Il ferro è un minerale fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo umano.

Svolge un ruolo importantissimo nella formazione dei globuli rossi, trasportando ossigeno ai tessuti attraverso l’emoglobina e favorendo la salute generale della pelle e delle mucose.

Senza una quantità adeguata di questo minerale, il corpo non può produrre globuli rossi sani, con conseguenti problemi come l’anemia, una delle carenze nutrizionali più comuni a livello mondiale.

È disponibile sia nei prodotti di origine animale che vegetale, ma esistono differenze tra le due forme che influenzano il loro assorbimento.

Quello eme, presente nella carne, è più assimilabile rispetto a quello non-eme, che si trova nei vegetali.

Però, il ferro non-eme rappresenta una fonte particolarmente importante nelle diete vegetali. Anche se è più sensibile ad alcuni fattori che ne ostacolano l’assorbimento, può essere migliorato tramite abitudini alimentari specifiche e consapevoli.

Per questo motivo, è essenziale conoscerne non solo l’importanza nella dieta, ma anche le strategie per ottimizzare l’assorbimento di quello non-eme, rendendo possibile una corretta integrazione di questo minerale attraverso una dieta a base vegetale.

Assorbimento del Ferro non-eme: strategie per ottimizzarlo

Come dicevamo, la forma non-eme, presente principalmente nei vegetali, ha una biodisponibilità inferiore rispetto a quella eme.

Mentre il primo viene assorbito direttamente e in modo più efficiente dal corpo umano, l’assorbimento di quello non-eme può essere influenzato da numerosi fattori. La sua assimilazione può variare tra il 2% e il 20%, in base alla composizione del pasto e alla presenza di sostanze che ne facilitano o inibiscono l’assorbimento.

Fattori che inibiscono l’assorbimento del ferro non-eme:

  1. Tannini: presenti in alimenti come tè, caffè, vino rosso e cioccolato, i tannini formano complessi insolubili con il minerale, riducendone significativamente l’assorbimento. Per evitare questo effetto, è consigliabile consumare queste bevande lontano dai pasti principali.
  2. Calcio: l’assunzione di cibi ricchi di calcio contemporaneamente a fonti di Fe non-eme può ridurre l’assorbimento fino al 50%. È preferibile consumare questi alimenti in pasti separati.
  3. Fitati: l’acido fitico, presente in cereali integrali, legumi e frutta secca, può legarsi al ferro e ad altri minerali, formando composti insolubili che ne impediscono l’assorbimento. Sebbene i fitati abbiano benefici antiossidanti, è importante ridurre il loro impatto attraverso metodi culinari specifici., che vedremo tra poco.

Fattori che migliorano l’assorbimento della forma non-eme:

  1. Vitamina C: tra i potenziatori più efficaci per l’assorbimento del ferro non-eme, la vitamina C (presente ad esempio in agrumi, peperoni, broccoli e cavoli) può aumentare l’assorbimento fino a sei volte. L’aggiunta di una fonte di vitamina C a un pasto ricco di ferro non-eme favorisce la conversione in una forma più facilmente assorbibile dall’organismo.
  2. Ammollo e cottura: i cereali e i legumi ricchi di fitati possono essere trattati attraverso l’ammollo e la cottura. L’ammollo per 12-24 ore, soprattutto se in acqua tiepida e arricchita con succo di limone, riduce significativamente la quantità di fitati e facilita l’assorbimento del minerale.
  3. Fermentazione e germinazione: la fermentazione (ad esempio, attraverso l’uso del lievito madre) e la germinazione migliorano notevolmente la biodisponibilità dei minerali, riducendo i livelli di fitati e rendendo i nutrienti più facilmente accessibili.

Carenza di Ferro: cause, sintomi e impatto sulla salute

Questa carenza è una delle più comuni carenze nutrizionali a livello mondiale, specialmente in donne in età fertile, bambini e persone con diete a basso contenuto di questo minerale, che è essenziale per molte funzioni vitali, tra cui la formazione dei globuli rossi e il trasporto di ossigeno nel corpo, e la sua carenza può avere gravi ripercussioni sulla salute.

