Ci risiamo. (rileggendo il post ho notato il ri-siamo/risi-amo. ok sparatemi.)
L’MTC è tornato dopo le ferie più carico che mai.
Questo mese il tema scottante scelto da Acquaviva è il riso, ma non un riso e basta, bensì le tecniche di cottura del riso.
Per l’esattezza tre:
. la cottura per assorbimento
. la cottura al latte
. la cottura pilav
Per la prima proposta (perchè conto di riuscire a farne un’altra, almeno.) mi sono lanciata sulla cottura al latte.
Uno dei comfort food invernali perfetti.
Odio le minestre, preferisco le vellutate di verdura, ma non so resistere al riso nel latte.
Sostanzioso, che scalda lo stomaco.
In poche parole perfetto.
Per l’occasione però l’ho pensato dolce, un po’ ubriaco (poco poco) e accompagnato da consistenze diverse.
Ho utilizzato il Ribe, mi piace la consistenza che mantiene in cottura e il fatto che non si “spappoli”.
Ma andiamo alla ricetta.
E se non avete molto tempo, alla fine del post vi consiglio anche una “via di scampo” più veloce.
Dimenticavo.
Per le lingue di gatto ho seguito la ricetta di Pellegrino Artusi fino a quando il tuorlo maledetto ha deciso di suicidarsi per non lasciare da solo l’albume.
Ho impastato e infornato comunque.
Risultato delizioso!
Tante ricette nascono da errori, no?
Anzi, se per caso la ricetta delle lingue di gatto con l’uovo intero dovesse avere un altro nome, siete pregati di comunicarlo, danke!
E riguardo la cottura del riso, ho aumentato i tempi asciugando il riso nel latte per poi riportarlo alla consistenza iniziale grazie allo zabaione.
Riso allo zabaione profumato al porto con fichi caramellati (e non) per l’MTC
Ingredienti:
per il riso allo zabaione profumato al Porto:
220g di riso ribe
1l di latte
1 presa di sale
2 cucchiai di zucchero
3 tuorli
90g di zucchero
1 bicchierino di Porto rosso (circa 30g)
per i fichi caramellati:
3 fichi neri
zucchero di canna
per le lingue di gatto (che dovevano essere di Artusi, ma si sono auto-modificate):
100g di burro a pomata
100g di zucchero a velo
100g di farina 00
1 uovo
Preparazione:
Innanzitutto preparate il riso.
Portate a bollore dell’acqua in una pentola e fate cuocere per 1 minuto il riso, quindi scolatelo e sciacquatelo sotto l’acqua fredda corrente.
Mettetelo in una casseruola con il latte, il sale e lo zucchero.
Copritelo e fatelo cuocere a fiamma media per 20 minuti con il coperchio (facendo attenzione che non fuoriesca il latte, come ho fatto io), poi togliete il coperchio e proseguite la cottura per altri 15 minuti mescolando ogni tanto.
Gli ultimi 5 minuti alzate la fiamma per far sì che il latte in eccesso si asciughi un po’, continuando a mescolare.
Spegnete il fuoco e coprite la casseruola con il coperchio.
Nel frattempo preparate lo zabaione.
Montate con le fruste i tuorli con lo zucchero e, quando saranno chiari e spumosi, aggiungete il Porto e amalgamatelo al resto.
Mettete la ciotola a bagnomaria, mescolando con una spatola spesso, fino a quando lo zabaione risulterà ben spumoso.
Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire.
Nel frattempo accendete il grill del forno, tagliate i fichi a fettine, cospargetele con lo zucchero di canna e passatele sotto il grill per 10/20 minuti.
Mentre i fichi caramellano preparate le lingue di gatto.
In una ciotola lavorate il burro a pomata, aggiungete lo zucchero a velo incorporandolo bene, quindi fate lo stesso con la farina e, per ultimo, incorporate l’uovo ottenendo un impasto cremoso.
Inseritelo in una sac a poche e, su una teglia coperta di carta da forno, formate dei cilindri lunghi un dito e del diametro di cm.
