Cibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietà

Cibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietàCibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietà

Cibo Nostrum l'alta cucina in strada sposa la solidarietàCibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietàCibo Nostrum l'alta cucina in strada sposa la solidarietàCibo Nostrum l'alta cucina in strada sposa la solidarietà

Cibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietà

 

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Cibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietà ed è subito una Grande Festa a Taormina

Cari lettori, rieccomi a Taormina in questa stupenda perla di Sicilia, questa volta per la grande festa della Cucina Italiana, che è alla sua Settima edizione, Cibo Nostrum. Cibo Nostrum è stata organizzata dalla Federazione Italiana Cuochi in collaborazione Con Charming Italian Chef, Compait e le soste di Ulisse e da tre anni ha sede a Taormina.

Ieri, è stato il secondo giorno di Cibo Nostrum, che ha visto il suo esordio domenica 20 Maggio, a Zafferana Etnea e che oggi si è concluso a Giardini Naxos. Il ricavato della giornata Taorminese  verrà devoluto in parte alla Fondazione Limpe per la ricerca sul morbo di Parkinson e in parte al Moige in favore della campagna di sensibilizzazione contro il Cyberbullisimo. Presenza attiva del Moige, il Movimento italiano genitori, rappresentato direttamente dal suo direttore, Antonio Affinita, con cui la Federazione italiana cuochi, collabora da anni nelle iniziative sociali. In tutto duecentoventi i partecipanti. Tra Chef e pasticceri, cinquanta le cantine presenti, tra le più importanti del Panorama siciliano e novanta aziende agroalimentari che hanno animato tutto il Corso Umberto, fino ad arrivare a Porta Messina. Maxi schermo in Piazza IX Aprile per i cooking show e le gare di cucina. Non sono mancati i convegni e le master class.

Tre giorni per degustare i piatti delle eccellenze della Cucina regionale Italiana, tre giorni dedicati all’alta cucina italiana portata in strada, grazie agli chef che hanno cucinato nelle loro postazioni i loro cavalli di battaglia. Una squisita esperienza enogastronomica in un contesto unico. Può la bellezza del luogo suggestionare l’esperienza eno gastronomica?  Lungo tutto il Corso Umberto è stata una passeggiata di sapori, aromi, un tripudio di profumi di colori. Con l’acquisto di un apposito biglietto del costo di trentacinque euro, se acquistato online (entro il 20 maggio ) o di quaranta se acquistato sul posto, veniva consegnato un braccialetto per accedere alla degustazione degli oltre duecento piatti preparati dagli Chef, che grazie ad una mappa è stato facile individuare e raggiungere. Il re della manifestazione, di Cibo Nostrum, è stato il pesce azzurro. Le degustazioni hanno avuto inizio a partire dalle ore diciannove e si sono chiuse alle ventidue. Ora, immaginatevi un pomeriggio di inizio estate, sono circa le diciassette e trenta del pomeriggio, mi trovo a Taormina, nella Piazza Centrale, Piazza IX Aprile, godo di un panorama mozzafiato, c’è della musica di sottofondo e inizio a sentire profumi di pesce fritto, tartufo, aromi floreali che si mischiano al profumo del mare…che faccio ? Ci dicono che la degustazioni iniziano non prima delle diciannove e quindi io, inizio a perlustrare tutto il Corso Umberto per farmi un idea di quello che mi aspetta. E’ la mia prima volta e non so ancora le meraviglie che mi attendono. In realtà non ho un programma, mi affido al caso e all’istinto, inizio a mangiare con gli occhi. Dovete sapere che io e il cibo abbiamo un rapporto strano… da piccola ero sempre sottopeso e se chiedete a mia madre, lei vi dirà che io non mangio, SPILUCCO! E quindi inizio, apro le danze che sono circa le diciotto e trenta, sono in Piazza Vittorio Emanuele, mi avvicino attratta dalle tipiche briosche con il tuppo e chiedo “ma queste sono dolci” ? Mi mettono subito in mano una brioche con lo zucchero, farcita al momento con una crema di pomodoro ciliegino e basilico e una fetta di pesce Spada. Che dire, io amo gli abbinamenti tra il dolce e il salato, una vera goduria. Le mie papille gustative si svegliano. Mi dirigo verso il centro di Piazza Vittorio Emanuele e passo all’assaggio di una focaccia morbida condita con il lampredotto (piatto tipicamente fiorentino) preparato dalla simpaticissima Michela Starita che più che una Chef, pare una modella, abbinato ad un finger drinK. Il drink si chiama “Pupi e Pupe”, perché il gioco di parole voleva essere un omaggio alla terra siciliana, mi dirà poi Fabio di Pietro. Poi è la volta dell’amica Rita Russotto, che mi accoglie con una crostatina salata, con ripieno di ricotta, un gambero di Mazzara, delle favette fresche e una fogliolina di finocchietto selvatico a guarnizione. Il sapore è fresco e deciso, un crescendo di sapori tutto siciliano, ve lo consiglio. Assaggio anche la focaccia Barese, appena tiepida, con i pomodorini sopra, una visione per gli occhi ( io adoro la pizza ) ma troppo salata per i miei gusti. Mi dirigo verso la Piazza IX Aprile, sono già abbondantemente passate le diciannove, il clou della festa ha inizio. E’ l’ora di andare a trovare gli Chef stellati presenti alla manifestazione. Sono quasi tutti concentrati in piazza IX Aprile dove è stato anche montato il maxi schermo. La Festa è nel suo pieno svolgimento, la vista della piazza dall’alto della Chiesa, è un colpo d’occhio, un tripudio di colori. Tanta gente, molti volti famosi del campo giornalistico e della tv, tutti cortesi e a favore di flash e telefonini. La gente con la pancia e il bicchiere pieno è felice, più rilassata. Alla postazione n 144, trovo Ciccio Sultano che sfiletta un enorme tonno, che serve direttamente ai presenti, dal suo “coltellaccio”. Materia prima eccellente. Nella postazione accanto, trovo il cuoco errante, come egli ama definirsi, Carmelo Chiaramonte che indossa la sua immancabile coppola all’uncinetto. Lo trovo intento ad affettare del pesce spada che mi servirà accomagnata da una macedonia di fragole. E’ la volta di Pietro D’Agostino, sta friggendo una piccola arancina, “Lollipop di polpo e patate ” una rivisitazione dell’insalata di polpo e patate condita come la condivano i nonni, olio prezzemolo e gli odori di casa, che mi serve su un lungo stuzzica denti. E’calda è si scioglie in bocca. Il piccolo arancino è accompagnato da una gelatina di limone. Ricercatezza del gusto e bella presentazione anche se le porzioni sono piccole. Pietro D’Agostino sceglie, per la presentazione del suo piatto, una creazione del designer Ragusano, Peppino Lopez . Un piatto che l’artista ha dedicato alla lotta contro il Bullismo. Cerco Accursio, non è presente, trovo la sua brigata ed una piacevolissima sorpresa. Mi servono una la Finta Melanzana. Una melanzana farcita con il tonno fresco, della melanzana affumicata, cipolla in agrodolce e marmellata di arancia. Un piatto equilibrato, autentico, un gusto unico, tra le cose più buone assaggiate ieri. Sono sazia, ma con gli occhi continuerei a mangiare. Ma mi dicono meraviglie di Vincenzo Candiano e lo raggiungo. Incontro lungo il corso, Bonsignore, volto di Gusto che sorseggia del vino e concede selfie, scambio due parole con una collega, volto di Gambero Rosso, intanto sorseggio un buonissimo bianco. La fila da Vincenzo Candiano è lunga ma la gente è paziente, viene da Tutta Italia. Lui lavora e cucina senza sosta, spadella e sorride. E’ bello vedere gli chef all’opera che mentre cucinano interagiscono con il pubblico. E’ bello ascoltare le critiche, qualcuno è molto esigente, bello sentire che si prediligono le materie della nostra terra per la preparazione dei piatti. Bello sentire che qualcuno predilige per i suoi prodotti il chilometro zero. Ci sono curiosi, esperti, buongustai  e ricercatori del buon gusto, quello autentico. E’ una festa, è la festa dell’alta cucina portata in strada. Cibo Nostrum l’alta cucina in strada sposa la solidarietà  e la gente è allegra. I cuochi sono rilassati, nessuna competizione, non è una gara. Arriva finalmente il mio turno dallo Chef Candiano, mi faccio avanti. Vengo accolta con un sorriso e mi viene servito un piatto con due ravioli di patate, farciti di caprino fresco e pistacchio, capesante scottate e salicornia, su un letto di salsa crudaiola di pomodoro. L’attesa è stata premiata. La vista del piatto mi mette subito allegria. Il gusto è un misto di leggerezza e purezza dei sapori. Mi dirigo verso i dolci, non li amo molto ma faccio il mio “dovere”. assaggio. Lungo il corso Umberto, trovo una rivisitazione di un babbà all’amarena, poi è la volta di una mousse all’ananas, rosmarino e maracuja di un pasticcere ragusano. A questo punto della degustazione è perfetta, il sapore è delicato. La mousse è fresca e buonissima e ti lascia un leggero sapore di rosmarino in bocca. Proseguo e mi imbatto in una vera sorpresa, il Tirami più su, si avete capito bene. Non è il solito Tiramisù, ma un dessert da comporre, un dessert da viaggio, insomma. Idea a mio dire geniale di Pasquale Caliri. Vuoi mettere che ti viene voglia di dolce mentre sei in viaggio? o vuoi portare con te il tiramisù durante un picnic?

