Sguardi su una piccola cucina d’hotel “autogestita”

Sguardi su una piccola cucina d’hotel “autogestita”

L’estata è quasi finita, fiuhh…
o per lo meno il mese di grande lavoro, ossia Agosto.
quando la gente mi chiede cosa faccio e rispondo “Lavoro in un hotel” la risposta è spesso questa: “Beeeello!!! Che figata!”
beata innocenza – è quello che invece viene da pensare a me XD
tutti associano il lavorare in un hotel con il conoscere gente nuova, parlare/imparare lingue, stringere amicizie, vedere realtà e scorci di mondo anche standosene fermi in un posto.
e quest’ultima cosa ve la concedo pure.
per tutto il resto, la realtà è lungi dalle aspettative.
una sfilza di gente che ti passa davanti ogni giorno, spesso per brevissimi periodi, con cui non scambi più di un buongiorno-buonasera, di cui spesso non ricordi nè volti nè nomi. sono poche le persone con cui riesci veramente a stringere un legame, che tornano più e più volte nell’arco dell’anno o di una vita, che ti chiamano per nome, che ti telefonano a Natale per farti gli auguri.
il resto sono una marea di sconosciuti, almeno per te.
qualcuno si ricorda pure di te, ti telefona, ti saluta, ti da dal tu, come se foste vecchi amici, si presenta al telefono come se una voce e un nome potessero evocarti un qualcosa di ben definito, ma per te sono solo questo: una voce e un nome.
e tu ti impanichi, questa voce e nome aggiunge anche, come se potesse essere d’aiuto: “sai sono quel tipo che venne…. inserire indicazioni spaziotemporali a caso…. ricordi?”
ma a te non dice nulla.
perchè è la milionesima voce e nome che ti fa lo stesso discorso.
e lui poverello ci rimane anche un po’ male. ma il problema non è lui, sei te!
è che dopo anni e anni tutte queste facce (voci e nomi) sono come confuse. tutte uguali. e tu non puoi ricordarle tutte. soprattutto quelle che si sono trattenute per 1 solo giorno. a volte solo qualche ora.
e come se non bastasse poi non hai sabati, non hai domeniche, non hai feste rosse libere.
altro problema del lavorare in un hotel.
e sei un attimo stressata XD
quando tutti sono in vacanza, estate, pasqua, natale, tu sei lì, anche piuttosto scocciata, al lavoro.
che hai dormito 4 o 5 ore, perchè magari la sera prima era sabato, e hai pure sempre una 30ina di anni, e vuoi anche un’attimo fare finta di andare a letto tardi.
quindi come intuirete “amore” non è proprio quello che provo per il lavorare in un hotel.
tutto ciò fino a quando non ho scoperto la cucina, e mi sono avvicinata ad essa.
è forse l’unica cosa dello stare qua che davvero mi piace.
preparare i dolci per le colazioni più di ogni altra cosa, ma piano piano mi sto appassionando anche al salato.
certo, la gente è abitudinaria….e non puoi offrire cose troppo strane. bisogna restare abbastanza sul classico, dai ai clienti un super-gettonato arrosto, o dei tortelli ai ragù e vedrai la felicità nei loro occhi. provati a fare degli esperimenti e ti guardano come se fossi un alieno.
siamo un piccolo hotel, dove vengono famiglie soprattutto, o anziani, quindi gli esperimenti me li tengo per me, e per il blog XD
e lo scoglio maggiore sono i bambini.
i ragazzini oggigiorno non mangiano più niente.
colpa non loro, ma dei ritmi frenetici della vita quotidiana, per cui le mamme arrivano a casa tardissimo, e gli rifilano cose pronte. schiere di 10/12enni che non mangiano nient’altro oltre che pasta in bianco, pasta alla pomarola, prosciutto crudo o cotto, mozzarella e carne fritta. 5 alimenti in tutto.
se gli chiedi che colore ha una zucchina ti guardano con sguardo vacuo, come se gli avessi chiesto qual’è la composizione chimica dell’atmosfera di Plutone.
non provategli a dargli un vegetale che non sia un patatina fritta o un purè.
un’epidemia di disappetenti in pratica.
ma non lasciatevi ingannare. anche la cucina nasconde le sue insidie.
diffidate da chi dice “ahhh bello bellissimo, lavorare in un ristorante!” sarà forse perchè siamo solo mia mamma e io, e quindi ci tocca il bello e il brutto, quindi sia la fase della preparazione che quella delle pulizie. che ovviamente ai “veri chef” non tocca, ma la rifilano agli “sguatteri” XD.
il momento più bello è sicuramente la preparazione. dove tutto va sempre per il verso giusto.
in cucina regna l’ordine e la pulizia supremi.
e anche nella tua mente.
ripassi i passaggi, la scaletta, le cose da fare. fai uno schema mentale di tutti i piatti, le preparazioni, quello da fare prima e quello da fare dopo. la quiete prima della tempesta.
poi mano mano che il momento del servizio di avvicina il delirio cresce, assieme al caos in cucina.
i piatti si affollano, le pentole scottano, le posate escono da ogni dove.
si taglia, si sporziona, si scucchiaia, si preparano i piatti sui tavoli perchè siano pronti tutti assieme e poi via in sala. (sempre noi due, che facciamo tutto, anche servire). è sicuramente il momento più coincitato ma dove sangue freddo e organizzazione sono obbligatorie.

