Continuiamo a pensare ai prossimi giorni di festa, anche se ancora non sappiamo bene come trascorreranno. Avete voglia di una idea nuova? Di una crostata dal sapore delicato e fresco? Non temete! Ho quel che fa per voi!!! Una torta di panna cotta buonissima, semplice e storica, così potrete fare un figurone e stupire tutti con una ricetta tra le più raffinate del 1500!!
La ricetta di oggi è tratta dall’opera Banchetti, composizioni di vivande et apparecchio generale di Cristoforo Messisburgo . I suoi piatti sono rappresentativi dei grandi palazzi e della società di corte. Il testo venne pubblicato l’anno dopo la morte di Messisburgo ed è diviso in due parti: la prima è dedicata all’organizzazione dei banchetti ed è illustrata da esempi di festini tenutisi sotto la sua direzione alla corte degli Estensi, con indicazioni relative ai menù, al nome e al numero dei piatti, allo svolgimento dei pranzi e indicazioni relative anche agli intermezzi musicali; la seconda parte del testo è, invece, dedicata alle ricette, quelle più raffinate perchè, come dice lo stesso autore questo solo è da sapere ch’io non spenderò tempo, o fatica in descrivere diverse minestre d’hortami, o legumi, e insegnare di friggere una tencha o cuocere un luzzo su la gratella, o simili altre cose, che da qualunque vile femminuccia ottimamente si sapriano fare (un simpaticone insomma.. ). Ma solo parlerò delle più notabili vivande.
Eccovi la ricetta originale della Torta di panna cotta tratta dal manoscritto:
Torta di mangiare biancho, overo cavvi di latte
Piglia otto o dieci chiari d’uova, e sbattili molto bene, poi habbi oncie quattro di zucchero, e d’acqua rosata oncie due, e ponile nelle dette uova, poi habbi mangiar biancho, overo cavi di latte in quella quantità che ti pare abbastanza per fare la torta, e incorpora insieme con le sopradette cose, o poi empi le tue spoglie ungendo prima la tiella di sotto, e ponendo butiro disfatto sopra la spoglia, e poi la porrai a cuocere, cotta che sarà li porrai sopra oncia quattro di zuccaro fino. Ma queste torte sariano meglio con una spoglia solo overo facendoli le reticelle, o gelosie di pasta reale.
Per cavi di latte si intende la pelle del latte che si può prendere dalla superficie del latte portato a bollore e raffreddato. In una ricetta di Bartolomeo Scappi, sempre rinascimentale, per la Torta bianca comune utilizza indistintamente cavi di latte o panna fresca, quindi ho preferito utilizzare la panna per praticità.
Per la pasta frolla per una crostata di 26-28 cm di diametro
200 g di farina 0
100 g di burro
80 g di zucchero a velo
1 tuorlo
un pizzico di sale
2 cucchiai di acqua di rose
per il ripieno
4 albumi
250 g di panna fresca
90 g di zucchero a velo
4 cucchiai di acqua di rose
zucchero per spolverare
Iniziamo preparando la pasta frolla: mescoliamo il più velocemente possibile tutti gli ingredienti. Formiamo un bel panetto e mettiamolo in frigo per qualche ora.
Trascorse almeno un paio di ore, tiriamola fuori dal frigo e stendiamola della misura giusta per foderare lo stampo (se ha i bordi alti è meglio perchè la torta tenderà a crescere durante la cottura, per poi sgonfiarsi quando si raffredda). Rimettiamo la teglia con la pasta in frigo e procediamo con la preparazione del ripieno. Intanto accendiamo il forno a circa 200-220°. Montiamo leggermente la panna, dovete fermarvi quando inizierà a montarsi e sarà lucida e teniamo anche questa in frigo. Montiamo a neve ben ferma le chiare d’uovo con lo zucchero. Aggiungiamo l’acqua di rose e la panna. Siate delicati, così non si smonteranno gli albumi. Prendiamo la tortiera, versiamo la crema ottenuta, sempre moooooolto delicatamente e inforniamo per circa 35-40 minuti. Sarà pronta quando sarà bella colorita. Quando è fredda cospargetela con abbondante zucchero a velo.
Già mi vedo nei tra qualche settimana a sorseggiare la mia tisana alla pesca o una cioccolata calda accompagnata da questa torta deliziosa!! 😀
A presto!!
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