SAVOIARDI “AURORA”

Forse avrete notato che ultimamente sto postando ricette titolate a nomi di persona, come la torta Annetta
postata qui; e Aurora é il nome della mia sorella con cui parlavo giorni fa al telefono e che mi ha dispensato più di una ricetta presa dal suo taccuino personale. Questa ricetta é anch’essa collegata a dei momenti particolari che la riguardano, ad un momento della sua esistenza, diciamo un paio di anni! in cui ha avuto modo di vivere in Africa, precisamente in Nigeria. No, non ha fatto la missionaria, quello lo ha sempre fatto all’interno della sua bella famiglia!, ma per motivi di lavoro di suo marito, per non dividere il nucleo familiare, ha deciso di seguirlo assieme ai suoi tre figli, due femmine, allora 10 e 17 anni ed un maschio di 19. Già la partenza di per sé é stata traumatica: lasciare la casa, anche se sorvegliata, la macchin;, i ragazzi la scuola e gli amici; e in più, per quanto preparati, andare in un paese, una nazione, conosciuta da tutto il mondo per la sua povertà, per la sua fame.
Per dei ragazzi abituati alla “civiltà”, al benessere cui più o meno siamo tutti abituati, affrontare alcuni disagi, sebbene in condizioni privilegiate, non é stato facile. Anche i grandi, soprattutto le donne delle altre famiglie che stavano lì per gli stessi motivi,si son dovute rimboccare le maniche e darsi da fare per preparare da mangiare e sopperire ai prodotti alimentari che lì non si trovavano, come per esempio la pasta, il pane,il formaggio, il latte, il burro, etc etc.
Mia sorella mi racconta che lei doveva fare il pane tutti i giorni, la pasta, i dolci e tante altre cose.
Le materie prime che si trovavano facilmente erano la farina,le uova e lo zucchero. La farina era molto buona e la acquistavano in quantità industriale, e con questa facevano il pane e le pizze,con grande soddisfazione per il risultato della lievitazione dovuta all’elevata temperatura; con le uova facevano ogni tipo di pasta anche se lì il clima torrido ne rendeva difficile la preparazione. C’era l’olio, ma non il burro; non essendoci il latte, per fare i dolci usavano quello in polvere e con questo mia sorella faceva addirittura la ricotta per poter fare i ravioli; in alcuni supermercati, chiamiamoli così, per raggiungere i quali dovevano fare circa 50 chilometri, potevano trovare della panna in barattolo, già montata e il lievito per il pane, mentre quello per dolci si trovava in sacchetti nei mercatini.
Insomma le donne si dovevano dare un gran daffare per non far mancare l’essenziale alle loro famiglie. Ma tutto questo con grande rispetto e senza paragone alla miseria vera della popolazione di quel paese che si toccava veramente con mano.
Tutta questa premessa per arrivare alla ricetta di questi savoiardi che mia sorella Aurora faceva spesso, a sua volta con ricetta avuta da una sua amica che le prestava l’ammoniaca e che lei centellinava più che poteva.
Per tornare al suo racconto che sempre mi piace sentire, chiudo dicendo che in questo suo soggiorno in terra d’Africa ci sono stati anche momenti duri da superare,come quando mia sorella e la sua figlia più piccola hanno avuto la malaria con grave rischio per la loro salute, ma anche momenti piacevoli di aggregazione con le altre famiglie,l’approccio con la popolazione, i bambini, l’habitat; momenti importanti e suggestivi, come per esempio la Prima Comunione della nipote più piccola e tanto altro da far restare impressa per sempre questa esperienza indimenticabile che non può essere narrata in poche parole.

la Prima Comunione della nipotina

Se avete avuto la pazienza di leggere questa premessa, passo a darvi la ricetta dei savoiardi.

Dosi per 1 kg di farina (io ho fatto metà dose)

Farina 1 kg.
uova 12
zucchero 500 gr.
ammoniaca 30 gr.
zucchero a velo qb

Frullare le uova con lo zucchero e l’ammoniaca, aggiungere poi la farina setacciata a mano a mano. Su una teglia per biscotti e su carta forno fare con l’impasto delle striscette aiutandosi con una sac à poche e lasciar lievitare per tante ore, preferibilmente prepararli la sera ed infornarli al mattino. Spolverare la superficie dei biscotti con zucchero a velo ed infornare ad una temperatura di 160/ 170 gradi circa per 12/ 15 minuti.

Potete conservare i savoiardi in un contenitore a chiusura ermetica oppure, se ne fate in quantità industriale come ho fatto io, nelle classiche scatole di latta per biscotti che tutti abbiamo a casa sicuramente.

Nota. Io, volendo usare i savoiardi per colazione, li ho rimessi nel forno spento per farli asciugare ulteriormente.

Li avevo appena sfornati che, sfogliando i blogs ho trovato il contest Piccola pasticceria, i biscotti e così lo mando al blog di Bxbiscotto
per il suo contest

Pubblicato da azzurratagliaecucina

Mi chiamo Antonietta, ma per familiari e amici sono da sempre Azzurra. Perché Taglia e Cucina? Perché mi piace passare dalla padella… al cucito!