Si racconta che questa antica preparazione derivi dall’abitudine dei pescatori, quando erano costretti molti giorni in mare, di cucinare il pesce direttamente nelle barche con acqua di mare e i pochi ingredienti che potevano portarsi dietro: aglio, olio, peperoncino e vino.
Oggi, come tanti piatti poveri della tradizione, l’acqua pazza è divenuta una prelibatezza servita nei migliori ristoranti e proposta in diverse varianti le quali prevedono, per la gran parte, l’aggiunta di pomodorini e prezzemolo.
Io, per dare un sapore più deciso e fresco, ho voluto ulteriormente arricchire la ricetta aggiungendo una manciata di capperi dissalati e la scorza di limone grattugiata.
Filetti di orata all’acqua pazza
Ingredienti per quattro persone:
8 filetti di orata (800 g circa)
8 pomodorini piccadilly
Una manciata di capperi dissalati
2 spicchi d’aglio
Un peperoncino
La scorza di mezzo limone
Mezzo bicchiere di vino bianco
Prezzemolo qb
Olio extravergine
Preparazione:
Sbollentare i pomodorini, pelarli e tagliarli a quarti
In una padella capiente versare un giro d’olio, disporre i filetti di orata e aggiungere i pomodorini, i capperi, gli spicchi d’aglio passati nello spremiaglio, il peperoncino tritato e la scorza di limone grattugiata
Versare il vino, un bicchiere d’acqua scarso, regolare di sale e fare andare per una quindicina di minuti dall’inizio del bollore a fiamma media
Servire ricoprendo i filetti con il fondo di cottura e i pomodorini aggiungendo per ultimo il prezzemolo tritato e accompagnando il tutto con fette di pane casereccio abbrustolite