#recensione OPEN BALADIN

OPEN BALADIN

Partiamo oggi per un’esperienza del gusto veramente unica; andiamo a Roma, zona Campo dei Fiori, in via degli Specchi,6, all’Open Baladin, un luogo dalle atmosfere sensoriali dei sapori uniche, dove sono stato 20 giorni fà e dove ritorno sempre volentieri; una tappa ormai obbligata per gli amanti della birra buona e di cibi originali e semplici ma allo stesso tempo cucinati in modo favoloso.

cos’è  l’Open Baladin?
non è un pub, non è un ristorante, non una birreria, e nemmeno una brasserie;
wine bar? neppure.
ma allora come definire questo locale nel cuore di Roma dove ogni appellativo tra quelli elencati è a dir poco riduttivo?
Open baladin è slow food & beer, è assaggiare e assaporare gusti ormai persi nei territori culinari moderni artificiali e artificiosi; è sorseggiare e fare propri dei sensi aromi di birre artigianali uniche e speciali, prodotte da mastri birrai di microbirrifici di tutta Italia, capaci di creare veri elisir divini.
Open Baladin nasce a Roma come distaccamento centrale di quella grande microrealtà birraia che è il birrificio Baladin di Piozzo-Cuneo, che si pone nel panorama dei microbirrifici italiani in una posizione di assoluto rilievo e predominanza.
L’Open non è il classico locale birreria in semiluce, con toni grigi, le pareti annerite dal fumo di gente passata, o come altri pub dove ti aspetti di trovare gruppi assordanti di tipi con boccali in mano.
Dimenticate tutto questo… l’Open è festoso e gioioso come un classico pub da cui attinge solo nell’uso delle spine (circa 40!!), ma dal quale si distacca per quel che riguarda birre convenzionali, salatini vari, classiche patatine bastoncino, ketchup plastificati o fritti ultrasurgelati; ma acquisisce suoni, tonalità e sapori unici e ricercati, dallo stile un po’ retro e dall’atmosfera sensoriale carica di soffusità jazz e picchi di rock, come nelle creazioni gastronomiche che prendono spunto dai classici fast food, ma che si fermano in un attimo di degustazione indefinito stile slowfood.
Le birre baladin ormai sono una leggenda, uniche e inconfondibili, fanno dell’artigianalità nella fusione di lieviti, malto e luppolo un’arte pari a un quadro di Monet, una mistura di colori dai toni caldi rossi e gialli fino a sapori più freschi come albe fredde.
Troviamo all’interno oltre 40 birre spillate o a pompa che lascia inalterati i sapori veri di una bevuta direttamente dalla botte; più di 100 etichette di birra  sono prodotte da circa 26 birrifici italiani, tante realtà artigianali che stanno sovvertendo i vecchi rapporti di produzione e consumo vino/birra del nostro territorio. Parliamo di birrifici blasonati e premiati per la loro eccellenza ma anche di produzioni minori e appena nate che fanno della qualità un imperativo primario.
Al bicchiere troviamo molte tipologie di birra, dalle classiche blonde/golden ale, fino alle belgian strong ale d’ispirazione belga, le indian pale ale, passando per le scure stout fino alle più profumate saisonbelghe, e alle “frumentose” weizen stile tedesche, fino ad arrivare alle barley wine, birre che non hanno nulla da invidiare al vino caratterizzate da alte gradazioni, intensità e dall’invecchiamento nelle botti proprie del vino.
Nascono quindi da queste storie locali di elevata eccellenza e cultura birraia nettari speciali, realizzati usando anche materie prime impensabili fino a qualche anno fà: pepe, fiori di karkadè, frutti rossi, pesche, castagne, miele, ciliegie, cannella, mirra, tabacco, coriandolo
Oltre alle straordinarie birre all’interno dell’Open assume il ruolo di protagonista, a braccetto con la birra, un cibo di straordinaria ricercatezza e al contempo estrema semplicità culinaria.
Lo chef Gabriele Bonci ha creato un menù invitante ed entusiasmante dove dominano degli hamburger leggenda, tutto preparato con ingredienti naturali di produzioni biologiche e materie prime di alta qualità, come la carne di manzo 100% italiana presidio slow food selezione “La Granda”, dentro il pane che è uno spettacolo per gli occhi e la gola, avvolti da guanciale di Norcia e pecorino di Pienza; troviamo sulla carta anche le mitiche Fatate: chips di vere patate con la buccia servite sui classici coni di cartapaglia, insaporite da ingredienti fantasiosi, tipo aglio, pecorino, liquirizia, paprika insieme ad un sale marino piacevolissimo, accompagnate con salsa ketchup fatta in casa; ci sono inoltre crocchette di pollo fatte veramente con il pollo e persino tagliate di manzo cotte, o crude stile tartara.
L’ambiente è composto dalla vivace e colorata grande sala principale dove si accede entrando nel locale, quì si rimane subito folgorati dalla grande muraglia di bottiglie dai colori e dalle etichette più disparate, e dalle 40 spine.

Le altre sale più piccole sono arredate in stile barocco con sedie imbottite, divani e tendaggi vintage, con drappeggi e cuscini damascati, dove si può trovare maggiore intimità ideale per serate romantiche di coppia o con gruppetti di amici alla ricerca di rilassanti chiaccherate.
Io sono stato a pranzo con la mia ragazza alle ore 12.30 e c’erano già 3-4 tavoli occupati, ma la sera è quasi sempre pieno ed è necessaria la prenotazione per evitare lunghe code in attesa.
Abbiamo ordinato le saporite fatate al cartoccio con pecorino e aglio (gusto molto deciso e ricco), un’hamburger “Bacon” (con guanciale affumicato di Norcia) mentre la mia ragazza il gustosissimo “Singin’ in the rain”, accompagnati da una birra Enkir e da una Keto Reporter porter aromatizzata al tabacco (entrambe del birrificio Birra del Borgo).

I panini erano eccezionali, in particolare vi voglio raccontare e consigliare il ricchissimo Singin in the rain, 180 grammi di carne 100% italiana piemontese selezione La Granda adagiato su dolcissimi peperoni grigliati e cipolla sfumata alla birra, e con sopra guanciale croccante, groviera e tabasco, all’interno di un panino tempestato da una cascata di semi di ogni tipo…un vero capolavoro.

I prezzi sono un po’ altini, ma ne vale la pena per certe prelibatezze, vanno dai 5 euro per tutte le birre al bicchiere, 5 euro le fatate, gli hamburger variano da 8 euro per i più semplici fino a 12-14 per gli speciali, un po’ di più per le tagliate di carne.
E’ stata un’esperienza gourmet di alto livello, che mi è rimasta dentro come tutte quelle volte in cui mangio in un locale dove si crea quel magico connubio tra cibo perfetto, beverage sopraffino e ambiente unico.
Se vi trovate a Roma, fateci un salto, ve lo consiglio assolutamente.