Crescia dolce

La crescia dolce è una ricetta tipica della mia regione, le Marche, che si prepara di solito durante le feste natalizie. La versione più nota è quella della crescia di Pasqua, che è invece una pizza lievitata salata con uova, parmigiano e pecorino.  Il significato del nome è di derivazione dialettale, infatti “crescia” è riferito appunto al fatto che è un dolce che deve lievitare e quindi “crescere” di volume. Come ingredienti si può benissimo paragonare al classico panettone, con la differenza che non ha la stessa morbidezza, ma la crescia (sia dolce sia salata) è di norma più simile ad un pane come consistenza. La ricetta me la sono fatta passare da una chef marchigiana d’eccezione… 😀 la mia cara nonnina, che la prepara sempre! Ovviamente non sarà venuta perfetta come la sua,  ho ancora molto da imparare sulla preparazione dei lievitati! 😉
Colgo l’occasione per augurarvi a tutte/i di passare un bellissimo Natale con le vostre famiglie!! 😉
 
Con questa ricetta partecipo al contest “La tradizione del Natale” dell’Azienda Molino Chiavazza e al contest “Cosa non può mancare al mio pranzo di Natale!” del blog “Spir-Eat”:
                                                                                                    
          
 
 
e al contest “Italia in cucina” di Laura :
 
 
Crescia dolce
 
Ingredienti
  • 4 uova
  • 200g zucchero
  • 80g burro
  • 80ml olio di semi (o di oliva)
  • 3 cubetti di lievito
  • ¾ di bicchiere di latte
  • 450g farina Manitoba
  • scorzette di arancia candita e uvetta q.b.
  • la buccia grattugiata di 1 limone
  • 2 cucchiai di liquore a piacere
Procedimento
  1. Per prima cosa mettete le uvette a bagno in un bicchiere con un dito di liquore, per almeno 3 ore, in modo che si ammorbidiscano e si insaporiscano.
  2. Con le fruste elettriche (o l'impastatrice) montate bene le uova con lo zucchero per 10 minuti, fino ad ottenere un composto spumoso.
  3. Aggiungete un cucchiaio di farina e continuate ad impastare.
  4. Amalgamate il burro ammorbidito e l'olio.
  5. Sciogliete i cubetti di lievito nel bicchiere di latte tiepido insieme ad un cucchiaino di zucchero, aggiungetelo all'impasto e versate un altro cucchiaio di farina, poi continuate ad impastare.
  6. Infine aggiungete tutta la farina rimanente, la buccia grattugiata del limone, le uvette che avrete asciugato e sgocciolato dal liquore e le scorzette di arancia candita tagliate a pezzettini.
  7. Imburrate ed infarinate uno stampo a ciambella, oppure della forma che preferite, l'importante è che abbia i bordi alti almeno il doppio dell'impasto che vi metterete.
  8. Lasciatelo lievitare coperto da un panno umido in un luogo asciutto, per tutta la notte (circa 10-12 ore).
  9. Trascorso il tempo di lievitazione, cuocetelo a 180° per 20 minuti e poi 160° per altri 20-25 minuti. Bon appétit et Bonnes Fêtes à tous!! 🙂
 
 
 
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35 Risposte a “Crescia dolce”

  1. CIAO !io sono marchigiana …ma al mio paese la usano fare per PASQUA insieme a quella salata ..ma non so !!Un proverbio dice:”Ogni famiglia ha la sua cucina….”augurissimi l.a.

    1. Ciao Laura!! si infatti di solito si fanno entrambe a Pasqua, ma la mia bisnonna era solita preparare la crescia dolce per Natale, così mia nonna ha mantenuto questa tradizione. Tantissimi auguri di buone feste anche a te! 😉 a presto 🙂

  2. Buonissima, anche se la versione salata mi fa letteralmente impazzire! Cmq, per il periodo in cui siamo questa va benissimo. Buone feste!!

  3. Mi piacciono molto i dolci con lievito naturale..perché sanno di ” NATURALE” . Gli altri dolci però sono magici di gusto, colore, forma e non ultimo di presenza, con foto altrettanto magiche. Super brava!!

    1. grazieee mille Vane!! 🙂 eh si, ogni tanto fa piacere far conosce qualche piatto tradizionale delle nostre regioni 😀 buona giornata!! 🙂

    1. Nella mia città in particolare, con crescia si intende la “crescia di pasqua” che è una pizza alta che come forma assomiglia al panettone, ma è salata, con pezzi di pecorino, parmigiano grattugiato e sale nell’impasto. Poi c’è la crescia dolce, che è questa che ho preparato io. Invece in altre zone della mia provincia, per esempio ad Urbino, con “crescia” o anche “crescia sfogliata”, si intende una piadina appunto sfogliata con lo strutto, che si mangia con salumi e formaggi, come la classica piadina. Il significato della crescia varia un po’ di città in città credo 🙂

  4. Ciao e piacere di conoscerti. Sono stata colpita da questa ricetta ma ho solo una titubanza: non sono troppi 75 g di lievito di birra ( tre cubetti) in 450 g di farina? C’è un errore o la ricetta contempla tanto lievito?
    Ti ringrazio in anticipo per la risposta (mi piacerebbe provarla).

    1. ciao Maria! 🙂 questa è la ricetta che prepara sempre mia nonna, infatti anche io sono rimasta stupita quando mi ha detto che utilizzava 3 cubetti di lievito, però siccome è una ricetta di tradizione della mia famiglia ho voluto provarla così com’era! 🙂 molto probabilmente è per il fatto che lievita in una sola giornata e non ha bisogno di rinfreschi come magari si deve fare con il panettone tradizionale. Sinceramente neanche mia nonna conosce il motivo preciso, anche lei ha ereditato questa ricetta da sua mamma, quindi la mia bisnonna! 🙂

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