Cause della carenza di Ferro

  1. Alimentazione inadeguata: le diete povere di alimenti ricchi di ferro, sono una delle principali cause di carenza. Questo è particolarmente importante per le diete a base vegetale, dove il ferro presente è di tipo non-eme, che ha una minore biodisponibilità rispetto al ferro eme.
  2. Perdite di sangue: le perdite di sangue croniche sono una causa comune di carenza. Le mestruazioni abbondanti nelle donne, sanguinamenti gastrointestinali, ulcere e donazioni di sangue frequenti possono ridurre significativamente le riserve nell’organismo.
  3. Problemi di assorbimento: condizioni gastrointestinali come la celiachia, la malattia di Crohn e altre patologie intestinali possono comprometterne l’assorbimento. Anche un uso eccessivo di antiacidi o farmaci che riducono l’acidità dello stomaco può ridurne l’assimilazione.
  4. Gravidanza e crescita: durante la gravidanza, il fabbisogno aumenta notevolmente per supportare lo sviluppo del feto e la formazione della placenta. Anche durante l’infanzia e l’adolescenza, periodi di rapida crescita ne richiedono una maggiore assunzione.

Sintomi della carenza

La carenza può manifestarsi in vari modi, a seconda della gravità e della durata del deficit:

  1. Anemia sideropenica: quando i livelli sono bassi per un periodo prolungato, il corpo non riesce a produrre un numero sufficiente di globuli rossi sani, portando all’anemia sideropenica. I sintomi principali includono affaticamento cronico, debolezza, pallore, difficoltà di concentrazione e mal di testa.
  2. Problemi cardiovascolari: la carenza può portare a tachicardia (battito cardiaco accelerato), aritmie e, nei casi più gravi, a scompensi cardiaci, poiché il cuore deve lavorare di più per compensare la ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno.
  3. Complicazioni in gravidanza: le donne incinte con questa carenza sono a maggior rischio di parto pre termine, basso peso alla nascita e complicazioni post-parto. Per il bambino, la carenza può influire negativamente sulla crescita e sullo sviluppo cognitivo.
  4. Sistema immunitario indebolito: una carenza può compromettere la funzione del sistema immunitario, rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni.
  5. Problemi neurologici e cognitivi: nei bambini, questa carenza può influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo e comportamentale, con possibili difficoltà di apprendimento e riduzione delle capacità motorie e linguistiche.

Prevenzione e trattamento

La prevenzione di questa carenza passa attraverso una dieta bilanciata e l’assunzione di cibi ricchi di ferro, insieme a fonti di vitamina C per migliorare l’assorbimento.

Nei casi di carenza conclamata, è spesso necessario ricorrere a integratori di ferro sotto la supervisione di un medico.

Eccesso: rischi e conseguenze per la salute

L’eccesso di ferro, noto come sovraccarico di ferro, è una condizione rara ma potenzialmente pericolosa per la salute. A differenza della carenza, che è comune, un eccesso può portare a complicazioni serie a causa dell’accumulo nei tessuti e negli organi vitali, causando danni cellulari.

Cause dell’eccesso

  1. Eccessiva assunzione di integratori: l’assunzione di integratori in dosi elevate, senza una reale necessità medica, è una delle principali cause di sovraccarico. Poiché quello non-eme, proveniente da fonti vegetali, ha un meccanismo di regolazione più efficace, l’eccesso è più comune quando il ferro è assunto in forma di integratori o proviene da fonti animali (ferro eme).
  2. Emocromatosi ereditaria: è una malattia genetica che porta il corpo ad assorbire troppo ferro dagli alimenti. Questo minerale in eccesso viene poi depositato nei tessuti e negli organi come fegato, cuore e pancreas, causando danni nel tempo.
  3. Trasfusioni di sangue frequenti: le persone con condizioni come l’anemia falciforme o altre malattie del sangue, che richiedono frequenti trasfusioni, possono accumulare ferro in eccesso a causa della continua immissione di globuli rossi, che contengono questo minerale.

