I 6 Vignaioli in Grottaferrata

Vignaioli in Grottaferrata:

Vinum bonum laetificat cor hominis

L’associazione “Vignaioli in Grottaferrata” nasce dalla forte unione di sei storie di vino dalle diverse sfumature, sei vignaioli e produttori legati dalla passione per un territorio speciale: Grottaferrata.

Un manipolo di coraggiosi che vuole produrre vino di qualità e far cambiare opinione sui vini dei Castelli Romani. Riusciranno i nostri eroi nella loro missione? Secondo me, sì!

I sei vignaioli in Grottaferrata

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i sei Vignaioli in Grottaferrata

La mission dei vignaioli

Non è così facile fare squadra soprattutto quando in qualche modo si è antagonisti. In questo caso, i Vignaioli in Grottaferrata ci hanno sopreso e sono scesi in campo insieme con degli obiettivi comuni.  Sono riusciti a porre in essere iniziative rivolte alla salvaguardia della tipicità dei vini di Grottaferrata, attraverso rassegne enogastronomiche,  promuovendo la conoscenza del territorio e dei suoi costumi, attraverso i prodotti enologici ed il recupero di ricette della tradizione. 

Le iniziative che bollono nel tino sono tantissime e le idee fermentano come una buona uva. Si pensano di organizzare conferenze, congressi, convegni e viaggi, per incentivare l’approfondimento dell’aspetto culturale dell’enogastronomia.

Inoltre, sono previsti corsi di formazione e aggiornamento professionale per aziende vitivinicole, in favore della qualità del prodotto e della ricettività turistica, incoraggiando la valorizzazione dei vigneti con le specifiche caratteristiche agronomiche e il paesaggio.

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Le rose a guardia dei vigneti

Il clima

Grottaferrata si trova tra circa 250 e 400 metri e gode di un clima di tipo mediterraneo. L’estate è calda e asciutta, l’inverno è mite e piovoso, con temperature che scendono di rado al di sotto dello zero, solo nei mesi più freddi.

Le precipitazioni sono spesso scarse, a causa del fenomeno cosiddetto ‘dello stau’ che è garantito dalla presenza, alle spalle del comune, della presenza dei Colli Albani e di Monte Cavo, che creano un vento di risalita che viene prodotto quando una corrente d’aria, nel superare un rilievo montuoso, perde parte della propria umidità, che condensa in precipitazioni.

Non da ultimo, tutto il territorio viene investito dalle brezze marine che arrivano direttamente dal Tirreno, che non trovano sostanzialmente ostacoli e che mitigano il clima e rendono le uve sane.

Gabriele Magno e Luigi Frangiotta

Il suolo

Il territorio comunale di Grottaferrata è stato totalmente investito dall’attività vulcanicaper quasi 600.000 anni, fino a tempi geologici relativamente recenti, risalenti a 20.000 anni fa. 

Il sottosuolo criptense è un caledoiscopio di materiali vulcanici, la parte orientale del territorio comunale, è una zona ricca di materiali piroclastici quali lapilli, scorielle, areniti pirosseniche, cineriti. La parte occidentale, verso Ciampino e Roma, risulta ricca di lapilli fini e ceneri straterellate.

L’altura di Castel de’ Paolis, ai confini meridionali con Marino, è particolarmente ricca, composta da manifestazioni eruttive finali, brecce piroclastiche d’esplosione (lapilli, lave, peperino, e tanti altri materiali).

Il fondo del vallone è una zona densamente e distintamente stratificata, con lapilli di vario colore con intercalazioni cineritiche, zone argillificate, ricche di minerali femici isolati ed abbondante leucite analcimizzata. I fianchi del medesimo vallone e l’altura del Borghetto di Grottaferrata; risultano un’area di lava in ammassi. Le ultime alture di Grotte Centroni, verso Morena, e tutta l’area dei confini settentrionali verso Frascati, sono aree caratterizzate da lave in grandi colate.

L’altura presso Villa Cavalletti, infine, è classificata come area ricca di coni e bocche eruttive eccentriche, saldame lavico, scorie, agglomerati e lapilli stratificati.

Terreni unici, figli di eruzioni vulcaniche avvenute nel corso dei secoli, che hanno dato vita anche a un substrato terrestre stratificato, prezioso per l’agricoltura e per la viticoltura in particolare, poichè garantiscono la produzione di vini freschi, sapidi, minerali, longevi.

