddo in sale bilanciato e zucchero per due ore, guarniti con foglie di argento e te verde in polvere di qualità “Bancha”“

Perché la scelta del fusillone per Un acciuga di nome Alfredo? Perché Caliri afferma, come diceva sempre il suo maestro Gualtiero Marchesi:  “il formato della pasta può decidere il gusto del piatto”.

Lo Chef Caliri premiato al Mediterraria con “Alfredo” la sua acciuga pop art

Ambasciatore del gusto, Pasquale Caliri, è stato premiato per avere saputo interpretare al meglio la cultura gastronomica dello Stretto di Messina con “Un acciuga di nome Alfredo”.

Che dire io l’ho assaggiata per voi… magari riproverò anche a farla a casa.

Così vi racconto la mia SicIlia, alla prossima, Barbara Conti.

Pubblicato da Fantasia in Cucina

La mia passione per la cucina e il buon cibo è nata grazie al mio lavoro e ai miei viaggi. Ho iniziato sin da piccola a raccogliere le ricette di tutto ciò che mi piaceva mangiare e ad appuntarlo su una agenda. Con il passare degli anni è cresciuta in me la passione per la cucina e la tradizione enogastronomica del territorio ibleo. Il mio vuole essere un blog che non è un semplice sito di ricette, ma anche un viaggio della memoria, della cultura di un popolo, quello degli abitanti dei Monti Iblei, in Sicilia, luogo d’incontro tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania. Dietro ogni ricetta c'è una storia, talvolta di una famiglia, di un incontro o di un viaggio. Il mio intento è quello di svelare, conservare e di tramandare attraverso le mie ricette l’anima, i saperi, le tradizioni, le passioni e la storia di un popolo. Cucino, fotografo mangio e posto. Mi piace anche consigliare ai miei amici oltre alle ricette sfiziose anche dove mangiare nei locali caratteristici dove andare a mangiare in Sicilia. Se vi va seguitemi, siete i benvenuti. Barbara