PANADAS di Oschiri

Era tempo che desideravo preparare le “panadas” ed in particolare le panadas di Oschiri, paese della Sardegna dove ogni anno si ripete la sagra di queste buone crostatine, perché nelle cene d’estate ho sempre

riscosso un discreto successo presentandole come antipasto.
La panada é una pasta brisée farcita di volta in volta con gli ingredienti che più ci aggradano; solitamente essa é farcita con carne d’agnello o di maiale, ma si possono fare panadas anche con formaggio, salsiccia, anguille e quant’altro.
E’ una pietanza molto antica ed é il piatto forte della domenica e di tutte le feste comandate, dei matrimoni, al mare e in gita. Tradizionalmente é usato come piatto beneaugurale regalato agli ospiti forestieri che frequentano la sagra, come un tempo si faceva regalando zucchero ed il caffé.
La sagra della panada ha fatto sì che questo piatto della tradizione gastronomica della Sardegna sia abbastanza conosciuto e soprattutto identificato con il paese di Oschiri che vanta una delle ricette più antiche ed é quella che io propongo.
Si hanno tracce delle panadas in pagna e nell’America latina, segno di scambio
culturale con il nostro paese.

Eccole tagliate a metà dal cui interno si intravede la farcia ancora fumante con un profumino davvero stuzzicante e sembrano aver preso l’aspetto delle caverne tipiche delle montagne della Sardegna.

Sono molto semplici da preparare ed anche abbastanza veloci.
La ricetta ve la porgo direttamente dal libro da cui l’ho attinta, una raccolta di ricette scritte da un sardo del quale ho fatto miei da tempo diversi piatti.

A differenza di altre ricette in cui la carne viene cotta precedentemente e condita con vari ingredienti, in questa si mette cruda condita con solo aglio e prezzemolo e aggiunta di una spruzzata di sale.

Si prepara la pasta impastando la farina con l’acqua e il sale e si incorpora alla fine lo strutto; si fa riposare una mezz’oretta in frigo e poi si fa una sfoglia abbastanza spessa;

Si ritagliano dei cerchi tali da foderare delle formine

si posano i cubetti di carne, l’aglio e il prezzemolo, si sala leggermente

e si ricoprono con altrettanti dischi di pasta sigillandone i bordi formando un cordoncino e punzecchiando la superficie per la fuoriuscita dell’aria in cottura

Mettere a cuocere in forno preriscaldato a circa 200 ° per 45 min. circa.

ed eccole appena sfornate

con la pasta in avanzo ne ho preparate alcune fatte semplicemente con pecorino grattugiato

Per questa ricetta ho usato metà dose di farina 00 e metà dose di farina per pasta del Molino Chiavazza

Ed ora permettetemi di dedicare due righe a questa pianta, l’Elicriso,che in dialetto maddalenino si chiama “scavicciu” col quale ho presentato il piatto e che è la pianta simbolo dell’isola che si impregna del suo profumo. E’ una pianta che cresce spontanea e rende dorate le coste della Sardegna ed il suo profumo rimane per anni e anni. Io ho a casa questo mazzetto da quasi trenta anni, e quando ho nostalgia della mia terra, abitando ormai in un altra regione,mi basta avvicinarmi per sentirne il suo profumo, anzi, a volte succede che il vento lo porti a me all’improvviso.

Mando questa ricetta per il contest del Molino Chiavazza crostate e crostatine salate

Pubblicato da azzurratagliaecucina

Mi chiamo Antonietta, ma per familiari e amici sono da sempre Azzurra. Perché Taglia e Cucina? Perché mi piace passare dalla padella… al cucito!