Vaniglia

Tagliatelle agli asparagi con baccalà, pomodorini arrosto alla vaniglia e limone candito.

L’Asparagus officinalis è una pianta erbacea perenne di origione mediterranea di cui si hanno già notizie in tempi lontanissimi (epoca egizia) e i cui metodi di coltivazione e preparazione sono descritti dettagliatamente nelle antiche opere di Catone, Apicio e Plinio.

“De Re Conquinaria”, Apicio:

“ASPARAGI – Seccherai gli asparagi e li metterai nell’acqua calda quando li vorrai usare.
ALTRO PIATTO DI ASPARAGI FREDDI -prendi asparagi ben puliti, tritali nel mortaio, versavi l’acqua, strizzali e passali allo staccio. Metti nel tegame dei beccafichi (Sylvia Ficedula di cui i Romani erano ghiotti) ben puliti. Trita nel mortaio 12 chicchi di pepe, aggiungi la Salsa e lavora; dopo aggiungerai una tazza di vino e una di passito. Metti il tutto in un tegame con 90 grammi d’olio. Bolli. Ungi una teglia e in questa mettici sei uova con salsa acida di vino; insieme al sugo degli asparagi, cuoci tutto sulla cenere calda insieme al trito detto prima. Allora aggiungi i beccafichi. Cuoci cospargendo di pepe e servi.
ALTRO PIATTO DI ASPARAGI – metti nel mortaio quei resti degli asparagi che si buttan via. Tritali bagnali di vino che farai colare. Trita del pepe, del ligustico, del coriandro verde, della santoreggia, una cipolla, del vino della salsa e dell’olio. Versa il sugo nella padella ben unta; e, se vuoi, rompici delle uova rimestando tutto al fuoco, perché si amalgami il tutto. Cospargi di pepe in polvere e servi.”

Con il termine “asparago” si indica anche la parte commestibile della pianta, costituita dai germogli di forma allungata e carnosa che amano tingersi di vari colori (dalle varie tonalità di verde, al violetto fino al bianco) e regalano al palato un sapore che ricorda vagamente quello del carciofo.
Sui banchi dei marcati di paese sono protagonisti da fine marzo fino a tutto giugno, periodo in cui i germogli sono ancora piacevolmente teneri e non hanno ancora quelle consistenza legnosa che li rende poco gradevoli e poco saporiti.
Incredibile pensare che ne esistano più di duecento varietà che differiscono tra loro soprattutto per colore, sapore e motodo di coltivazione: l’Asparago bianco (Bianco di Bassano del Grappa, Nobile Bianco di Verona) ha un sapore molto delicato e deve il suo colore alla coltivazione in assenza di luce che blocca il processo di fotosintesi, l’Asparago violetto, caratterizzato da un sapore un po’ più rustico e amarognolo, è in realtà un asparago bianco che una volta fuoriuscito dal terreno acquisisce una colorazione lilla per effetto della luce, l‘Asparago verde dal sapore decisamente marcato deve invece la sua colorazione al completo processo di fotosintesi.
Se avete invece la fortuna di potervi concedere qualche bucolico momento non perdete occasione, nella stagione buone, di dedicarvi alla raccolta degli Asparagi selvatici (Asparagi di campo o Asparagina che di dir si voglia) che cresciusti spontanei e sottili vi regaleranno grandi soddisfazioni in cucina grazie al loro sapore intenso.

Saporito, povero di calorie ma ad alto contenuto di sali minerali e vitamine, e versatile poteva forse l’asparago non essere celebrato con una giornata a lui interamente dedicata nel Calendario del Cibo Italiano? La risposta vien da sé…

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Ho deciso con piacere di occuparmi, fra i tre possibili metodi di preparazione di base dell’asparago (al vapore, lessato nell’apposita asparagiera oppure saltato in padella), dellla cottura in padella che fin da subito ho pensato si sposasse alla perfezione con l’idea di ricetta che avevo in mente e così ho portato in tavola un primo piatto gustoso e ricco di sfumature di sapore che è stato un gran successo.

Tagliatelle agli asparagi in padella

Tagliatelle agli asparagi dettaglio

Allora, accendete i fornelli insieme a me?
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Banoffee&Coffee macaron.

Appena letto il tema della sfida n. 62 dell’MTChallenge proposto da Ilaria, padrona di casa di Soffici,avrei voluto avere la macchina del tempo per tornare indietro di un paio di anni periodo in cui mettermi in cucina a preparare dolci, anche piuttosto elaborati, mi appassionava all’inverosimile.
Amavo preparare mousse, creme e ganache con cui farcire e decorare torte, impastavo frolle e biscotti, modellavo la pasta di zucchero, sfornavo gusci di macaron di ogni gusto e colore.
…e l’amore nel fare sbocciava in un analogo sentimento nell’assaggiare.