Infornate le lingue di gatto nel forno caldo a 180° per 7 minuti, fino a quando i bordi saranno ben dorati.
Toglietele dal forno e lasciatele raffreddare completamente, prima di sposarle, in modo che si induriscano e non si sformino.
Componete il dolce.
Mescolate lo zabaione al riso, quindi formate una quenelle con l’aiuto di due cucchiai e appoggiatela su una lingua di gatto. Aggiungete una fetta di fico caramellato e servite.
Nota:
Conservate il riso allo zabaione in frigorifero.
Togliete dal frigorifero il riso allo zabaione almeno 20 minuti prima di servirlo, quindi componete il dolce e servitelo.
Non mettete in frigorifero il dolce già composto perchè le lingue di gatto perdono la croccantezza.
Se non avete tempo, non vi piacciono i fichi caramellati o li preferite “nature”, per servire il dolce tagliate un fico in 4 senza arrivare fino in fondo con il coltello, in modo da non separare del tutto le fette, quindi nel centro mettete una quenelle di riso allo zabaione e aggiungete una lingua di gatto. Servite!
Con questa ricetta, ovviamente, partecipo all’MTChallenge n°41 di settembre “le tecniche di cottura del riso”.
Ma che meraviglia! Un comfort food perfetto questo, con la nota alcolica dello zabaione che gli dà un po’ di verve!
E quelle lingue di gatto perfette, nonostante la variazione “in corsa” della ricetta?
Bravissima!!!
P.S. Anche io ho comperato del Ribe per la cottura nel latte: corrispondenza di golosi sensi? 😉
Uh! Grazie Mapi 😉
Adoro lo zabaione forse più del risolatte.
Da quando utilizzo il Porto al posto del marsala poi, non ti dico!!
Siamo compagne di riso allora 😉
Io utilizzo quello nei risotti di solito, è proprio amore!
trasformare il riso in un dessert cremoso ma conservare una certa consistenza del chicco gode di tutto il mio apprezzamento. Completarlo con il profumo del Porto, il croccante dei biscottini e con il languore del fico caramellato ne fa un piatto esaltante.
Mi piacciono i dolci in cui il riso rimane riso e non diventa crema.
Grazie mille davvero!
Ora mi impegno per (almeno) una seconda sfida, ci hai dato un bellissimo tema!!
Leggo la ricetta, immagino i sapori, le consistenze e il profumo meravigliosi ….. li immagino perchè ahimè dallo schermo di un pc non tutto è possibile, ma una cosa che vedo e che mi affascina sono i colori di questi tuoi abbinamenti!
Su su, tappa a Brescia!
Ti offro volentieri un dolcetto 😉
Grazie mille!!
Guarda, sfondi una porta aperta. È vero c’è un riso più adatto per ogni occasione, ma quello che conta veramente, alla fine è il gusto. Ad, da noi, io sono siciliana, se presenti un risotto fatto con un riso diverso dal parboiled, ti dicono che non lo sai fare, perché il chicchi si preferisce ben sgranato ed integro.
Adesso so che si griderà allo scandalo, ma bisogna fare i conti anche con il palato di chi mangia!
Entrambe le presentazioni sono fantastiche e le foto da urlo, che te lo dico a fa’?
Qui non ci formalizziamo molto, basta che sia buono e non diventi appiccicoso o rimanga liquido stile minestra.
Grazie grazie grazie davvero!! Buona domenica 😉
ti dico solo una cosa.
A dispetto dell’Artusi, del tuorlo caritatevole, di giochi di parole che ci piacciono tanto- e con la mia parola di lupetto che la bottiglia di Porto giace ancora intonsa, nel mobile bar.
Tu, prima o poi, un mtchallenge lo vinci.
E se vai avanti così, più prima che poi…
grandissima!!!
E io ti dico un’altra cosa.
Grazie.
Grazie davvero!
Allunga un bicchierino vah che ci facciamo un cicchetto di Porto 😉
Ma perché io questa me l’ero persa?
Bellissima, colorata, autunnale e -come sempre- fotografata talmente bene che ci si lancia sul monitor, restando delusi.
Sei super!