La carabaccia toscana di Caterina De’ Medici

Oggi voglio parlarvi del la carabaccia toscana di Caterina De’ Medici,  una  particolare zuppa di cipolle completamente vegetale  e per questo tanto amata anche  da un grandissimo vegetariano quale Leonardo.

Icarabaccia toscana di Caterina

Quando sento parlare di Caterina De’ Medici, un ricordo indelebile mi torna subito nitido alla mente, la cucina del castello di Chenonceaux nella Loira, che diventò la sua residenza estiva  dopo la morte del marito.

Di lei avevo studiato le solite cose, sapevo che il suo bisnonno fu il grande Lorenzo Il Magnifico e che  andò sposa  a 14 anni al Duca D’Orleans più tardi  Enrico II. Fu una delle più forti e risolute regine di Francia. L’aspetto food di Caterina però non l’avevo sospettato fin quando  anni fa in visita al magnifico castello mi trovai in quelle cucine da perderci la testa e capii che sicuramente c’era qualche altro aspetto  che era importante conoscere di Caterina.  Sulle famose sessanta navi del suo corteo nuziale la giovanissima, si era portata in Francia cuochi e pasticceri, e li faceva lavorare a pieno ritmo.

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Per tutta la vita il cibo fu la sua consolazione, era dotata di un appetito vorace ma aveva anche gusti molto raffinati e si servì proprio dell’arte culinaria per aumentare il proprio potere alla corte di Francia.

Fece allestire banchetti sontuosi,  e i suoi critici non mancarono di far notare che questi costavano più di centomila monete d’oro.

Caterina era superstiziosa e considerava il numero tre perfetto e fortunato.Nel 1549 la città di Parigi le offrì un pranzo di gala in cui vennero serviti cibi che dovevano essere tutti multipli di tre.33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali, 66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli, 12 dozzine di carciofi..

Ebbe l’intuizione di proporre e far diventare di moda l’uso di un oggetto che a Firenze era già adoperato da tempo, ma sconosciuto a Parigi: la forchetta.

Suo marito e i suoi commensali si rivelarono piuttosto maldestri nel maneggiare il nuovo utensile. Infatti si racconta che nel portare la forchetta alla bocca, essi si protendevano sul piatto con il collo e col corpo.

Era un vero spasso vederli mangiare con la forchetta perché coloro che non erano abili come gli altri facevano cadere sul piatto, sulla tavola e per terra più di quanto riuscivano a mettere in bocca.

Tra le ricette che con i suoi cuochi portò in suolo francese, da ricordare la salsa colla che si trasformò poi nella famosa bechamel, le pezzole della nonna diventarono le crepes e sembra proprio che la soupe d’oignon francese non sia altro che una discendente della carabaccia toscana arrivata fino a Parigi da Firenze.

Puoi vedere anche la ricetta ;

Zuppa cipolle e zucchine con tamari

Zuppa di cipolle leggerissima

La carabaccia toscana di Caterina De’ Medici

Ingredienti per 4 persone:

  • 8 cipolle rotonde rosse
  • una carota
  • una costa di sedano
  • 800 g di brodo vegetale di dado autoprodotto QUI la ricetta
  • 2 cucchiai di mandorle tritate
  • un cucchiaio di malto
  • un cucchiaio di aceto (io di mele)
  • qualche pizzico di cannella
  • sale, pepe, olio extravergine q.b.
  • qualche fetta di pan di segale

Preparazione:

  1. Tritate finemente carota e sedano e rosolateli con un paio di cucchiai di d’olio extravergine in una casseruola. Dopo qualche minuto unite le cipolle tagliate sottili e fatele appassire un pochino abbassando il fuoco al minimo per non farle colorire troppo.
  2. Aggiungete metà brodo e lasciatelo assorbire un pochino, unite ancora brodo, il cucchiaio di malto, l’aceto di mele,e continuate la cottura per una mezz’oretta finchè la zuppa avrà la giusta consistenza. Qualche minuto prima di finire la cottura aggiungere le mandorle tritate
  3. Regolate di sale e pepe. Spolverate solo alla fine con la cannella se a tutti non piace.
  4. Servite in cocotte di coccio nel cui fondo avrete adagiato una fetta di pan di segale e finite con un giro d’olio.
La carabaccia toscana di Caterina De' Medici

Osservazioni: Pensavo che lo zucchero, la cannella, le mandorle rendessero questa zuppa un’accozzaglia di sapori e invece provatela proprio nella versione originale del 1500 e resterete a bocca aperta!

Informazioni

Sin dai tempi più remoti la cipolla era diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Ricette tipo la “carabaccia” o come la “cipollata”, si trovano quindi in diverse aree non solo italiane. Il nome carabaccia viene dal greco “karabos” che vuol dire barca a forma di guscio. Dal concetto di guscio si è poi passati al concetto di zuppiera e quindi di zuppa. Leonardo da Vinci (vegetariano) sembra la degustasse in occasione dei diversi banchetti che lo vedevano ospite. La carabaccia, citata da Cristoforo da Messisbugo nel ‘500, è descritta come “Carabazada”. Nella ricetta originale figurano, oltre alle cipolle, mandorle pelate e pestate nel mortaio, aceto d’agresto, cannella e poco zucchero.

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Fonti:

http://www.ilsalottodinonnama.it/personaggi-da-conoscere-meglio/130-caterina-de-medici.html
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/personaggi/Caterina-de-Medici-ghiotta-e-superstiziosa.html
http://frontierenews.it/2014/11/caterina-de-medici-cucina-francese/

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Articolo e Foto: Copyright ©  All Rights Reserved Timoelenticchie di Daniela Boscariolo

6 Risposte a “La carabaccia toscana di Caterina De’ Medici”

  1. Daniela carissima ciao, vedo che la tua versione è come la mia con le cipolle rosse e le mandorle è la migliore in assoluto, questi ingredienti, mandorle e zucchero le dnano un sapore particolare, è una delle zuppe migliori, grazie di essere stata con noi in questa giornata storica, al di là di tutto, Caterina una grande donna …buona giornata

    1. Grazie cara di essere passata, si ho preferito anche io le cipolle rosse per differenziarla proprio dalla zuppa di cipolle tradizionale, non ho messo vino, lardo e formaggio ecc per fare un piatto leggero e anche veg . Lo zucchero mandorle e cannella hanno reso il piatto inimitabile che rifarò prestissimo e poi mi piace pensare proprio al rinascimento, a quelle cucine in fermento. Mi sono divertita a leggere gli aneddotti su Caterina, su quel che trangugiava 😉 lettere di medici che la curavano per le indigestioni da carciofi 😉 al giorno d’oggi prenderebbe una bella bachettata dal mio amato Dott. Berrino 😉 Un abbraccio!

    1. Ciao Cristina, si i Francesi sanno vendersi molto bene e il castello di Chenonceaux è un esempio, si paga parecchio ad entrare, ma quei soldi sono spesi bene perchè tengono il castello una meraviglia, compresa la cucina che fa restare le appassionate di props come noi a bocca aperta 😉 Questa ricetta è stata per me una deliziosa scoperta proprio perchè contiene quegli ingredienti dolci che non siamo abituati ad inserire in zuppe o minestre. Un abbraccio

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