Quanti Modi di Fare e di Rifare… Gli STRANGULAPRIEVET’…

… ossia, per molti dei miei lettori… I CAVATIEDDI!

Eh si, oggi ci ritroviamo tutti nella cucina di Spery (Blog BABA’ CHE BONTA’ ) per preparare tutti insieme questi gnocchetti di origine campana, ma che si trovano un pò in tutto il sud… e che in ogni paese cambiano nome, condimento e storia, ma che alla fine sono sempre loro, quei tocchetti di pasta incavata preparati con semplicemente 2 ingredienti: Farina e acqua… cosa c’è di più semplice?
Ringrazio ancora una volta Ornella e Anna per aver ideato questo gioco del QUANTI MODI DI FARE E DI RIFARE 

che ogni 6 del mese ci spinge a lasciare le nostre case, le nostre tradizioni, i nostri piatti sicuri per provare e riprovare qualcosa di nuovo… e per mettere alla prova le nostre abilità nell’ adattarci ogni volta ad una cucina diversa… ed è cosi che passiamo da un paese all’ altro, a volte anche da un continente all’ altro per riscoprire sapori e tradizioni che si vogliono tramandare a tutti voi…
Ma passiamo alla ricetta di oggi, gli Strangulaprievet’ appunto, che invece dalle mie parti, nel Cilento si chiamano Cavatieddi e in genere sono conditi con un sugo semplice con basilico fresco, ma che invece la nostra amica Spery ci ha fatto conoscere in una versione ben più goduriosa, infatti lei li ha proposti con un ricchissimo ragù di carne… Ho cercato di seguire le sue indicazioni, ma qualche leggera modifica l’ho fatta… anche se alla fine il gusto credo non abbia perso nulla…
Di seguito riporto gli ingredienti di Spery e in rosso i miei: (ovviamente per la ricetta originale vi rimando al suo blog!)

Ingredienti per il ragù

5 costine di maiale (700 gr. spezzatino misto)
5 ossa carnose di bovino (2 salsicce a tocchetti)
5 fette di bovino di spessore medio (io 4 fette di lonza sottili)
2 litri di passato di pomodoro (1 litro della mia passata di pomodoro)
3 cipolle (1 cipolla)
sale dei papi  q.b (sale normale q.b.)
pepe dei papi q.b (pepe q.b.)

(peperoncino piccante)

aglio in fette q.b. (aglio liofilizzato)
prezzemolo q.b (prezzemolo q.b.)
parmigiano q.b (Parmigiano reggiano q.b. – abbondante!)
basilico q.b. (un paio di foglioline)
6 cucchiai di olio extravergine (Olio EVO q.b.)
Ingredienti per gli strangola preti
400 gr di miscela per pasta Molino Chiavazza (io 200gr farina 00 e 200gr farina di grano duro)
acqua q.b. (acqua circa 200 gr – tiepida)

sale 

Prima di tutto e di buon ora preparare il ragù, secondo Spery dovrebbe cuocere per circa 5 ore… io l’ho fatto cuocere per poco meno di 3 ore… ma dato che non c’era carne con osso, va bene lo stesso!
Preparare gli involtini (ossia quelli che lei chiama “braciole” – che giustamente tiene a specificare che non hanno nulla a che vedere con le bistecche di maiale…), infatti come dicevo sono degli involtini preparati farcendo le fettine di lonza (nel mio caso) con l’aglio liofilizzato, una manciata di prezzemolo, una spolverata di pepe, una di parmigiano e arrotolare stretto chiudendo con uno stuzzicadenti.


Soffriggere la cipolla tagliata a pezzi in olio EVO fino ad imbiondire, quindi toglierlo e rosolare gli involtini. Aggiungere lo spezzatino e per ultimo la salsiccia a pezzi. Lasciar cuocere a fuoco medio per circa 20/30 minuti nel liquido che si forma. Quando sarà asciugato bagnare con un bicchiere di vino bianco e lasciar sfumare. Aggiungere quindi la passata di pomodoro, salare, pepare (nel mio caso in realtà ho aggiunto del peperoncino piccante) e portare a cottura per almeno 2 ore e 30 minuti. Il fuoco deve essere medio basso e ricordarsi di girare ogni tanto e di aggiungere un pò di acqua calda se dovesse seccare troppo. Spery dice che il ragù deve “pippiare” (ossia deve sobbollire lentamente…) da noi si dice che deve “cucchiliare” (il significato è lo stesso!)
A questo punto, il ragù andrà per conto suo, quindi possiamo dedicarci alla preparazione degli Strangulaprievet’… ossia dei Cavatieddi.
Fare la solita fontana mischiando le due farine e iniziamo a impastare unendo man mano l’acqua tiepida in cui avremo sciolto il sale. La pasta deve risultare elastica ma compatta, non appiccicosa ma assolutamente lavorabile. Una volta ottenuto il nostro panetto di pasta metterlo a riposare per una 15ina di minuti….

