La dieta antitumore per dimezzare i rischi

Semplicità e varietà, sono le caratteristiche che deve avere il nostro menù. Secondo uno studio internazionale, ciò che mangiamo può fare la differenza.

Queste conclusioni emergono dal terzo report del World cancer research fund international (Wcrf), redatto insieme all’American institute for cancer research (Aicr) pubblicato nel 2018. Il team dei ricercatori ha analizzato gli studi su cancro e alimentazione degli ultimi 10 anni e ha concluso che la dieta ideale è molto simile a quella mediterranea.

Il girovita….è vita!

Molti studi hanno evidenziato che il problema non è soltanto l’obesità in generale, ma soprattutto il tessuto adiposo che si accumula a livello della pancia, e che interessa anche quelli normopeso. Questo perchè un eccesso di grasso addominale determina, con meccanismi complessi, livelli più alti nel sangue di molecole infiammatorie. Queste ultime sono un meccanismo di difesa dell’organismo,indispensabile per la riparazione dei tessuti danneggiati da ferite o malattie, ma quando sono troppe diventano un fattore di rischio.

Come misurarlo

Per scoprire se la nostra pancetta è pericolosa, basta misurare la circonferenza con un metro da sarta, facendolo passare due dita sopra l’ombelico, la misura no dovrebbe essere superiore a 80 cm per le donne e 94 per gli uomini.

Non creiamo terreno fertile

Le cellule tumorali possono formarsi nell’organismo, ma non necessariamente sviluppano la malattia se non trovano le condizioni giuste per proliferare. Per questo è importante eliminare il più possibile i fattori di rischio che possono fornire un terreno fertile per la crescita del tumore

I fantastici 5

  1. Verdura
  2. Frutta
  3. Pesce
  4. Cereali integrali
  5. Legumi

La verdura: occhio alle cotture

Ne andrebbero mangiate almeno tre porzioni al giorno introducendolo a ogni pasto. Se ne può consumare anche di più, a patto che si faccia attenzione ai condimenti e al tipo di cottura.

  • Quindi via libera alle verdure crude, bollite, al vapore o al forno condite con un cucchiaino di olio extravergine di oliva, succo di limone, erbe aromatiche o spezie, mentre bisognerebbe limitare quelle fritte, cotte nel burro, condite con maionese o panna.

La frutta: si, ma attenzione alle calorie

E’ ricca di fibre, vitamine e sali minerali, quindi bisognerebbe mangiarla ogni giorno. Tuttavia, poichè contiene anche molti zuccheri, è bene non superare le due porzioni.

  • Oltre alla frutta fresca, è bene inserire nella propria dieta anche quella secca a guscio (mandorle, noci, nocciole, anacardi ecc.) per il suo contenuto di oligoelementi e omega 3, acidi grassi polinsaturi che svolgono un’azione antinfiammatoria.
  • Tuttavia, dal momento che la frutta secca è molto calorica, è bene non superare i 30 gr al giorno.

Pesce: meglio se piccolo

Tra le fonti proteiche animali è meglio scegliere il pesce rispetto alla carne e, in particolar modo, optare per i cibi ricchi di omega 3 (pesce azzurro e salmone), privilegiando quelli di taglia piccola, perchè contengono meno metalli pesanti e inquinanti ambientali.

Cereali integrali: perchè sono antinfiammatori

Riso, pasta, pane, orzo, farro e miglio dovrebbero essere sempre integrali, perchè la versione non raffinata apporta più fibre che, tra l’altro, rallentano l’assorbimento degli amidi evitando picchi glicemici nel sangue.

  • Inoltre, i cereali integrali svolgono un’azione antinfiammatoria grazie a particolari molecole che si trovano legati alle fibre.

Legumi: anche tutti i giorni

Contengono proteine e, quindi, sono una buona alternativa alla carne, in più sono molto ricchi di fibre che svolgono un ruolo protettivo nei confronti delle cellule dell’apparato digerente e riducono il rischio di sviluppare tumori nel colon retto.

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