Ottavia mangia i macaron

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Salame di cioccolato con pistacchi salati.

Il cinque aprile è un giornata davvero golosissima per il Calendario del Cibo Italiano: biscotti secchi, burro, cacao, zucchero e rum celebrano il salame di cioccolato, dolce diffuso in maniera capillare in tutta Italia, che tutti conosciamo e che sicuramente almeno una volta nella vita, specialmente da bambini, abbiamo assaggiato leccandoci i baffi.
Un classico per ogni festività o momento di ritrovo dalle origini incerte che però è antrato di fatto nella tradizione culinaria e dolciaria italiana.

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Non smetterò mai di sostenere che se i dolci classici, che mi concedo di tanto in tanto, sono sempre deliziosi anche quelli vegan, se preparati con gli ingredienti giusti ben bilanciati tra di loro, possono essere altrettanto invitanti e goduriosi.
Cioccolato fondente, biscotti, pistacchi salati.
Anche il più ostinato tra i palati goderecci non potrà non essere conquistato da questa combinazione di sapori e non resisterà a non chiedervi un’altra fetta del vostro salame di cioccolato.
Senza aggiunta di burro e uova ogni fetta si scioglierà piacevolmente ad ogni assaggio lasciandovi scoprire il gusto intenso del cioccolato fondente al 75%, la dolcezza dei biscotti friabili e la nota salata dei pistacchi croccanti.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
150 gr. di biscotti secchi vegan

150 gr. di cioccolato fondente al 75% di ottima qualità
1 cucchiaio di zucchero di canna
60 ml. di panna di soia per dolci
40 ml. di olio di semi spremuto a freddo
50 gr. di pistacchi salati
1 bacca di vaniglia

Salame di cioccolato

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Frittata dolce di frutta alla vaniglia.

Sono una focosa sostenitrice del panino con la frittata, meglio se di cipolle; per me non c’è nulla di più irresistibile di due fette di buon pane leggermente tostato in cui racchiudere un bel pezzo, alto e succulento, di frittata.
…il salato per me la spunta decisamente un po’ su tutto.
C’è da dire che complice Sedici: l’alchimia dei sapori mi sono lasciata tentare e sedurre dall’abbinamento uovo-vaniglia ma non volendo proporre quella che di primo acchito avrebbe potuto essere la ricetta con la R maiuscola, ovvero una crema pasticciera liscia, vellutata e splendidamente puntinata dal delizioso “oro nero”, ho deciso di sventolare la bandiera di fan accanita della frittata cedendo, questa volta, il passo alla dolcezza.
La ricetta è di una facilità estrema (forse quasi banale), lo confesso, ma lo stupore di assaporare una frittata dolce ricca di frutta caramellata, dal piacevole sentore agrumato di arancia e preziosamente arricchita dall’aroma unico della Vaniglia Bourbon credetemi tanto scontato non è.
Provatela.
magari tra due fette di pan brioches.

INGREDIENTI PER UNA FRITTATA DOLCE:
3 uova medie
1 mela rossa
1 pera Kaiser
1 arancia non trattata
3 cucchiai di zucchero di canna
20 gr. di burro
40 ml. di panna fresca
1 bacca di Vaniglia Bourbon

Frittata dolce

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Creme caramel.

Il creme caramel è un delizioso dolce al cucchiaio a base di uova, latte aromatizzato alla vaniglia e ulteriormente arricchitto dal buon sapore del caramello.

INGREDIENTI:
400 ml. di latte intero fresco
3 uova intere e 2 tuorli
150 gr. di zucchero
1 bustina vanillina

Mettere a bollire il latte con la bustina di vanillina.
Sbattere le uova con lo zucchero fino a quando il composto diventerà spumoso.
Aggiungere a filo il latte mescolando continuamente con una frusta.
Preparare il caramello facendo fondere un po’ di zucchero in un pentolino a fuoco basso e mescolando di continuo. Quando prenderà colore e inizierà a “fumare” bagnarlo con un goccio di acqua: il caramello deve diventare più scuro e aumentare di volume.
Versare il caramello sul fondo e sulle pareti di uno stampo per budino da forno.
Versare la crema ancora calda nello stampo.
Cuocere il creme caramel a bagnomaria a 160 gradi per circa un’ora.
Far raffeddare i creme caramel e farlo riposare in frigo per qualche ora.
Rovesciare il creme caramel su un piatto da portata e servirlo.

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