Sintomi dell’eccesso

L’eccesso tende ad accumularsi lentamente nel corpo, e i sintomi possono impiegare anni a manifestarsi. Quando si accumula, il ferro diventa tossico per le cellule, danneggiando gli organi vitali. Tra i sintomi più comuni ci sono:

  1. Danni al fegato: il sovraccarico può causare cirrosi o persino carcinoma epatocellulare (cancro al fegato), poiché il fegato è uno degli organi principali in cui si accumula.
  2. Problemi cardiaci: l’accumulo nel cuore può causare aritmie, insufficienza cardiaca congestizia e altre complicazioni cardiache gravi.
  3. Diabete: l’eccesso nel pancreas può danneggiare le cellule che producono insulina, portando allo sviluppo del diabete di tipo 2.
  4. Danni alle articolazioni: l’accumulo nelle articolazioni può causare artrite e dolore articolare, riducendo la mobilità e la qualità della vita.
  5. Affaticamento e debolezza: molti individui possono avvertire una sensazione cronica di affaticamento, debolezza e mancanza di energia.
  6. Colorazione della pelle: in alcuni casi, l’accumulo nella pelle può causare una pigmentazione anomala, conferendo alla pelle una tonalità grigio-brunastra.

Prevenzione e trattamento dell’eccesso

Il trattamento dell’eccesso di ferro dipende dalla causa e dalla gravità della condizione. Alcuni approcci includono:

  1. Flebotomia terapeutica: è il trattamento di prima linea per le persone con emocromatosi ereditaria. Consiste nel prelievo regolare di sangue per ridurre i livelli di questo minerale nel corpo. Questa procedura è efficace e sicura a lungo termine.
  2. Chelazione del ferro: per chi non può sottoporsi a flebotomia, come i pazienti con anemia o che ricevono trasfusioni frequenti, vengono utilizzati farmaci che si legano al ferro in eccesso, permettendo al corpo di eliminarlo attraverso le urine o le feci.
  3. Modifiche alla dieta: le persone con un eccesso possono essere consigliate di limitare l’assunzione di alimenti ricchi di ferro, in particolare il la forma eme proveniente da fonti animali, come carne rossa. Anche evitare integratori contenenti ferro o vitamina C (che aumenta l’assorbimento del ferro) può essere una strategia utile.

Fonti vegetali: strategie per un assorbimento ottimale

Le fonti vegetali rappresentano una parte essenziale dell’alimentazione, specialmente per chi segue una dieta vegana o vegetariana.

Il ferro presente nei vegetali, che come abbiamo sopra è detto non-eme, differisce da quello eme presente negli alimenti di origine animale, poiché è meno facilmente assorbibile dal corpo umano.

Però, con alcune accortezze, è possibile massimizzare l’assorbimento di ferro da fonti vegetali, garantendo un adeguato apporto di questo minerale essenziale.

Principali fonti vegetali

È presente in una vasta varietà di alimenti vegetali:

