La nostra prima gita: la Tuscia

Partendo da sinistra: Sabrina Tocchio e suo figlio Tomas (LazioGourmand) Ilaria Bertinelli (Uno chef per Gaia), Tonino Pira, Vittoria Tassoni (Vittoria in cucina), Debora Righini (Slow Food), Giovanni Lucci (Cuciniere Vagabondo), Cadè Candida (Mmm…buonissimo), Giusy Rotelli e Moreno Sardi con la piccola Titti (Starlight Country House)

“Senti un po’, lo sai che l’unico allevamento di Mangalitza è nella Tuscia?” – “ E lo sai che lì vicino c’è il caseificio dei fratelli Pira? Organizziamo una gita?”

Più o meno è andata così la conversazione tra me e Vittoria Tassoni da cui è nata la voglia di scoprire le bellezze del Lazio insieme ai soci dell’Associazione Italiana Food Blogger (non escludendo ospiti esterni). Uno degli scopi principali della nostra associazione è “la volontà di far crescere la consapevolezza del ruolo dei food blogger nella sfera della comunicazione agroalimentare, attraverso la conoscenza, la valorizzazione, la promozione e la protezione del nostro prezioso patrimonio culturale“. E’ per questo che abbiamo deciso di metterci in viaggio!

Con un po’ di pazienza ma senza neanche troppa fatica, siamo riuscite a trovare un manipolo di amici e un giorno che andasse bene più o meno a tutti. Vittoria si è preoccupata di contattare le aziende e di prenotare le visite. Sono venuti Giusy con suo marito Moreno e la bimba Titty, Candida, Giovanni, Sabrina di LazioGourmand e  suo figlio Tomas e Debora di Slow Food. Ospite fuori regione Ilaria che è venuta da Parma per unirsi a noi.

Ci siamo dati appuntamento alle porte di Tarquinia, abbiamo indossato le nostre magliette AIFB e siamo partiti per la nostra piccola avventura.

La prima azienda che abbiamo visitato è Villa Caviciana, in zona Grotte di Castro, vicino al lago di Bolsena. Questa azienda agricola biologica vive in simbiosi con la natura e il paesaggio ,infatti, i suoi fabbricati si inseriscono perfettamente con il territorio. L’azienda gestisce attualmente un totale di 20 ettari di vigneti, 34 ettari di oliveti (con circa 6.000 alberi) e 86 ettari di bosco e pascoli. Qui vengono allevati i maiali della pregiata razza Mangalitza, autoctona della valle del Danubio. Vivono allo stato semibrado e si nutrono di quello che trovano nei boschi, il loro cibo viene integrato da cereali coltivati nella stessa azienda. Questo rende le loro carni particolarmente salubri e gustose, il loro grasso contiene il 72% di Omega3, di più del loro cugino Iberico.

Una caratteristica di questa razza è il mantello lungo, lanoso e anche arricciato che la rende riconoscibilissima. A guidarci nell’azienda è stato Fabrizio Nocci e ci ha fatto vedere i maiali al pascolo che grufolavano sereni sotto i noccioli e gli ulivi; ce ne sono circa 700 con ben 9 linee genealogiche differenti. Vengono prodotti prosciutti, tanti tipi di salumi, mortadelle e lardo. Ci siamo sorpresi che non si sentisse nessun cattivo odore come di solito accade quando ci si avvicina ad un allevamento di suini.

Abbiamo visitato anche la cantina con i suoi vigneti ordinati sulle coste del lago, esposti al sole e alla brezza fresca aiutando l’escursione termica. Siamo stati colpiti dalle sculture e dalle opere d’arte presenti di cui si occupa in prima persona Mocca Metzeler, proprietaria dell’azienda fondata insieme a suo marito Fritz.

Dopo questa bella passeggiata tra il verde dei boschi di Villa Caviciana, l’appetito si è fatto sentire e ci siamo recati all’Agriristoro della Tenuta Radichino. Ero emozionata per questa visita: ho avuto la fortuna di degustare più volte i prodotti di questa azienda e, da brava assaggiatrice di formaggi Onaf, ne sono stata letteralmente rapita. Appena arrivati ci sono venuti incontro Gianni e Tonino Pira, con dei sorrisi smaglianti e la pelle abbronzata dalla vita all’aperto, un’accoglienza calda e sincera da persone appassionate del proprio lavoro e contente di condividerlo con gli altri.

