Brutti boni alla mia maniera

Oggi parliamo di brutti boni, buonissimi biscotti a base di mandorle e/o nocciole di origine piemontese ma pratesi di adozione, visto e considerato che nella mia città è tradizione acquistarli presso lo storico biscottificio Mattei insieme ai biscotti di Prato. La versione originale pratese è realizzata con sole mandorle dolci e una piccolissima percentuale di mandorle amare ed è conosciuta anche come “Mandorlati di San Clemente“, anche se il termine brutti boni è decisamente più familiare.

brutti boni o mandorlati di San Clemente

Torniamo alla ricetta dei brutti boni: come sono solita fare quando mi accingo a sperimentare una ricetta della tradizione, mi sono documentata in vari testi e ho scoperto che, mentre per gli ingredienti c’è una certa concordanza, diverso è il procedimento. Alcuni testi consigliano di cuocere l’impasto affinché rassodi un po’ e poi cuocere subito i biscotti; altri invece (come nel caso del Mannucci) prevedono un riposo di otto ore in teglia prima di cuocerli. Non sapendo quale direzione prendere, ho pensato bene di testare entrambe le versioni; ho preparato l’impasto e di questo una parte l’ho predisposto per il riposo notturno e con l’altra ho utilizzato il procedimento che prevede la cottura preventiva. 

Il problema però si è presentato il mattino dopo: durante la notte le chiare si sono probabilmente smontate piano piano e i mucchiettini, dopo la cottura, erano diventate delle schiacciatine. Per fortuna avevo infornato solo una teglia, quindi non mi è rimasto altro che reimpastare i biscotti delle teglie rimanenti e a questo punto farlo asciugare sul fuoco prima di rimettere in teglia i brutti boni.

Brutti boniIl risultato? Ho ottenuto due tipi di biscotti completamente diversi. Quelli che avevo fatto cuocere la sera sono risultati di colore più chiaro, tendenti a sbriciolarsi al tatto; gli altri invece sono diventati più scuri, più compatti ma con un cuore morbido all’interno. Personalmente preferisco i secondi, ma è questione di gusti, vale comunque la pena di provare entrambe le versioni.

BRUTTI BONI ALLA MIA MANIERA

Brutti boni alla mia maniera
Recipe Type: Biscotti
Cuisine: Italiana
Author: [url href=”http://blog.giallozafferano.it/uovazuccheroefarina” target=”_blank”]Uovazuccheroefarina[/url]
Prep time:
Cook time:
Total time:
Serves: 6/8
I brutti boni sono biscotti a base di mandorle e/o nocciole di origine piemontese ma molto apprezzati anche nella città di Prato.
Ingredients
  • 150 g di nocciole tostate
  • 400 g di mandorle già sgusciate
  • 500 g di zucchero
  • 250 g di albumi
  • un limone non trattato
  • un pizzico di sale
  • Per la cottura:
  • ostie alimentari
Instructions
  1. Tritare le nocciole e le mandorle.
  2. Montare a neve gli albumi insieme allo zucchero; aggiungere una grattata di buccia di limone.
  3. Aggiungere agli albumi montati il trito di nocciole e mandorle; amalgamare bene il tutto.
  4. Mettere il composto sul fuoco e mescolando continuamente lasciare che si asciughi un po’; per fare questo occorreranno una decina di minuti.
  5. Una volta pronto coprire l’impasto e lasciarlo riposare per 6/8 ore; potete ad esempio preparare l’impasto alla sera per cuocerlo al mattino.
  6. Trascorso questo tempo accendere il forno a 150°.
  7. Preparare i brutti boni; mettere in una teglia le ostie alimentari e posizionare l’iimpasto in mucchiettini.
  8. Cuocere i brutti boni in forno per dieci minuti; trascorso questo tempo spegnere il forno e lasciarli dentro ad asciugare.
  9. A piacere servire i brutti boni leggermente spolverati con zucchero a velo. Nelle scatole di latta si conservano per molti giorni.
Notes
La versione originale dei brutti boni pratesi (detti anche Mandorlati di San Clemente) prevede l’utilizzo delle sole mandorle.

 Ti piacciono i biscotti? Allora ti propongo anche questi, ottimi per il finepasto:

Collage biscotti

Biscotti cuor di mela

Biscotti di Prato

Biscotti al limone

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