  1. Legumi: sono tra le fonti vegetali più ricche. Ceci, lenticchie, fagioli neri, fagioli rossi e piselli secchi sono particolarmente benefici. Una porzione di lenticchie cotte, ad esempio, può fornire circa 3,3 mg di ferro per 100 grammi.
  2. Verdure a foglia verde scuro: spinaci, cavolo riccio, cavolo nero, bietole, rucola e tarassaco sono eccellenti fonti. Però, quello presente in questi alimenti è accompagnato da ossalati, che possono ridurre l’assorbimento del minerale, per cui è importante abbinarli a fonti di vitamina C.
  3. Cereali integrali: quinoa, amaranto, farro, avena e orzo ne contengono buone quantità. Ad esempio, la quinoa cotta offre circa 1,5 mg di ferro per 100 grammi ed è anche priva di glutine, il che la rende una scelta ottima per chi è intollerante.
  4. Frutta secca e semi: semi di zucca, di chia, di lino, mandorle e noci ne sono ricchi. I semi di zucca, in particolare, forniscono circa 8 mg di ferro per 100 grammi, rendendoli una delle fonti vegetali più concentrate.
  5. Funghi secchi: i funghi porcini secchi sono noti per il loro alto contenuto, con circa 35 mg per 100 grammi. Anche altre varietà di funghi secchi possono essere una buona fonte, ma è importante consumarli in porzioni appropriate per ottimizzare l’assorbimento.
  6. Tofu e tempeh: prodotti a base di soia, come tofu e tempeh, sono ottime fonti per chi segue una dieta vegetale. Il tofu, ad esempio, contiene circa 5,4 mg di ferro per 100 grammi, mentre il tempeh può arrivare a 2,7 mg.
  7. Frutta disidratata: albicocche secche, uvetta e prugne ne sono ricche e rappresentano uno snack pratico e gustoso. L’uvetta, ad esempio, contiene circa 2,6 mg di questo minerale per 100 grammi.

Migliorare l’assorbimento

Esistono strategie efficaci per migliorarne l’assorbimento. Ecco alcune raccomandazioni utili:

  1. Abbinamento con vitamina C: la vitamina C è un potente promotore dell’assorbimento del ferro. Consumare agrumi, peperoni, cavolfiori, broccoli e fragole, può aumentare significativamente la quantità di questo minerale assorbita dal corpo. Per esempio, aggiungere limone o succo d’arancia ai piatti di legumi o cereali può migliorarne l’assimilazione.
  2. Ridurre il consumo di fitati: i fitati, presenti nei cereali integrali, nei semi e nei legumi, possono legarsi al minerale e ridurre il suo assorbimento. Tuttavia, ammollo, germinazione e fermentazione degli alimenti possono abbassare il livello di fitati, migliorando l’assorbimento dei minerali. Ammollare legumi e cereali per 12-24 ore prima della cottura è una pratica molto utile.
  3. Evitare caffè e tè durante i pasti: i tannini presenti nel caffè, tè, vino rosso e cioccolato possono inibirne l’assorbimento. È quindi consigliabile consumare queste bevande lontano dai pasti principali per non ostacolarne l’assimilazione.
  4. Limitare l’assunzione di calcio durante i pasti: il calcio, se consumato in eccesso durante i pasti, può competere con il minerale per l’assorbimento. Evitare di assumere latticini o integratori di calcio insieme agli alimenti ricchi di ferro può aiutare a massimizzare l’assorbimento di quest’ultimo.
  5. Cottura e preparazione degli alimenti: la cottura dei cibi può ridurre la quantità di ossalati presenti in alcune verdure, migliorando l’assorbimento del ferro. Inoltre, tecniche come la fermentazione (ad esempio, utilizzando il lievito madre per la panificazione) possono ridurre l’effetto dei fitati.

In conclusione possiamo dire che il Ferro è un minerale fondamentale per la salute e il benessere e una corretta gestione della sua assunzione attraverso fonti vegetali può garantire il mantenimento di livelli ottimali anche per chi segue una dieta 100% vegetale o vegetariana.

Sebbene quello non-eme presente nei vegetali sia meno assorbibile rispetto a quello eme, con le giuste accortezze, come l’abbinamento con vitamina C e tecniche di preparazione degli alimenti adeguate, è possibile migliorarne significativamente l’assimilazione.

Stare attenti a fattori che ne inibiscono l’assorbimento, come i tannini e i fitati e adottare strategie alimentari mirate può contribuire a prevenire carenze e garantire una nutrizione equilibrata.

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2 Comments on Il Ferro

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