L’ora si è fatta tarda, ovviamente era impossibile assaggiare tutto, quindi mi riprometto di ritornare l’anno prossimo, vado via felice. Ha ragione Pietro D’Agostino quando dice, “non chiamatelo evento” è una festa, è la festa della Cucina Italiana che sposa una causa. La solidarietà tra la cucina regionale e il grande cuore degli Chef, provenienti da ogni parte d’Italia. Emozione pura nel vedere cucinare dal vivo tutti insieme gli Chef Stellati e gli ultimi arrivati perché per oggi hanno vinto tutti. Hanno sposato tutti la stessa causa. Arrivederci all’anno prossimo con Cibo Nostrum l’alta cucina in strada che sposa la solidarietà .

Barbara Conti.

Pubblicato da Fantasia in Cucina

La mia passione per la cucina e il buon cibo è nata grazie al mio lavoro e ai miei viaggi. Ho iniziato sin da piccola a raccogliere le ricette di tutto ciò che mi piaceva mangiare e ad appuntarlo su una agenda. Con il passare degli anni è cresciuta in me la passione per la cucina e la tradizione enogastronomica del territorio ibleo. Il mio vuole essere un blog che non è un semplice sito di ricette, ma anche un viaggio della memoria, della cultura di un popolo, quello degli abitanti dei Monti Iblei, in Sicilia, luogo d’incontro tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania. Dietro ogni ricetta c'è una storia, talvolta di una famiglia, di un incontro o di un viaggio. Il mio intento è quello di svelare, conservare e di tramandare attraverso le mie ricette l’anima, i saperi, le tradizioni, le passioni e la storia di un popolo. Cucino, fotografo mangio e posto. Mi piace anche consigliare ai miei amici oltre alle ricette sfiziose anche dove mangiare nei locali caratteristici dove andare a mangiare in Sicilia. Se vi va seguitemi, siete i benvenuti. Barbara