Le montanare: pizze o pizzelle fritte napoletane. Ricetta con lievito di birra. Una ricetta d’eccellenza campana

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La pizza fritta, la “montanara”, è un altro dei classici napoletani, una prelibatezza che non potete non concedervi ogni tanto. Sì, lo so, è un vero e proprio peccato di gola, ma ogni tanto ci sta tutto: se dobbiamo peccare, facciamolo bene! Tra le altre cose, io mangio prevalentemente cibi cotti in forno e friggo davvero raramente… E alle montanare, poi, è impossibile dire di no!

Questo classico della friggitoria napoletana è stato reso immortale dal bellissimo film di Vittorio de Sica, “L’oro di Napoli”, in cui le pizze fritte venivano preparate da una procace e giovanissima Sofia Loren. E così le pizze fritte si trovano ovunque a Napoli, un must insieme alla pizza margherita piegata a portafoglio! 🙂

La stagione adatta per preparare le montanare in casa è proprio l’estate, periodo di pomodori freschi… Insomma, una ricetta di stagione e ho scelto proprio questa per partecipare al Concorso bandito da Terra di Fuoco, dedicato alla diffusione della conoscenza dei prodotti di eccellenza campani tra blogger e appassionati. Lo scopo di questa iniziativa è proprio quello di raccontare di un’altra Campania, oltre a quella che emerge dalle cronache nere. Una Regione che vanta tante eccellenze, tra le quali sicuramente in campo alimentare: i sapori, i colori e i profumi delle ricette della mia terra non potranno essere rinvenuti in nessuna altra parte del mondo! Lo racconta bene il blog “Scatti golosi” in questo post Perché non si può e non si deve parlare di Campania solo come Terra dei fuochi.

L’iniziativa consiste nello scegliere un prodotto campano e realizzare una ricetta che lo veda protagonista. Io ho scelto il pomodoro, non importa se di San Marzano, del Piennolo, ciliegino… Occorre un buon pomodoro per condire queste fantastiche pizze fritte: infatti, il sugo ottenuto con questi pomodori non deve trasmettere acidità al cibo.

Ma come si prepara l’impasto della pizza fritta ? Certamente ogni pizzaiolo ha i suoi segreti, le proprie tecniche… Quello che conta è che l’impasto deve essere davvero molto elastico! Sicuramente tra i “segreti” c’è una lunga maturazione dell’impasto, e questo è possibile con l’utilizzo di una buona farina di forza, capace di sopportare i lunghi tempi di lievitazione ed una certa estensibilità dell’impasto. Per ottenere un buon impasto occorre che esso abbia abbia resistenza, sofficità, elasticità e una giusta capacità nell’assorbire l’acqua: io ho utilizzato le farine che avevo a disposizione: farina di manitoba, farina Caputo rossa, farina 00 per pizza, con una spolverata (decisa all’ultimo minuto) di semola rimacinata e un 60% di idratazione.

Poi, si utilizza davvero poco lievito di birra: io ne ho utilizzato un grammo (sì, un grammo) su mezzo kg di farina, perchè pare che appunto uno dei segreti è la lunga lievitazione!  Un grammo di lievito è più che sufficiente (io per mezzo kg di farina ne avrei messo anche di meno, giusto una lenticchia), anche se potrà sembrarvi strano, specie se siete abituati ad utilizzare il cubetto intero: vi assicuro che bastano davvero pochi grammi per far lievitare un impasto!

E per friggere? Io ho letto che l’olio migliore è l’olio extravergine di oliva, ma io ho utilizzato l’olio di semi, quello di arachidi è l’olio che ha il maggior punto di fumo. L’importante è friggere in abbondante olio e ad una temperatura costante a 170-180 gradi. Perchè? Durante la cottura, come spiega il professor Sacchi in questo link,  si verificano una serie di reazioni chimiche: “La pizza si dora e si gonfia e assume la caratteristica croccantezza esterna” . Questo, “Perché l’acqua, se a 100 gradi bolle, a 180 evapora rapidamente”.

E ora veniamo alla ricetta che ho seguito per le pizzette fritte, le montanare appunto. Per le pizze fritte ripiene di ricotta, cliccate per la ricetta.

