Menù per il pranzo dell’Immacolata, ossia per l’8 dicembre, il giorno in cui a Napoli in famiglia ci si riunisce e si celebra l’inizio delle festività natalizie con l’usanza di decorare il presepe e l’Albero di Natale. Questa festa rappresentava per me da bambina l’inizio magico del Natale, perchè si respirava finalmente quell’atmosfera magica e ricca di riti casalinghi, che a casa dei miei nonni raccontavano le usanze di tutta la famiglia.
A questi ricordi sono particolarmente legata, non solo alle ricette che sono anch’esse un vero e proprio patrimonio della memoria e degli affetti. Se oggi il Natale lo ricordo con affetto e gioia è anche merito dei miei nonni che, nonostante non ci siano più da tempo, vivono nel ricordo dell’allegria e del calore che donavano a noi nipotini!
Il nonno, specialmente lui, era il tenace custode delle usanze riguardanti l’allestimento del presepe. Quando arrivavamo a casa loro, poco prima dell’ora di pranzo, c’erano scatoloni da aprire, presepe da spolverare e statuette a volte da incollare con enorme delicatezza. Il loro gattino, poi, abbastanza eccitato da quell’ondata di persone, colori, palline e festoni argentati, era una minaccia costante alla già precaria esistenza della Grotta della Natività per cui veniva elegantemente confinato in una stanza priva di pastori delicati.
Si procedeva in tandem: in cucina sotto la vigile direzione di nonna, le zie e mia madre terminavano con gli ultimi ritocchi per il pranzo, assaggiavano sughi, salavano il contorno, dosavano gli ziti o i paccheri, mentre noi, la nidiata di creaturelle, più o meno decenni, contribuivamo al presepe e poi all’Albero.
Ogni anno il nonno acquistava un personaggio o una nuova decorazione, e in tal modo il presepe era sempre diverso seppur uguale a se stesso. Prima di metterci a tavola, si controllavano se le luci dell’Albero si accendevano alla giusta intermittenza, poi raddrizzavamo qualche pecorella sbilenca e aggiungevamo meticolosamente qualche fiocco di neve (ovviamente era solo della candida ovatta!) sui tetti delle casette. Quando potevamo dirci tutti soddisfatti del nostro personale tocco artistico…e finalmente andavamo a pranzare!
Menù per il pranzo dell’Immacolata
Il pranzo vero e proprio consisteva in piatti super tradizionali, e quindi spazio alla pizza di scarole come antipasto e alla pasta con il ragù di carne come primo piatto;oppure se nonna voleva cambiare un poco allora preparava la crostata di tagliatelle al forno. Ai più piccini sempre pasta al ragù di carne napoletano e per secondo le intramontabili polpette al sugo con contorno di patatine fritte.
Per gli adulti il secondo piatto molto spesso era al forno e con contorno annesso, come i mini polpettoni con pancetta e uova sode.
oppure l’abbacchio sempre con prosciutto e piselli al forno.
Se avanzava spazio (nello stomaco) e si aveva ancora fame, si portavano in tavola i peperoni fritti oppure i friarielli in padella ben piccanti.
La frutta spesso era servita come macedonia, con grande abbondanza di mele annurche, e poi per terminare in dolcezza, il caffè insieme ai dolci tipici.
Freschi di giornata e direttamente dalla pasticceria di fiducia, ecco planare sul tavolo vassoi dorati colmi di piccola pasticceria e di roccocò, durissimi e profumatissimi, mentre nonna spolverizzava di zucchero a velo le sue graffe di patate.
Ed è proprio questo il momento che ricordo con più affetto: noi piccini tutti insieme attorno alla nonna, con le sue mani innevate di zucchero, che distribuiva le sue graffette e le sue carezze a noi – i suoi nipotini.
A questo punto non mi resta che augurare una serena festa dell’Immacolata a tutti!
E visto che sarà a breve sarà Natale, a questo link sono raccolte una serie di ricette tradizionali e non solo dedicate ai vari menù festivi natalizi!
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