 

Emanuele Ranchella

Salendo per la via Anagnina, troverete sulla destra “Ad Decimum”,  il decimo miglio dell’antica via Latina, uno dei due vigneti della cantina di Emanuele Ranchella. L’altro è nella zona della Valle Marciana, uno dei tanti crateri vulcanici trasformati poi in lago che poi si prosciugò.

Nel tenimento di Ad Decimun, troviamo delle grotte antiche romane, risalenti al primo secolo A.C, che fanno parte dell’antica Villa di Opimiano, in cui sono presenti vasi vinari e botti in castagno una volta molto in uso nella zona, in cui si stanno realizzando lavori per renderle, a breve, visitabili e per realizzare degustazioni ed eventi.

Racconta Emanuele: “Crediamo nei potenziali dei vitigni coltivati con dedizione e caparbietà dai nostri padri, mantenendo integra una tradizione che ci rende, al momento, pionieri con due vini bianchi: Ad Decimum e Virdis.” La nostra passione e vocazione, che si tramanda da oltre sette generazioni, ha un credo: “dalla terra la vita, dalla vite ogni bene”.

I vini di Emanuele Ranchella

Emanuele Ranchella produce due vini. “Ad Decimum” Doc Roma Classico Bianco. Vitigni: Malvasia puntinata, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo. Bei profumi intensi floreali e fruttati. Piuttosto strutturato e persistente. L’altro vino è molto particolare, è il Virdis, Lazio IGP, Trebbiano Verde, Antica varietà recuperata da un vigneto di oltre novant’anni, ripropagata e successivamente reimpiantata più di 10 anni fa. Gustoso, fresco con una bella sapidità. Molto divertente.

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Emanuele Ranchella

La Torretta – Riccardo Magno

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Riccardo Magno

I vini de La Torretta

Bolle di Grotta – Lazio IGT Fermentazioni spontanee, affinato in anfore georgiane interrate senza aggiunta di lieviti o altri additivi enologici. Imbottigliato dopo 6 mesi in anfora per la rifermentazione in
bottiglia dopo aggiunta del solo mosto prelevato e congelato durante la vendemmia dello
stesso anno.

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Anfore georgiane interrate – La Torretta

Torretta – Bianco Lazio IGT Vitigno Trebbiano, Malvasia ed altri autoctoni del Frascati. Fermentazioni spontanee, affinato in anfore senza aggiunta di lieviti o altri additivi enologici. Imbottigliato dopo circa 10 mesi in anfora. 

Castagna – Bianco Lazio IGT Vitigno Trebbiano Malvasia ed altri autoctoni del Frascati. Età della vigna 55 anni  al cui capo troneggia un grande castagno. Fermentazioni spontanee, affinati in botti da 1000 litri di castagno locale. Imbottigliato dopo circa 12 mesi in botte.

 

Agricoltura Capodarco

Questa realtà mi è piaciuta moltissimo! Un progetto nel progetto. Si tratta di una Cooperativa che si basa su due principi fondamentali: la centralità della persona e il rispetto delll’ambiente.

L’attività prevalente di Agricoltura Capodarco è a sostegno delle persone in condizione di disagio, sostenendole attraverso la costruzione di percorsi di inclusione sociale e di integrazione lavorativa. Nell’organico della Cooperativa sono, infatti, presenti soci-lavoratori con disabilità psico-fisiche, in situazione di disagio sociale, nonché lavoratori extracomunitari regolarmente assunti.

Qui i vignaioli coltivano 8 ettari di vigneto in certificazione biologica ricercando da sempre la naturalità di prodotto. Sono impegnati nella produzione di vini senza solfiti aggiunti e senza l’utilizzo di albumina, caseinati e proteine di origine animale.

Il buono per il bene

La strada intrapresa è quella della promozione dell’agricoltura sociale, intesa come declinazione delle attività primarie, al fine di utilizzare le pratiche agricole per generare benessere per la comunità locale e realizzare attività di rilevanza sociale rivolte a persone in situazione di disagio. Si tratta, in altri termini, della realizzazione di attività socio-riabilitative, di percorsi formativi e di inserimento lavorativo, di attività educativo-didattiche, di iniziative di animazione territoriale, della promozione di comportamenti orientati al consumo responsabile, alla tutela del patrimonio paesaggistico-ambientale, etc..