Ingredienti per 6 montanare medie (dipende da quanto le fate grandi)

  • 100 g di farina di manitoba W 400
  • 200 g di farina caputo rossa W 320
  • 150 g di farina 00 per pizze
  • 50 g di farina di semola rimacinata di grano duro
  • 1 g. di lievito di birra fresco*
  • 1 cucchiaino raso di zucchero
  • 250+50 g di acqua (60%)
  • 12 g di sale fino (2,5%) **
  • 15 ml di olio e.v.o. (3%)

* Se avete fretta e non avete molto tempo per attendere la lievitazione dell’impasto, mettete 8-10 di lievito di birra

** se vi piace l’impasto più saporito, mettete 13-14 g di sale.

N.B.

In mancanza delle farine sopraccitate, voi potreste utilizzare questa miscela, 250 g di farina di manitoba, 50 g di semola rimacinata e 200 g di farina 00. In questo caso attenzione alla quantità d’acqua, magari ce ne vorrà un po’ di meno, ad es. 260-270 grammi.

Per condire

  • pomodorini freschi q.b. (oppure pelati strizzati e frullati un poco)
  • foglie di basilico fresco
  • olio extravergine d’oliva q.b.
  • 2 spicchi di aglio
  • parmigiano reggiano q.b.
  • dadini di mozzarella a piacere

E, inoltre,

  • olio di semi per friggere

Procedimento

Sciogliere il lievito di birra in 250 ml di acqua a temperatura ambiente (se fa molto caldo, anche fredda di frigo) con un cucchiaino raso di zucchero per meglio attivare il lievito (se, invece, vi trovaste ad impastare in inverno, con una temperatura ambientale molto bassa, vi consiglio di usare 3 g di lievito di birra fresco e acqua appena appena tiepida, non calda mi raccomando! Altrimenti se impastate in mattinata, potete aumentare il lievito a 8-10 grammi).

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Setacciare le varie farine per ossigenarle ed aggiungerle gradualmente all’acqua, in cui è disciolto il lievito. Iniziare ad impastare energicamente con le mani, facendo assorbire tutta la farina. Disciogliere il sale nei 50 ml di acqua residua ed unirlo all’impasto, continuando ad impastare.

Dopo aver ottenuto un composto abbastanza omogeneo, unite l’olio extravergine d’oliva a filo facendolo assorbire ben bene all’impasto. Continuate ad impastare energicamente con le mani sulla spianatoia ed impastare finché otterrete un impasto completamento liscio, omogeneo ed elastico. Ci vorranno circa 15 minuti, se impastate a mano. Se occorre, aggiungete altra farina mentre impastate, ma poca.

Se disponete di una planetaria, iniziare ad impastare prima con la frusta a foglia, poi quando l’impasto diventa più consistente, passare al gancio (frusta ad uncino). Avviare la planetaria finché otterrete un impasto liscio omogeneo ed incordato, cioè che si avviluppa ben bene intorno al gancio. Finire di dare in ogni caso un’impastata con le mani sul piano di lavoro.

N.B.

La pasta dovra’ risultare morbida ed estremamente elastica!

Rincalzate i lembi verso il basso e ottenete un impasto dalla forma tondeggiante. Ungere con un tovagliolo imbevuto con poco olio d’oliva una capiente ciotola, adagiarvi l’impasto, coprire con pellicola e porre a lievitare a temperatura ambiente per tutta la giornata. Questo qualora abbiate messo pochissimo lievito. Se ne avete messo sugli 8 grammi, basteranno 3 ore.

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Qualora vi trovaste a preparare le montanare in inverno, aiutate la lievitazione dell’impasto mettendo ad esempio un pentolino con dell’acqua calda nel forno spento.

L’impasto va tenuto in un luogo riparato per circa 8-10 ore, e comunque finché non sarà raddoppiato il suo volume. (In pratica, dovrete impastare la mattina, per friggere la sera. In estate, la tempistica che ho seguito è la seguente: ho impastato alle ore 10:30. Ho fatto lo staglio alle 18 e a partire dalle ore 19:15 ho iniziato a friggere).

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Al raddoppio dell’impasto, si deve procedere allo “staglio”:

riprendere l’impasto e rovesciarlo su una spianatoia leggermente infarinata. Con un tagliapasta staccate tanti pezzi di impasto dal peso di 50 grammi l’uno se volete ottenere delle montanare piccine, altrimenti se volete ottenere la classica pizza fritta, i panetti dovranno pesare 150-180 g. l’uno.

