Canederli alla Trentina

Canederli alla TrentinaC’era una volta una ragazza giovane e bella, piena di vita e allegra. Cantava sempre, le piacevano i fiori, le passeggiate in una bella giornata di sole, ma soprattutto le piaceva cucinare. E fra le tante sfortune della sua vita, è stata proprio l’ancora di salvataggio per poter superare le difficoltà che il destino aveva seminato sul suo cammino. Rimasta vedova giovanissima con tre figli piccoli, per poter pagare la casa e dare da mangiare ai suoi bambini lei ha dato da mangiare. 🙂 Gente di passaggio, amici, conoscenti e sconosciuti, tutti si fermavano e pagavano per mangiare nella sua cucina. Portava i bimbi a dormire sui mucchi di fieno l’estate sotto le stelle raccontando le fiabe più belle, per affittare i loro letti e pagare i debiti. Se penso a lei, me la ricordo con le maniche arrotolate fino ai gomiti, molto indaffarata e canterina. Ha sempre preso ogni cambiamento con un sorriso e senza lamentarsi, anche quando le gambe non le reggevano più e si è dovuta arrendere prima al bastone e poi alla sedia a rotelle e quando faceva confusione con i nomi si faceva una grassa risata. Io quella risata me la ricordo benissimo, veniva dritta dalla pancia, rideva di gusto. Mi ha insegnato a lavorare a maglia, a ricamare, a fare giardinaggio, a cantare ma soprattutto mi ha trasmesso tutto il suo amore per la cucina. Quella cucina dove spesso ci riuniva tutti a pranzo figli, nipoti e chi passava di là. Quella cucina che vedeva accendere la stufa a legna anche ad agosto per fare la polenta. I canederli di mia nonna, perchè è a lei che va il mio pensiero, se li ricordano proprio tutti. E mi sono resa conto che sul blog ancora non c’erano, quindi invece di andare a sentimento o per meglio dire “ad occhio” come solitamente si fa, mi sono armata di bilancia e block notes per potervi dare la ricetta, la sua ricetta.

Canederli: 

(Dose per 4 persone, 12 canederli da 100 gr l’uno)

  • 350 gr di pane raffermo
  • 400 gr di acqua
  • 25 gr di farina
  • 120 gr di uova intere (2 uova)
  • 1 cipolla media
  • 150 gr di salsiccia fresca
  • 150 gr di mortadella
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 50 gr di pan grattato
  • Sale
  • Pepe

Per la cottura:

  • 2 litri di brodo

Per prima cosa dobbiamo tritare con un coltello la cipolla e farla stufare in una padella assieme alla salsiccia fresca a fuoco dolce. A parte sminuzziamo la mortadella e il prezzemolo. Quando avremo preparato tutto affettiamo il pane raffermo e lo mettiamo in una ciotola, gradatamente aggiungiamo l’acqua tiepida, fate attenzione perchè ogni pane l’assorbe in maniera diversa, quindi regolatevi in base alla consistenza. Lavoriamolo con le mani, deve diventare morbido ma non bagnato. Una volta ottenuta una palla di pane, aggiungiamo la farina, le uova intere precedentemente sbattute con la forchetta, sale e pepe. Lavoriamo bene con le mani, quando ci sembra abbastanza omogeneo, aggiungiamo la mortadella, la salsiccia, la cipolla, il prezzemolo e il pane grattato, quanto serve per avere un impasto compatto ma morbido. Lavoriamolo bene per una decina di minuti ancora. Copriamo la ciotola con l’impasto dei canederli e lasciamo riposare 1 ora prima di formarli.

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Adesso ne ricaveremo delle palline; quanto alla misura, da noi in Trentino se ne fanno di tutti i pesi, con queste dosi ve ne verranno 12 da 100 gr circa. Mescoliamo in un piatto un paio di cucchiai di farina bianca e un paio di pane grattugiato. Man mano che formiamo le palline, le facciamo rotolare per infarinarle e le appoggiamo su carta da forno nell’attesa della cottura. Quando il brodo bolle, tuffateli delicatamente nella pentola e quando salgono a galla li lasceremo cuocere per una decina di minuti ancora. Servire un paio di canederli a testa,  caldi e nel brodo con una spolverata di formaggio grattugiato.

Questo è il classico dei classici in Trentino Alto Adige, a dire il vero è un piatto Tirolese ma noi l’abbiamo accolto nel nostro menù tipico, tanto che quando io dico che son di Trento tutti mi rispondono: ah i canederli, che buoni. Si fanno canederli di tutti i tipi come la versione classica di questo post, oppure ai formaggi che trovate qui e poi ci sono quelli alle erbette, ma anche tanti altri. Un piatto molto semplice che una volta era un vero e proprio “svuotafrigo” o “consumavanzi”. Adesso invece è diventata una pietanza ricercata che si prepara appositamente per il piacere di gustarla. Nelle sere d’inverno sono l’ideale per scaldare lo stomaco. Buona cena a tutti! Eva

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16 Risposte a “Canederli alla Trentina”

  1. Che bella storia !!!!! Mando un bacio alla tua nonna che è sicuramente in cielo con i miei genitori a condividere tante belle “risate di pancia”.

  2. Solo io non ho un buon ricordo dei canederli, come mio marito e i nostri amici , che ospiti a cena a casa di famiglia di Moena ci hanno preparato dei canederli da 200 gr. l’uno fatti col fegato. Non ho mai più assaggiato un canederlo ma questi non so se per la storia e poi anche gli ingredienti , che mi piacciono di più li voglio provare! Grazie ciao!

  3. sono venuti “gnucchi”. Cosa ho sbagliato? eppure ho seguito fedelmente la ricetta (a parte la motadella). Forse il pane che era semi-integrale (fatto in casa)? alla fine li ho tirati fuori, li ho tagliati a metà e li ho fatti cuocere ancora un po’. Erano più accettabili, ma sembre “gnucchi”… aiutooooo!

    1. Ciao Antonella, purtroppo dare queste ricette che si fanno sempre “a occhio” è davvero un casino, ti dovresti regolare tu, devono comunque venire morbidi. Quindi regolati quando vedi che fanno “la palla” e stanno assieme ma sono ancora morbidi. 🙂

      1. ci riproverò (ho sempre un po’ di pane avanzato, siamo solo in due e sforno pani da 7-9 etti!) Probabilmente nella mia ansia li ho manipolati troppo
        Grazie 🙂

        1. Diciamo che devi “compattarli” ma non esagerare a schiacciare, altrimenti come dici tu vengono “gnucchi” 🙂

  4. Grandi donne quelle di una volta, una forza della natura, persone incredibili!
    E’ bello sapere di aver avuto una nonna così :)))

    I canederli, li adoro!

  5. sono per 1/4 di origini trentina e non vedo l’ora di provare questa ricetta per ricordare i sapori della cucina di mia nonna…
    per una siciliana è un piatto davvero insolito, e la cosa assurda è che mia mamma non ha poi imparato a farli… devo farcela io!

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