Piccole e delizose bacche, amanti generalmente degli ambienti boschivi e montani, i frutti di bosco sono davvero un dono prezioso che la natura ha deciso di fare all’uomo.
A seconda del colore si suddividono in frutti rossi (lamponi e ribes) oppure in frutti neri (more, cassis e mirtilli).
Il lampone predilige climi freddi e montani e la sua polpa, “raccolta” in una sorta di piccolo grappolo, ha un sapore dolce che nasconde però uno spiccato retrogusto acidulo.
Il ribes, tipico frutto dei paesi nordici, se tinto di un acceso colore rosso o di un candido bianco è caratterizzato da un sapore acidulo e da bacche brillanti, lucide e ben gonfie se invece si “tinge” di toni più scuri tende a essere molto più dolce, a patto però che sia ben maturo, e più generoso dal momento che ha frutti più grandi.
La mora, bacca granulosa, nera e lucente ha una scala di sapore che va dall’acidilo al ben più appetibile dolce.
Infine il mirtillo, in assoluto il mio “piccolo frutto preferito, è da preferire selvatico perchè il suo sapore è estremamenete vivace e dolce; di tre varietà, a seconda che si colori di nero, blu o rosso, è senza dubbio il più apprezzato fra tutti i preziosi frutti di cui ci fa dono il sottobosco.
Poveri di calorie ma ricchi di vitamina C, antiossidanti (in particolar modo polifenoli), acidi organici e sali minerali andrebbero consumati freschi per godere a pieno di tutte le loro proprietà anche se in cucina sono ideali per svariate prearazioni, dolci o salate, una più buona dell’altra (trovano un vasto impiego nella preparazione di salse e sughi per accompagnare carni o formaggi, per la preparazione di marmellate, torte, gelati, sorbetti, succhi o coulis).
Saperli scegliere è importante: da prediligere sono i frutti di colore brillante e consistenza soda tanto quanto sono da evitare assolutamente le bacche dai toni sbiaditi e che all’occhio appaiono secche o molli.
E se sceglierli è importante fondamentale diventa conservarli correttamente vista la loro estrema delicatezza: andrebbero consumati in tempi pressochè immediati e se non se ne ha la possibilità conservati in frigorifero per non più di due o tre giorni (i mirtilli durano fortunatamente qualche giorno in più).

Questa carrellata di informazioni non arriva a caso.
Arriva perchè a partire da oggi, secondo il Calendario del cibo italiano, iniziano sette giorni tutti dedicati a queste piccole delizie!
Eh sì, un’intera settimana dedicata ai frutti di bosco.
A celebrare questi preziosi doni sarà in primis Fausta (non perdete occasione di dare uno sguardo al blog perchè è davvero una chicca nell’ormai immenso mondo dei fornelli virtuali) con uno splendido articolo a loro interamente dedicato ma non mancheranno anche ricette deliziose che le tante contributors hanno deciso di regalare a tutti gli entusiasti lettori del Calendario.

Complice l’Aifb ho messo subito le mani in pasta.
Le volevo preparare da un po’, già mi immaginavo il loro splendido colore viola e da tempo pensavo a come avrei potuto condirle: le tagliatelle ai mirtilli sono state una sorpresa ben riuscita!

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
300 gr. di farina di farro
100 gr. di semola rimacinata di grano duro
50/70 gr. di mirtilli freschissimi
200 ml. circa di acqua tiepida

Tagliatelle ai mirtilli

In una casseruola cuocere i mirtilli con un cucchiaio di acqua per un paio di minuti.
Dopodichè frullare i mirtilli con l’acqua tiepida.
Versare la farina di farro e la semola rimacinata di grano duro su una spianatoia di legno formando la classica fontana.
Aggiungere alle farine l’acqua tiepida ai mirtilli un poco alla volta e cominciare ad amalgamare aiutandosi con i rebbi di una forchetta.
Continuare ad impastare per circa una decina di minuti fino ad ottenere un impasto omogeneo, sodo e di un bel colore viola uniforme.
Far riposare l’impasto avvolto nella pellicola per circa una ventina di minuti.
Dopodiché dividere la pasta in quattro pezzi, stenderli leggermente con il mattarello, e passarli uno alla volta nei rulli della macchinetta (la famosa nonna papera) dal primo fino al penultimo spessore.
Dopo aver tirato tutte le sfoglie farle riposare per dieci minuti.
Passare poi ogni sfoglia nell’apposita trafila delle tagliatelle sistemandoli, distesi o a nido, su un vassoio coperto con un canovaccio infarinato con un po’ di semola di grano duro.

I tempi di cottura delle tagliatelle ai mirtlli varieranno a seconda che le cuociate freschissime o secche.

Le tagliatelle ai mirtilli sono deliziose condite con burro alle erbe e mirtilli appena spadellati, con funghi freschi saltati in padella, con robiola di Roccaverano e scorza di limone.

13 Comments on Tagliatelle ai mirtilli.

  1. … e accidenti, cara Ottavia, che ricetta stupenda! Mi piace, mi piace, mi piace. Per la tinta bellissima viola “antico”, perché adoro le tagliatelle fatte in casa e senza uovo, perché i condimenti che suggerisci mi piacciono TUTTI! The last but not the least, la foto, con quela torretta solo in apparenza disordinata, è una meraviglia. Stai pur sicura che la ricetta te la copio :))) Grazie, un abbraccio 🙂

  2. Che dire le tue tagliatelle sono un vero spettacolo, posso solo immaginarne il gusto, mai avrei pensato di farle con i mirtilli ma te le copierò prestissimo perchè troppo belle e sicuramente buone per non provarle
    Grazie Manu

  3. Che meraviglia, queste tagliatelle sono veramente molto invitante…me le vedo sul piatto con n bel ragù di cinghiale. Complimenti
    Ciao Erica

  4. Ho provato a fare la ricetta ma l’acqua ai mirtilli è troppa oppure la farina di farro non ha abbastanza glutine.

    • Sono spiacente, c’era un errore nella ricetta.

      In ogni caso è possibile diminuire la farina di farro e aumnentare la semola.

  5. Ma scusate, ma qualcuno ha provato a fare questa ricetta? ma viene un impasto troppo tenero, non si puo’ tirare….Ma fate complimenti all’idea di ricetta o alla ricetta dopo averla eseguita?

    • Sono spoacente, c’era un errore nella ricetta.
      In ogni caso è possibile diminuire la farina di farro e aumnentare la semola.

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