FOREST BATHING LA TERAPIA FORESTALE DA PRATICARE NEL MUGELLO

Un’attività a cui ho voluto dedicare un post specifico è quella che abbiamo fatto nel Mugello, l’attività di FOREST BATHING LA TERAPIA FORESTALE DA PRATICARE NEL MUGELLO. Letteralmente significa “fare il bagno negli alberi” usata sia a scopo terapeutico che a scopo rilassante grazie alla connessione con la natura. Arriva dal Giappone dove oggi viene prescritta addirittura a livello medico come terapia. Da noi non siamo ancora arrivati a questo ma fortunatamente ha fatto degli importanti passi avanti. Era già dai primi anni ’80 che l’Agenzia Forestale del Giappone consigliava di fare passeggiate nei boschi per ridurre lo stress. Oggi la “Forest Therapy Society di Tokyo” ha certificato ben 62 siti di terapia forestale nel paese. Grazie alle ricerche e agli esperimenti condotti da questa associazione, si è potuta stilare una lista precisa degli effetti benefici del FOREST BATHING. Di seguito la lista che hanno predisposto in cui si capisce come il contatto con la natura sia effettivamente benefico per il nostro corpo e la nostra mente.

  • Allevia le condizioni di stress (intese come tensione, depressione, rabbia, stanchezza, confusione);
  • Allevia il dolore fisico;
  • Migliora il vigore, la vitalità e l’energia vitale;
  • Migliora l’umore e favorisce l’empatia;
  • Riduce la pressione sanguigna. 

Prima di spiegarvi come funziona un vero e proprio BAGNO NELLA FORESTA vi racconto da dove siamo partiti noi e soprattutto un pò della storia del posto meraviglioso in cui ci siamo immersi.

Come vi ho anticipato siamo nella zona del Mugello, in particolare a BADIA DI MOSCHETA a Firenzuola. Questa abbazia fu fondata da San Giovanni Gualberto nel 1034 ed è molto interessante anche il nome perchè “Moscheta” deriva dal luogo in cui fu fondata , chiamato anticamente Mons Ischetus ovvero Monte degli Ischi che sono delle querce dolci, nome poi volgarizzato in Moscheta.

All’ingresso del chiostro si trova ancora oggi la riproduzione di una lunetta in pietra serena con i simboli di Moscheta. Sono raffigurati San Pietro, la farnia e l’istrice. Mondo del sacro, delle piante e degli animali. A San Pietro San Giovanni Gualberto dedicò l’abbazia, emblema della sua lotta contro la simonia e la ricchezza del clero. Per il mondo vegetale San Giovanni Gualberto scelse la farnia, da cui deriva il nome del luogo, chiamata quercia dolce perché le ghiande hanno un sapore molto dolce, da cui le popolazioni di queste montagne ricavavano anche il caffè.
L’istrice infine indica lo stile di vita sobrio e ritirato dei monaci. Viene infatti rappresentato con gli aculei abbassati in segno di addomesticamento da parte dei monaci o di convivenza pacifica dato il silenzio e la vita ritirata dell’Abbazia.

La storia narra che negli anni successivi alla fondazione, Moscheta ha subito due distruzioni miracolose ad opera di due elementi naturali: l’acqua e il fuoco. La prima volta fu la forza dell’acqua del torrente Vacchile, che scorre accanto al complesso, a provocare una frana che investì la nuova Badia. L’acqua era stata invocata dall’ira di San Giovanni Gualberto che, tornato dopo qualche anno a Moscheta trovò arredi sfarzosi e monaci che non osservavano i principi di sobrietà dell’ordine.
La Badia fu ricostruita con le stesse pietre ma qualche anno dopo, secondo la leggenda ,il volere Divino punì i monaci con un incendio di cui permangono ancora oggi delle tracce.
In questo caso i religiosi avevano accettato l’eredità di un ricco signore che aveva donato tutto alla badia in punto di morte diseredando i parenti.

Ma se vi state chiedendo: COME SI FA UN BAGNO NELLA FORESTA? eccomi pronta a spiegarvelo subito.

Prima di tutto, via il cellulare!
E qualunque altro dispositivo vi possa distrarre dal vostro dialogo con la foresta.
Cominciate a camminare. Lentamente, oscillando bene le braccia intorno al corpo.

Respirate profondamente, cercando di distinguere gli odori che vi circondano. Il muschio sulle rocce? La menta selvatica? Quindi dedicatevi ai colori e ai suoni: quanti canti diversi riuscite a sentire? Quante sfumature di verde riuscite a contare? 

La Forest Therapy Society raccomanda un“immersione” di almeno due ore di a settimana. E se vi state chiedendo dove si fanno i bagni di foresta più memorabili, i nostri amici giapponesi consigliano di tuffarsi di preferenza nelle foreste più antiche. 

Sono loro, quelle che hanno più storie da raccontare. 

Noi siamo stati accompagnati da una guida CAI e da una psicologa. Perchè entrambe queste figure? Perchè la guida ovviamente ha conoscenza dei luoghi e soprattutto dei sentieri e di come comportarsi per non incappare in pericoli e la psicologa, prima di partire, ci ha spiegato come questa terapia è utile per il nostro corpo e soprattutto come affrontarla. Ho detto che entrambi ci hanno parlato prima di partire proprio perchè durante un percorso del genere è importante che ci sia silenzio per attivare i cinque sensi e per far si che abbia uno scopo benefico. Se siamo un gruppo e si parla tra noi o se la guida parla, tutto questo viene meno. Abbiamo così avuto la possibilità di poter ascoltare l’acqua che scorreva , di poter toccare gli alberi, il muschio ed entrare a diretto contatto con la natura. Respirare tutte quelle sostanze benefiche che vengono messe in circolo dagli alberi. Che dire è stata davvero una esperienza rigenerante che vi consiglio assolutamente di fare.

Vi lascio i link di riferimento qui di seguito.

Museo Badia di Moscheta: https://www.mugellotoscana.it/it/conoscere/i-musei-del-mugello/museo-del-paesaggio-storico-dellappennino.html

Associazione Foresta Modello delle Montagne Fiorentine: http://www.forestamodellomontagnefiorentine.org/64/it/home.html

Pubblicato da dolcegiuridica

Food blogger sulla piattaforma di Giallo Zafferano, conosciuta con il nome di Dolcegiuridica, Elisabetta condivide sul suo blog foto e video delle ricette create con i prodotti a chilometro zero del proprio orto, puntando sulla stagionalità e sulla qualità. Unendo la passione per la cucina a quella dei viaggi, è andata alla scoperta delle eccellenze gastronomiche del nostro Paese e delle aziende che le producono, trasformandole in deliziose ricette.