Intorno all’implementazione dell’agricoltura sociale, la Cooperativa ha negli anni rafforzato la propria capacità produttiva e diversificato le attività, che spaziano dalla produzione e vendita diretta di prodotti orticoli, di olio, vino, miele e biscotti – tutti con certificazione biologica -, all’allevamento avicolo, all’attività agrituristica e di ristorazione.

 

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La vendemmia a Capodarco

I Vini di Capodarco

Biancodarco – Bianco Lazio IGP senza solfiti aggiunti

Don Franco – Rosso Lazio IGP senza solfiti aggiunti

Philein – Frascati Superiore D.O.C.G Il nome greco significa amare,prendersi cura

San Nilo – Bianco Lazio IGP Malvasia di Candia e Trebbiano

San Nilo – Rosso Lazio IGP Merlot, Sangiovese

Xenia – Rosso Lazio IGP Sangiovese, Merlot.  Il nome greco indica “l’ospitalità per lo straniero”. 

 

 

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Xenia – Capodarco

Villa Cavalletti

Villa Cavalletti è stata la nostra ultima tappa del tour, un tuffo nell’antica Roma e poi alla residenza rinascimentale. Un luogo colmo di storia e di fascino ora gestito dalla famiglia Torelli.

Sorge su una collina dalla quale si ammira un panorama pazzesco  e dove si può trovare refrigerio sotto gli alberi secolari. Il sorriso dolce di Tiziana Torelli ci ha accompagnato nella visita e oltre al vino abbiamo potuto degustare anche il prezioso olio dell’azienda.

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Villa Cavalletti

I vini di Villa Cavalletti

  • Meraco – Cesanese 100% molto interessante, ottimi sentori e avvolgenza morbida
  • Roma Doc Rosso – Montepulciano 80%, Cesanese 20% – corposo e complesso, elegante al palato e buona persistenza
  • Spumante Bianco Brut – Malvasia Puntinata e Trebbiano. Ottime bollicine territoriali che ci accompagneranno negli aperitivi durante l’estate. Un calice laziale da proporre con serenità.

 

 

Castel De Paolis

Bottaia – Castel De Paolis

Purtroppo questa volta non siamo riusciti ad andare a visitare la cantina ma ci saranno sicuramente altre occasioni. Abbiamo avuto modo, però di degustare i vini di Castel De Paolis durante il pranzo  presso Capodarco. 

L’azienda Castel de Paolis è stata fondata nel 1985 corr l’impianto di un campo sperimentale contenente diverse varietà sia locali che internazionali sotto la regia del Prof. Attilio Scienza e dei ricercatori dell’lstituto Agrario diS. Michele all’Adige (Trento) 

I vini di Castel De Paolis

Tra il 1985 ed il 1993 tutti i 15 ettari aziendali sono stati reimpiantati con varietà selezionate per dare vita a due grandi Frascati DOC e DOCG e ad una serie di vinia carattere internazionale come il Donna Adriana da uve Viogner e Malvasia del Lazio, il Campovecchio Rosso da uve Syraz e Cesanese del Piglio, il Quattro Mori da we Syraz, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, il Muffa Nobile una vendemmia tardiva da uve Semillon e Sauvignon Blanc e Moscato Giallo e l’originalissimo Rosathea da uve Moscato Rosa.

Castel De Paolis – ingresso

Gabriele Magno

L’idea di Gabriele Magno, pilota di linea aerea è quella di riportare in auge il “Vecchio Frascati” riportando in auge i vigneti di famiglia. L’occasione di diventare vigniolo si presentò dopo l’incontro con Luigi Fragiotta, agente di commercio del settore enologico. Da questa intesa, nasce l’entusiasmo per questo progetto comune e i 5 ettari dell’azienda di famiglia cominciano a riprendere vita. 

 

La cantina Gabriele Magno

I vini di Gabriele Magno

Il vigneto da cui viene prodotto il Frascati Superiore DOCG ha più di 50 anni, gli uvaggi sono Malvasia Puntinata al 75% e Trebbiano al 25%. Nell’appezzamento de La Torretta di Valle Marciana viene prodotto il Frascati DOCG Superiore Riserva. Entrambi apprezzabilissimi. Troviamo anche un rosso, un Cesanese Lazio IGP di un vigneto esposto a nord ovest con caratteristiche rispettose di questo grande vitigno.

Panoramica della cantina Gabriele Magno