Ieri abbiamo fatto una passeggiata in Prati e per l’ora di pranzo ci siamo ritrovati a Piazza Cavour. Siamo stati attratti dalle belle vetrine de Le Carré Français dalle quali abbiamo scorto favolosi dolci e prodotti di boulangerie con personale sorridente che serviva le molte persone che animavano il locale.
Senza troppo indugio, siamo entrati e ci siamo subito resi conto di trovarci in un posto intrigante. Un locale ampio diviso in più zone: la panetteria, la caffetteria, la zona dei vini (che ho trovato immediatamente molto attraente), quella del reparto alimentare, la formaggeria e il ristorante. Ovunque posassi lo sguardo, trovavo cose interessanti: scaffali ordinati per regione con il leggendario sale grigio Guérande, la senape di Digione, il famoso Chocolat Bonnat biologico, vetrine frigo con i succulenti formaggi del sud della Bretagna del socio produttore Pascal Beillevaire di Machecoul e l’immancabile Fois Gras d’anatra di Guascogna e molto altro ancora.
Assolutamente attraente la zona caffetteria dove abbiamo ammirato file di croissant appena sfornati che ci hanno catturato con la loro fragranza.
Ci siamo ripromessi di andare una volta a fare colazione a Le Carrè Français!
Per essere la prima volta, ci siamo affidati a ricette tradizionali. Abbiamo “interrogato” il gentilissimo cameriere ed abbiamo optato per piatti tradizionali. Bisogna dire che il menù è ricco di piatti invitanti.
Costruito con il Maître Cuisinier Yorann Vandriessche, chef stellato sulla guida Michelin, si modifica con il ritmo delle stagioni.
In cucina c’è lo chef Tiziano Noro e nella carta invernale ci sono tante di quelle proposte allettanti che dobbiamo assolutamente tornare per provarne altre come la zuppa di pesce alla francese (Soupe de poisson), stinco di abbacchio (Jarret d’agneau), lumache de Bourgogne con burro e aglio (escargots).
Ad ogni modo, questa volta abbiamo optato per una Quiche Lorraine servita con insalata sull’ardesia, ed un Uovo Parfait cotto a 64° con porcini ed aria di tartufo. Due antipasti strepitosi, perfetti accompagnati da un pane all’uvetta ed uno scuro ovviamente fatti dalla Boulangerie del locale.
Conoscete Antoine Parmantier (Montdidier 1737 – Parigi 1813)?
Fu un grande studioso, farmacista, agronomo che contribuì in modo sostanziale alla diffusione delle patate in tutta Europa.
Scoprendone le proprietà mentre si trovava prigioniero di un carcere prussiano, nella seconda metà del 1700, quando fu liberato riuscì, con l’aiuto di re Louis XVI, a impiantare la prima coltivazione di questo tubero a Neuilly-Sur-Seine.
Fece poi molte altre cose molto importanti nel campo dell’alimentazione e per questo le sue ceneri sono conservate nel prestigioso cimitero parigino dei “grandi personaggi”, il Père Lachaise. Ed ecco allora che tra i secondi piatti abbiamo scelto l’ Hachis Parmantier servito con purée di patate speciale.
E di contorno? La Ratatouille non poteva mancare! Allegra e colorata e piena di sapore!
Per me invece ho chiesto un delizioso Petto d’Anatra Igp della Normandia con scalogno confit al vino rosso e miele. Cottura rosata perfetta e sapore stellare. In accompagnamento una Purée di carote mai mangiata così prima d’ora.
Il tutto accompagnato da un morbido e vellutato Saint-Émilion Gran Cru facente parte dei vini di Bordeaux, che ha valorizzato assolutamente le pietanze.
Siamo giunti a fine pasto e purtroppo non siamo riusciti a mangiare il dolce, eravamo troppo sazi e non avremmo apprezzato. E’ d’obbligo tornare in questo posto anche ad orari diversi, per poter gustare la colazione oppure un aperitivo, ma anche per degustare la buona selezione di Champagne. I dolci sono sicuramente un’altra parte da scoprire magari con la dovuta calma e dedizione per non deludere il grande pasticciere Baptiste!
Prendete nota perché è un posto che non bisogna perdere assolutamente. Un quadrato francese a Roma!