Panzanella bruschettata – ricetta leggera e vegana

Qui in Versilia la panzanella è una sola, questa qui. e non si discute. possono esistere varianti locali, familiari, che possono includere ingredienti diversi, e anche la preparazione può differerire leggermente (pane ammollato in acqua o in quella di vegetazione delle verdure), ma il risultato non cambia. quella è. un’insalata fredda di pane raffermo ammollato. […]

Necci toscani – crepes dolci di farina di castagne

Necci toscani - crepes dolci di farina di castagne

I necci sono un piatto tipico della zona della Versilia, Lucchesia e Garfagnana
Un piatto che più tipico non si può. Anche la vera ricetta quasi quasi non esiste.
Cioè in pratica ognuno fa come vuole. Assaggia, aggiusta, allunga di acqua e si ferma quando la consistenza è perfetta a suo parere.
Perchè un tempo le ricette si tramandavano a voce, di generazione in generazione, al massimo in quaderni scritti a mano.
Mica c’erano libri e trattati sulla precisione millimetrica degli incredienti in pasticceria…
I necci sono così facili che sono quasi imbarazzanti.
Veloci oltremodo, e oltretutto non richiedono neppure l’uso del forno.
Sono delle crepes dolci di farina di castagne che vengono tradizionalmente fatte con questi “arnesi infernali” chiamati testi.
Li preparava sempre mio padre, era lui l’adetto specializzato ai necci.
Sì perchè richiedono una certa maestria se fatti con la tecnica tradizionale e non lo nego anche forza fisica.
I testi, questi sconosciuti, delle sobrissime piastre in ghisa con due lunghi manici per essere impugnate tranquillamente senza che si surriscaldino (vedere questa foto esplicativa). In pratica ricordano la paletta da pizzaiolo, solo più lunghe, doppie e decisamente più pesanti.
I testi possono essere usati su stufa, su camino, ma anche su fiamma alta del fornello.
L ‘impasto dei necci, interposto tra queste “leggere” piastre si spalma e si fa crepes da solo, senza tanta fatica (a spalmarlo, non ad alzare i testi si intende), e senza bisogno di livellarlo.
I testi vanno poi rigirati in modo che il neccio abbia modo di cuocere da entrambi i lati.
Fatene due o tre e potete saltare l’ora di palestra.
Non del giorno.
Di tutta la settimana.

Mini castagnacci toscani – dolcetti vegan e gluten free

Mini castagnacci toscani - dolcetti vegan e gluten free

Era un po’ che volevo preparare i mini castagnacci.
E per un po’ intendo qualche mese. ma con la farina di castagne a 10 euro al kg non mi azzardavo proprio.
e per fortuna che un tempo era una farina povera!
quella e la frutta secca. adesso per comprare due pinoli, e due noci di numero c’è da svenarsi al super.
i pistacchi poi? non ne parliamo!
l’altro giorno mi sono imbattuta in una bustina di pistacchi sgusciati da 5.99 euro, perché scrivere 6 euro gli faceva brutto! peso netto? 150 gr… 39 euro e rotti al kg in pratica. vi lascio alle vostre considerazioni. e non erano neppure quelli di bronte che sono DOP, tra l’altro.
quindi ho atteso pazientemente tempi migliori. tipo l’avvicinarsi dell’autunno, e la discesa, seppure minina, dei prezzi.
ma veniamo al dunque! il Castagnaccio è un tipico dolce toscano, ex-povero ora arricchito, ha fatto i soldi 😛
è a base di farina di castagne come dice il nome stesso (certo che noi toscani nomi normali ai dolci mai! scarpaccia, cantucci, castagnaccio, brigidini, etc), e ha delle caratteristiche molto peculiari:
1. è senza uova nè latticini quindi senza neppure farlo a posta è un dolce vegan.
2. è senza glutine, poichè è completamente a base di farina di castagne, quindi perfetto per i celiaci.
3. è senza lievito.
4. contiene pochissimo zucchero, quindi ottimale per chi ha il diabete (la butto lì, forse si potrebbe fare anche senza zucchero? o con un dolcificante? non ho mai provato sinceramente! ho la glicemia a bassa nonostante tutti i dolci che mi faccio fuori :P), oppure per chi è a dieta.
5. non contiene grassi quindi perfetto per chi ha il colesterolo alto, o chi è attento alla linea. l’unico grasso, un filo d’olio, serve per ungere gli stampini, e un paio di goccioline per la superficie, ma si parla di quantità veramente infinitesimali (per non dire imbarazzanti) a porzione. sicuramente meno di quanto ne vada in un’insalata.

Panzanella di mia mamma (alla viareggina)

Panzanella di mia mamma (alla viareggina)

No… non la ricetta, proprio la panzanella è di mia mamma. Nel senso che l’ha fatta lei, con le sue mani!
oggi sono arrivata all’hotel dove lavoriamo entrambi e l’ho trovata bella e pronta, già di mattina. proprio ideale per uno spuntino mattutino con tutta quella cipolla fresca XD
comunque, bischerate a parte, mi sono detta “perchè non inserirla nel blog?” tecnicamente non l’ho fatta io, ma è una ricetta di famiglia, che da mia nonna è passata a mia mamma, e prima o poi passerà a me.
quindi l’ho fotografata e la tramando a voi, così com’è!
la panzanella è un piatto toscano a base di pane ammollato. è un piatto molto povero perchè la base è appunto di pane, e solitamente si usa quello raffermo. quindi concetto di fondo è questo: che fare con il pane vecchio, duro, avanzato di qualche giorno?
il pane era sacro e non si poteva buttare, quindi bisognava trovare un modo, e buono possibilmente, per riciclarlo.
i 3 modi più alternativi che furono trovati sono: il pancotto (più conosciuto con il nome di pappa col pomodoro), la ribollita e la panzanella.
nella panzella si fa un breve ammollo di un tozzo di pane raffermo in acqua e poi si sbriciola il suddetto pane in una ciotola e si condisce come se fosse una specie di insalata.
ci sono centinaia di varianti sugli ingredienti da aggiungere, dalla panzanella poverissima che usava fare mia nonna quando c’era la “miseria nera” come la chiamava lei, ossia solo pomodoro, cipolle, capperi, basilico, a quelle più ricche con aggiunta di tonno (come fa mia mamma), o anche cetrioli, olive e altri condimenti.