Io nel frattempo ho giocato con la farina…. hihihihih


Trascorsi i 15 minuti iniziamo a formare i serpentelli da cui ricaveremo tanti tocchetti che con il pollice incaveremo. Ricordo che sia mia nonna che mia mamma per renderli ancora più appetitosi, nel momento dell’ incavo li rigavano anche in svariati modi:
– Mia nonna utilizzando “u cirnicchiu” ossia il setaccio;
– mia mamma utilizzando una forchetta, la “schiumarola” o in tempi più recenti una tavoletta in legno apposta.
Fatta la pasta, non ci resta che cuocerla in abbondante acqua salata e attendere che gli gnocchetti vengano a galla. In teoria dovrebbero essere pronti appena venuti a galla, in realtà, io lascio sempre sobbollire per qualche minuto.
Ed ecco il risultato:
 
Ah, dato che come già detto, questo è uno dei miei cavalli di battaglia, qualcuno di voi li avrà già visti qui sul blog, e anche su you tube… per chi invece se li fosse persi….
QUI trova il post,
QUI la video ricetta (relativa però ad un altro sugo…)

Pubblicato da Lu.C.I.A. - tracucinaepc

Ciao! Io sono Lucia, Rofranese (SA) adottata Parmigiana con una grande passione per la cucina, soprattutto per la pasticceria... e con un occhio di riguardo all' home made. Nella mia cucina raramente (e in genere solo per provare) sono entrati piatti pronti (di quelli che tanto vanno di moda adesso...), io preferisco impiegare mezza giornata in cucina, ma preparare da sola qualsiasi cosa mio marito o io abbiamo voglia di provare! Come quella volta che, lui preso da un attacco improvviso di golosità mi ha chiesto se sapevo fare le piadine....... E la mia risposta è stata "Non le ho mai fatte, ma che ci vuole?" e nel giro di un' oretta eravamo a tavola a mangiare la mia prima piadina!!! :-) Ecco, questa sono io, non esistono sfide impossibili (almeno in cucina)...

40 Risposte a “Quanti Modi di Fare e di Rifare… Gli STRANGULAPRIEVET’…”

  1. Grazie carissima Lucia per essere venuta a fare con noi gli strangula prievet a casa di Spery.
    Oggi ci siamo dilettati e divertiti a preparare questo squisito piatto napoletano, invece il 6 maggio voleremo nella bellissima Grecia, nella grande cucina di Marina per la sua Bughàtsa dolce da Salonicco. Al prossimo mese!
    Un abbraccio

    Cuochina

    1. Ciao! In realtà si chiamano Cavatieddi in Campania, o meglio nel Cilento… non so se si chiamano cosi anche in Puglia…. ehehehh… ma a parte il nome sono sempre spettacolari! 🙂

    1. Mah… i miei credo siano proprio i cavatelli… o cavatieddi appunto… in effetti sono più corti degli strangola preti…. ma alla fine… ottima pasta! Baci Baci!

  2. Sono davvero stra felice di condividere questa raccolta mensile con te…ti confesso che per farli sono andata su you tube a vedermi il tuo video!!!

    il tuo sugo deve essere fantastico!! da copiare!!!!

    1. Ahahahh, sai che stavo pensando lo stesso??? Quasi quasi li rifaccio prorpio domani! AHAHAH (questi li ho fatti verso metà del mese scorso! 🙂 )

  3. ciao Lucia..
    che bello e gioioso il tuo post e dei giochi con
    la farina ne vogliamo parlare!!
    BRAVISSIMA!
    Il profumo del tuo piatto si sente anche qui!
    Un bacio dalle 4 apine

    1. Grazie Apine!!!
      MI SA CHE CON QUESTO PIATTO E CON TUTTE LE SUE VERSIONI, IERI IN MOLTI HANNO AVUTO LA TENTAZIONE DI MORDERE LO SCHERMO! ahahah

  4. Che siano cavatieddi o strangula prievet ma quelli che vedo nel piatto sopra sono golosissimi ed il sugo con l’aggiunta della salsiccia lo proverò senz’altro! Ciao e buona domenica

  5. troooppooooobuoniiiiiii!!!! sei brava e generosa perchè cimentarsi in una preparazione così elaborata è un grande atto d’amoro verso coloro che ne beneficeranno. Un abbraccio!!!!

    1. Ma Mimma… troppo gentile!!!Grazie cara, cerco di metterci sempre tanto amore quando preparo questi piatti…. è un ingrediente indispensabile! 🙂

  6. Scusa il ritardo, ma sono senza internet! Ho rattoppato con il cellulare in modalità hotspot..
    waaa! bellissima versione! Oh caspita! la scritta con la farina! 😀 Bravissima!
    Un abbraccio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *