
Ogni anno a Pasqua mi sbizzarrisco nella preparazione dei dolci particolari della Sardegna, quelli particolari, ricamati, che sono la mia passione, fatti con pasta violata. Questo termine, devo essere sincera, l’ho conosciuto da poco.
Uso da sempre questo tipo di pasta, che è la base di quasi tutti i dolci sardi, ma non ne conoscevo il termine. Grazie ad una mia lontana cugina quasi novantenne, che non sentivo da quasi mezzo secolo, ne sono venuta a conoscenza. In pratica è la pasta che si fa con la semola e lo strutto, oppure olio, con un pizzico di sale. Come sempre in tutte le famiglia ci sono delle varianti; c’è chi aggiunge un cucchiaino di zucchero, chi ci mette l’uovo; io la preparo semplicemente con la semola e lo strutto perchè il dolce lo prende dalla farcia.

Mi è piaciuto molto parlare con una persona che ha trascorso quasi un secolo della sua vita, ma che al telefono non sembrava proprio tanto è lucida di mente, e sentire la descrizione della sua ricetta che mi ha dato conferma sulla mia preparazione solita.


La ricetta
Ingredienti per 50 coricheddos
700 gr di semola
30 gr di strutto
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di zucchero a piacere
acqua qb, quanta ne assorbe la farina (di solito la metà del peso della farina)
Per la farcia
miele gr 500
farina di mandorle gr 500
scorza d’arancia secca ridotta in polvere oppure grattugiata
1 pizzico di zafferano
Preparare la pasta con acqua quasi calda ed aggiungere lo strutto alla fine lavorando l’impasto fino a che si è ben amalgamato. Far riposare la pasta possibilmente per una notte in frigo, avvolta in pellicola.
Preparare la farcia mettendo il miele a scaldare in un capace tegame e, quando arriva quasi a bollore buttarci dentro la farina di mandorle e girare per un quarto d’ora circa, come si fa con la polenta, fino a che l’impasto non raggiunge una certa consistenza e si stacca dalle pareti del tegame. Aromatizzare e rovesciare la farcia su un piano freddo e farla raffreddare. Una volta fredda spianarla con il mattarello fino ad uno spessore di mezzo centimetro circa. Avvolgere con pellicola e porre in frigo, possibilmente per una notte. Dopodichè incominciare la lavorazione base di stesura della pasta, il ritaglio della farcia a forma di cuore, la copertura e la decorazione. Ecco alcune fasi di preparazione prese dal precedente post dei coricheddos

Qui alcune fasi dei recenti coricheddos


Poi mettere in forno a circa 160 gradi e cuocere per 15 minuti. Praticamente devono solo essiccarsi e la pasta deve rimanere bianca. (io metto mezzo cucchiaino di aceto bianco nella pasta)

Queste sono le copulettas, preparate con la stessa pasta e la stessa farcia; ma di queste farò un post a parte.
Che belli quasi un peccato poi mangiarli
Lia
Ciao Pina e Lia, bello ritrovarvi!!! No non è un peccato, perchè sono anche buoni! Tanto stazionano per una settimana e poi……… Ciao Un abbraccio
Antonietta, sono incantevoli! Questi dolcetti sono delle vere e proprie opere d’arte e di sicuro, oltre che belli sono anche deliziosi! Complimenti! Un abbraccio, Mary
Ecco, riesco a risponderti! Grazie mille Mary, io sono appassionata e mi impegno per quanto posso. Un abbraccio a te
Ciao Azzurrina, sono tornata solo stasera al blog per preparare il post di domani. Ma non ho proprio voglia di fare niente. Sono successe altre cose dopo la mia settimana di passione e sono un po’ stanca. Vorrei riuscire a stare tranquilla. Tu come stai? Hai preparato dei dolcetti bellissimi, ti ammiro incondizionatamente. Un abbraccio grande e tutto il mio affetto, bacioni
CE, che piacere! E’ il periodo o saranno le preoccupazioni personali che ci danno stanchezza? Confido nel bel tempo se arriva per riacquistare forza e positività. Lo auguro anche a te di tutto cuore! Un abbraccio Azzurra
complimenti sono bellissimi!! Un abbraccio SILVIA
Grazie Sississima! Un abbraccio a te