Arrotondate ogni pezzo di impasto, rincalzando il lembi in basso, ponendo la chiusura sotto, e arrotondate la superficie di ogni panetto sul piano di lavoro, aiutandovi con i palmi delle mani. Adagiare i panetti su un piano, coprite da un canovaccio e fate lievitare di nuovo per un’oretta o sino al raddoppio del volume.

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Mettete a lievitare sempre in un luogo riparato, ad esempio, come fanno i pizzaioli, in un contenitore rettangolare con un coperchio. L’importante è che siano coperti, per evitare la formazione della crosticina che impedirebbe loro di lievitare correttamente. Potete anche coprirli con pellicola aderente o un canovaccio inumidito.

Trascorso il “periodo di appretto“, i panielli sono pronti per essere fritti.

Intanto, dovrete aver già preparato il sugo per condire le montanare.
Io lo preparo in maniera molto semplice. Lavo i pomodori (S. Marzano) e li sbollento qualche minuto in poca acqua, li scolo ed elimino facilmente la pellicina. In un pentolino, soffriggere due spicchi di aglio nell’olio evo, quando si saranno dorati, sollevarli ed aggiungere i pomodorini freschi, precedentemente schiacciati per eliminare i semini. Coprire con il coperchio e lasciar cuocere il sughetto finchè è pronto, schiacciando i pomodorini per ottenere il sugo dalla polpa. Aggiungere abbondante basilico fresco e far cuocere il sughetto per circa una mezzoretta. Aggiungere un pizzico di zucchero per bilanciare la eventuale acidità dei pomodori e salare q.b.

Ovviamente, potete prepararlo come siete soliti fare e utilizzare i pelati.

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Quando i panielli saranno pronti, stendere i panetti sulla spianatoia leggermente infarinata allargandoli con i polpastrelli delle dita, delicatamente, senza stracciare l’impasto.

Intanto riscaldate una pentola con abbondante olio di semi di arachidi. Se avete un termometro da cucina, portatelo a circa 180°C.

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Tuffate una montanara alla volta (o due se son piccine) nell’olio bollente e con il manico di un cucchiaio di legno pigiate sulla parte esterna della pizza, in modo che sia immersa nell’olio bollente per farla gonfiare. Dopo un poco, girare le pizzette per cuocerle anche dall’altro lato e quando sono dorate, sollevarle con una schiumarola e far scolare l’olio in eccesso su carta assorbente. Procedete a friggere gli altri panetti.

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Condire le montanare con il sughetto preparato precedentemente, al centro distribuite una spolverata di parmigiano grattugiato, qualche cubetto di mozzarella a piacere e disponete qualche fogliolina di basilico.

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Servire calde calde! 🙂

Poco lievito di birra fresco, è vero, è una piccolissima quantità ma nonostante questo, che lievitazione, leggerezza e sapore!! Gonfie, cicciotte, con una sottilissima crosticina…. Devono essere leggermente dorate in superficie. Ecco un primo piano di una montanara:

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L’interno sarà così, alveolato, con tante bolle… Ogni montanara è molto leggera e, per quanto fritta, molto digeribile! Nessun retrogusto di lievito, pesano pochissimi grammi ognuna e non erano affatto unte.

Un peccato di gola e non rendersi conto di compierlo… 😉

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Che dire?

Provatele, di corsa! Se avete meno tempo, ovviamente aumentate la quantità di lievito, non c’è problema.

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Con questa ricetta partecipo al contest Terra di fuoco, dedicato alla diffusione della conoscenza dei prodotti di eccellenza campani. E’ organizzato da Teresa de Masi di Scatti Golosi e Gennarino Forum in collaborazione con Evelina Bruno, About Web Food & Tv,   Giustino Catalano, Di Testa e di Gola  e con lo sponsor di produttori d’eccellenza della Campania, quali :

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panissimo sandra

Partecipo, con questa ricetta, alla raccolta #Panissimo20 del mese di Agosto delle amiche Sandra e Barbara, ospitata per il mese di Agosto nel blog della padrona di casa, Sandra Pilacchi.

Vi è anche il gruppo Facebook di riferimento, in cui potete ammirare le splendide creazioni lievitate (sia dolci che salate).

 

Pubblicato da dolcesalatoconlucia

Ciao a tutti, ho 30 anni, vivo e lavoro in prov. di Napoli e ho una grandissima passione per la cucina. Il mio interesse è rivolto parimenti al dolce quanto al salato. Spero di poter dare un forte contributo e aiutarvi nelle vostre creazioni!