L’azienda è stata fondata dai loro genitori, migrati dalla Sardegna con il loro gregge su un piroscafo e sbarcati in Tuscia. Il ristorante offre i prodotti aziendali e le redini della cucina sono in mano alla mamma e alla sorella Francesca, produttrice anche di ottimo miele.  Un grande salone dà ospitalità agli avventori che vogliono pranzare al caseificio.

L’antipasto a buffet vale il viaggio: dei tavoli ricavati dalle bobine di legno dei cavi espongono ogni ben di Dio. Ovviamente i formaggi la fanno da padrone ma ci sono anche tutti i salumi firmati Pira e altre delizie preparate dalla cucina. Il menù è a prezzo fisso, escluse le bevande, costa € 25,00. L’offerta è semplice e genuina con pasta fresca condita con sughi gustosi e carni locali, ovviamente ci sono anche l’immancabile porceddu e le seadas.

Dopo un sorso di mirto per digerire tutto, siamo andati a vedere il regno di Tonino. Tra campi agricoli, strade sterrate abbiamo visitato gli orti e i pollai ammirando un paesaggio commovente. Anche qui ci sono dei maiali che vivono allo stato semibrado grufolando in libertà. Tonino li chiama e loro accorrono grugnendo di felicità e ci fa comprendere  l’esistenza di un rapporto uomo-animale sereno e gioioso.

Arriviamo poi nelle stalle dove ci sono circa 1200 pecore e 700 capre. La scena si ripete e Tonino chiama, accarezza e bacia i suoi animali. La percezione di cosa voglia dire una vita frugale a contatto con la natura mi ha riempito il cuore di gioia ma il quel momento credevo che la nostra fuga dalla città ci stesse riservando ancora delle belle sorprese e infatti dovevamo ancora entrare nella sancta santorum del caseificio!  

Tonino ci ha raccontato che la produzione di formaggio è iniziata in un container per poi ampliarsi poco alla volta fino agli attuali 300 mq. Abbiamo visitato la zona di produzione dove arriva il latte fresco, le caldaie e l’area di lavorazione.  Finalmente siamo entrati nelle celle dove riposano i formaggi e dove avvengono gli affinamenti. Trovo sorprendente che da un’unica materia prima iniziale si riescano ad ottenere una varietà di formaggi differenti per profumi, consistenza e sapore. Mi sono emozionata a vedere quello spettacolo e quella ricchezza di forme e di fragranze che riposano sulle tavole di legno fino al momento in cui un coltello aprirà quelle delizie per far gustare il frutto di tanto lavoro. C’è una foto buffissima che coglie questi miei sentimenti, in cui guardo rapita Tonino mentre ci spiega la lavorazione del formaggio.

Ci ha raccontato che gli affinamenti nascono quando passeggia e vede qualche pianta particolare, in quei momenti comincia a pensare come poter utilizzarla al meglio ed ecco nascere un nuovo formaggio (dopo diversi mesi). Quindi troviamo il pecorino affinato con foglie di pepe rosa, con foglie di castagno e di noce ma anche di mirto. Uno dei formaggi che preferisco è il blu di capra affinato con le vinacce del vino di un suo amico che ha una cantina poco distante. Cremoso, pungente e leggermente piccante ha un sapore deciso inconfondibile, perfetto in abbinamento ad un vino dolce liquoroso muffato come un Sauternes.

Il tempo è volato ed l’ora di rientrare ai nostri ovili! Qualche acquisto da portare a casa e poi saliamo in macchina certi di aver riempito il cuore e l’anima di ricordi indelebili. Bellissima compagnia e bellissima gita  che ci ha uniti ancora di più nell’amicizia e ha aumentato il nostro senso di appartenenza alla nostra Associazione AIFB.

Società Agricola Villa Caviciana S.S.
Loc. Tojena Caviciana, snc
01025 Grotte di Castro (Viterbo), Italia
Tel. +39 (0) 763 798212
Fax +39 (0) 763 797100
E-Mail info@villacaviciana.com

Tenuta Radichino – Agriristoro Fratelli Pira
Loc. Le Chiuse
01010 Ischia di Castro (Viterbo), Italia
Tel. ++39 328 637 3125
E-Mail i info@caseificioagricoloradichino.it

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