Solitamente abbiamo l’abitudine, per comodità, di scartare parti e foglie esterne di verdure, in particolar modo di insalate perché preferiamo il cuore, più tenero e spesso più bianco. Ma lo sapete che è anche meno saporito e ricco di fibra e clorofilla? Cosa ne pensate di preparare queste carinissime polpette speziate di pane e scarola? Sono un inno al riciclo, alla cucina ecosostenibile all’utilizzo di tutto ciò che scartiamo. Il loro gusto speziato e il loro core giallo le rende simpatici finger food ideali per un ottimo aperitivo.
Perché dovremmo mangiare quello che fino a ieri abbiamo buttato via?
Se badiamo ai nostri comportamenti abituali in cucina e a tavola, possiamo osservare che siamo abituati a scartare una notevole quantità delle materie prime che utilizziamo. Lo facciamo per abitudine, per tradizione, per comodità e anche un po’ per estetica, senza mai domandarci se si tratta di un comportamento giustificato. E’ velenoso quello che scartiamo? No di sicuro. E’ veramente non commestibile, o almeno così povero di nutrienti da giustificarne l’eliminazione? Nemmeno.
Ecco una piccolo elenco con la percentuale di scarto di frutta e verdura:
- Carciofi 65%
- Anguria, Cocomeri e Meloni 40%
- Cavolfiori 34%
- Finocchi 30%
- Broccoli 30%
- Arance 20%
- Patate e Spinaci 17%
- Fichi, Pesche e Uva 17%
- Lattuga, Scarola e insalate in genere 15%
- Mele 14%
- Pere 12%
- Carote e Verze 6%
- Fagiolini 5%
Ingredienti per 15-20 polpettine:
- foglie e parti esterne di un cespo di scarola
- 2 panini raffermi
- 1 bicchiere di latte di soia abbondante
- 1 cucchiaio di fecola di patate
- 2 cucchiai di tofu grattugiato
- 2 cucchiai di pangrattato
- pomodorini datterini
- la parte verde di un cipollotto
- cumino
- curcuma o curry
- olio evo
- aglio essiccato
- sale
- pepe
Procedimento:
Per prima cosa spezzettiamo i due panini e mettiamoli in una ciotola ad ammollare nel latte.
In una padella soffriggete la parte verde del cipollotto e l’aglio essiccato e aggiungete le parti e le foglie esterne della scarola tagliate a listarelle irregolari e cuocete a fuoco vivo rigirando spesso per 5 minuti, finché la scarola perde consistenza e acqua.
Aggiungete il cumino, la curcuma o il curry, aggiungete inoltre un bicchiere d’acqua calda, regolate di sale e di pepe e lasciate stufare per 10 minuti almeno.
Lasciate intiepidire la scarola, strizzate il pane e uniteli mescolando con un cucchiaio. Aggiungete il tofu grattugiato, il pangrattato, la fecola, regolate ancora di sale e di pepe e formate delle piccole polpette che passetete nel pangrattato mescolato a della curcuma e disporrete in una teglia ricoperta di carta da forno e che infornerete a 200° per 10 minuti.
Servitele da sole, oppure come spiedino alternate a pomodorini datterini. Un ottimo accompagnamento a queste polpette eco speziate di pane e scarola e la salsa tzaziki o una salsa delicata allo yogurt. Per i vegan hummus di ceci o tzaziki veg.
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Il mio abbinamento
MALVASIA ISTRIANA
I vitigni Malvasia possono essere distinti in due gruppi: quelli con un leggero aroma che ricorda quello del Moscato, quelli a sapore semplice. Ve ne sono a frutto bianco e a frutto nero. Fra le Malvasie a frutto bianco più estesamente coltivate ricordiamo la Malvasia toscana o Malvasia del Chianti, cosiddetta perché la sua uva bianca entra per circa 1/10 nella preparazione di questo celeberrimo vino; quella Malvasia istriana (coltivata nel Friuli-Venezia Giulia); la Malvasia laziale e Malvasia Bianca di Candia. Fra le Malvasie a frutto nero degne di nota ricordiamo quelle salentine: la Malvasia nera di Brindisi,la Malvasia nera di Lecce, quelle (sempre nere) astigiane come la Malvasia di Casorzo d’Asti passito, Malvasia di Casorzo d’Asti e Malvasia nera di Schierano. I vini con tal nome sono liquorosi, dal sapore intenso dolce e gradevole. È particolarmente diffusa in Piemonte, Piacentino, Parmense, Sicilia, Basilicata (nella zona del Vulture), Puglia (in particolare nel Salento) e Sardegna (Malvasia di Bosa). La sua colorazione può essere sia giallognola in vari tipi di spumanti, sia la più diffusa Malvasia Nera.
In Friuli le uve della Malvasia Istriana vengono vinificate in bianco con aggiunta di massimo 15% di vitigni a bacca bianca diversi a seconda della DOC. Il vino è di colore paglierino più o meno intenso. Il profumo è aromatico, caratteristico, o fruttato, armonico. Il gusto è asciutto, gradevole.
La Malvasia Istriana è solitamente un vino poco alcolico e aromatico e ciò rende piacevole l’abbinamento.
Mara Toscani
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