11 Risposte a “Le montanare: pizze o pizzelle fritte napoletane. Ricetta con lievito di birra. Una ricetta d’eccellenza campana”

  1. Ciao, sembrano squisite queste pizzette fritte!!!

    Volevo sapere cosa fosse la Caputo rossa W 300. ho visto su Internet ed è una farina… fin qui ci siamo… ma che tipo? Per esempio io abito nella provincia di Salerno e questa marca non l’ho mai vista quindi cosa mi proponi per sostituirla? Che tipo di farina è? Saluti e ancora COMPLIMENTI!!!

    1. Ciao Linda, si sono ottime! Dunque, la Caputo è una farina molto famosa a Napoli…
      Capisco che non è sempre facile reperirla…
      Dunque, fai così: visto che serve una farina di una certa forza perchè comunque c’è una lunga lievitazione, puoi tagliare la farina di manitoba (che è una farina forte) con una più debole, cioè la farina 00.
      Ad esempio potresti fare 250 g manitoba e 250 g farina 00.

      Ma se disponi della farina di tipo 0 (che è una farina di media forza) puoi fare così: 150 g di manitoba e 350 g di farina di tipo 0 per pizze e focacce
      Fammi sapere se proverai a farle 🙂

  2. Lucia, anche mia nonna le faceva! ma non era napoletana!
    e io le adoro, le stra-adoro e le tue mi fanno venire una voglia matta di rifarle…. e poi con un g. di lievito!!! adoro la magia del lievito!
    grazie tesoro, un abbraccio
    Sandra

  3. Ciao Lucia,
    poichè adesso io uso solo lievito madre, volevo chiederti se questa ricetta si può fare con questo lievito e in quale quantità, anzichè con il lievito di birra. Se sì, va ancora bene impastare al mattino e friggere la sera?
    Io dispongo di una farina 0 non molto proteica, solo 9,3 di proteine perciò debole, quindi potrei mettere 250gr di farina 0 e 250gr di manitoba?
    Grazie ciao

    1. E qual è meglio tra i due impasti? Quello con lievito di birra o quello con lievito madre? Sai anch’io prima di avere il lievito madre facevo la pizza con pochissimo lievito di birra: 2-3 gr per 500gr di farina e facevo lievitare per l’intera giornata. Devo dire che le pizze erano buonissime, ma adesso ho il lievito madre ed uso solo quello.

      1. Hai ragione le pizze sono buonissime se si mette pochissimo ldb . Non ho preferenze, anche con il LM vengono benissimo. 😉
        Diciamo che uso quasi sempre il LM, questa ricetta è stata un po’ un eccezione ihih

    2. Si si, con il LM si possono fare benissimo le montanare fritte! Allora con il LM , rinfresca la sera prima, poi al mattino fai l’impasto e lo fai lievitare tutto il dì e friggi la sera, così ho fatto una volta… ((attenzione, in estate o con temperature elevate meglio mettere poca PM, ad esempio 50 g PM).
      Ora invece siamo a settembre e il clima è proprio l’ideale, nè troppo caldo nè troppo freddo…
      Potresti fare così:
      250 g farina 0
      150 g farina manitoba
      100 semola rimacinata
      100 g PM
      300-320 g di acqua
      12 g sale

      Ciao e a presto 🙂

  4. Ciao Lucia ho fatto queste delizie sabato scorso e non ti dico che spettacolo… Ne ho mangiato due il lunedì che erano avanzate e con una passata al microonde erano ancora buone….peccato che mi sono dimenticata di fare qualche foto… Sarà x la prossima volta…

    1. Ciao Angela, eh immagino che delizie… ^_^
      Sono proprio contenta che siano venute bene e che sia stata soddisfatta! Il tuo messaggio mi fa tantissimo piacere!!!!
      Grazie di cuore per essere passata di qui, e a presto! 🙂

    1. Buonasera, intende dire per farina normale una di grano tenero?
      Si, basta che non sia soltanto una farina 00 debole , quella che si trova a supermercato, più indicata per fare dolci e pasta frolla. Può usare farina 00 ad es del ;ulino Caputo, una miscela di farina manitoba in piccola percentuale e tipo 0 o tipo 00. Sta a lei bilanciare, anche in base alla quantità di lievito che mette. Se mette poco lievito, la lievitazione sarà molto più lunga e quindi occorreà una farina un po’ più forte e tenace

      Saluti, Lucia

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