Cotognata al melograno

 

In autunno è tradizione in Sicilia preparare questa specialità; non saprei come definirla: noi la chiamiamo cotognata, non è una confettura perchè non è spalmabile, neanche marmellata perchè non è a base di agrumi. E’ una conserva a base di mele cotogne e zucchero che si può gustare a morsi, in tutti i paesi della mia isola. Avevo già postato la ricetta tradizionale della cotognata ( clicca qui ); oggi invece voglio condividere con voi questa mia variante golosa e soprattutto godibile con gli occhi: cotognata al melograno. Ho messo insieme questi meravigliosi frutti autunnali per ottenere queste gelatine alla frutta che sono andate letteralmente a ruba.

 

 

Ottenere dai melograni 200 ml di succo: io prima li ho sgranati, poi frullati e quindi filtrato.Ho messo il suco a decantare in frigo mentre preparavo le mele cotogne.

                                       
                                       
Le faccio bollire intere dopo aver tolto bene la peluria esterna. Non vi posso dire il peso perchè perdono molto, togliendo torsolo e buccia: dovremo ottenere 1 Kg di purea, quindi ci vogliono almeno 2 kg di mele. Taglio a pezzi la polpa e passo attraverso un passaverdure (con il mixer non otterrremmo lo stesso risultato), quindi ci vuole un po’ di olio di gomito!
                                       
Pesate la polpa ottenuta; dovrete aggiungere pari peso di zucchero e il succo di mezzo limone. Mettete sul fuoco dolce mescolando dopo aver aggiunto anch il succo di melograno (in relazione al colore può variare molto in base alla qualità dei frutti, infatti ci sono alcune varietà che tendono al violaceo).
I tempi di cottura possono variare, ma il minimo è almeno mezz’ora dopo l’ebollizione; mescolate sempre perchè rischia di bruciare o di riempirvi la cucina di schizzi.
Mettetela quindi o negli stampi di terracotta o in un contenitore di plastica o teglia di coccio. Dopo un paio di giorni lasciata ad asciugare fuori dal frigo, può essere facilmente sformata.
Lasciate asciugare ancora su un tagliere di legno coperta da tulle per evitare che gli insetti la divorino, all’aperto, in un luogo ventilato e all’ombra.
Quando avrà raggiunto la consistenza gommosa (tipo caramelle gelèe), tagliatela a cubetti e conservatela in una scatola in frigo. Alcuni, proprio come le gelatine di frutta, la ripassano nello zucchero semolato, io preferisco di no. Un tempo veniva fatta asciugare ancora di più e poi conservata avvolta in carta velina. Veniva regalata ai bambini per la ricorrenza dei morti, una festività molto sentita in Sicilia.
Non è una meraviglia?