“E a ‘ste panse veue cose ghe daià, cose da beive, cose da mangiä… frittûa de pigneu giancu de Purtufin…” “E a queste pance vuote cosa gli darà, cose da bere, cose da mangiare… frittura di pesciolini, bianco di Portofino…” così recita una strofa della canzone Creuza de Ma del cantautore Fabrizio De Andrè.
Chissà perché ogni volta che vado a Genova a fare la spesa al mercato orientale una volta al mese mi risuona nella mente questa strofa.
Sarà per i suoi banchi colorati e profumati, per i commercianti che per richiamare l’attenzione alzano la voce in dialetto, facendoti calare nell’atmosfera locale.
I banchetti che attraggono maggiormente la mia attenzione sono quelli di frutta e verdura, delle spezie provenienti da ogni parte del mondo, dalle erbe aromatiche che con i loro molteplici colori e profumi sono un invito a fermarsi anche solo a curiosare.
Chi mi conosce bene mi riconoscerà dalla borsa frigo in spalla e la mia curiosità ad ogni banco.
Mi incuriosisce il banco della pasta fresca più particolare. Recentemente ho comprato ravioli di borragine, ravioli di magro dal Piemonte ed ultimi una chicca della mia infanzia : i ravioli di ortiche.
Mi piace chiedere consigli alla commessa se esiste un particolare sugo che si accompagna senza coprire il gusto del ripieno. Lei mi consiglia sempre olio o burro con una spolverata di parmigiano o, in caso dei ravioli, farli in brodo.
Il brodo é sempre di farlo in casa : vegetale o di pollo (mi ha consigliato un banco dove comprare le creste del gallo per insaporirlo).