Sguardi su una piccola cucina d'hotel "autogestita"
Sguardi su una piccola cucina d’hotel “autogestita”

poi arriva l’ultima fase, la peggiore.
quella delle pulizie.
che io chiamo il momento dello sconforto.
perché ti guardi attorno e sembra che sia esplosa un bomba. e non sai da che parte cominciare, letteralmente. una stenderia di piatti da lavare si staglia sul tavolo, e cresce, cresce, cresce.
e così le pentole nel lavello, aumentano, aumentano, aumentano.
cucina4 ma fortunatamente c’è questo piccolo alleato. un cubetto di alluminio lucente, senza cui la vita in una cucina sarebbe impossibile.
la lavastoviglie supersuperveloce XD
in 60 secondi lava e asciuga (beh non asciuga proprio, ma i piatti escono così roventi che basta aprirla in un nugolo di vapore e aspettare 30 secondi che sono belli e che asciutti) e ti salva la vita (e la schiena).
e alla fine la stenderia di piatti puliti fa un po’ impressione. se si pensa che il nostro è un piccolo hotel, e facciamo quasi esclusivamente B&B, solo in certe occasioni ci concediamo di fare pranzi e cene, ma mai per più di 10-15 persone.
riuscite ad immaginare la mole di piatti e pentole nelle cucine professionali con 100-150 coperti?
io sinceramente non voglio neppure pensarci XD
cucina ecco…il piccolo viaggio, uno sguardo, sulla piccola cucina d’hotel “autogestita”. perchè siamo solo in due, in famiglia, e facciamo tutto da sole.
niente a che vedere con grosse cucine professionali invase da decine di cuochi, chef e sous chef.
ma a volte ci si diverte.
a volte si urla, come a masterchef o a hell’s kitchen.
a volte ci si accapiglia, perchè non si è d’accordo sui metodi e procedimenti.
a volte si litiga e basta, perchè siamo madre e figlia, ed è naturale che ogni tanto sia così XD
e volte si hanno anche grosse soddisfazioni.
quando i piatti tornano indietro ripuliti fino all’osso. più splendenti di quando escono dalla lavastoviglie. neppure un goccio di salsa, sughetto o briciola rimasta.
e allora ti dici che alla fine, tutto questo sudare, affaticarsi, litigare e lavare, un po’ n’è valsa anche la pena XD

2 Replies to “Sguardi su una piccola cucina d’hotel “autogestita””

  1. Che bello questo tuo scorcio di vita 🙂 Non ho mai lavorato in una cucina e il tuo racconto mi ha appassionata..anche se so bene cosa voglia dire lavorare quanto tutti sono in vacanza e non avere nè sabati, nè domeniche, nè feste libere 🙁 Io sto facendo il count down..ci sono quasi e poi finalmente ferie anche x me 😛

    1. undolcealgiorno dice:

      grazie <3
      beata te che le ferie si avvicinano, le mie non sono neppure all'orizzonte, neppure in essere, non ricordo neppure cosa siano onestamente (e poi mi chiedo perchè sono stressata ahaha :P)

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