Sono sempre andata per erbe spontanee in primavera
A poca distanza da qui ci sono degli interessanti percorsi tra i prati e boschi. Non mi rendevo però conto della mia ignoranza in materia, la mia raccolta si limitava a qualche bruscandolo, brusco e carletto, tutto qui.
Invece la fitoalimurgia (conoscenza dell’uso delle erbe spontanee) a scopo alimentare è tutt’altra cosa.
Me ne sono resa conto quando questa primavera ho conosciuto Annalisa Malerba, scrittrice di “Erbe spontanee in tavola” e chef vegan , una ragazza speciale, laureanda in medicina, un pozzo di conoscenza.
Se volete farvene un’idea andate a spulciare le sue ricette in Cucina selvatica
Annalisa in due giornate indimenticabili ci ha fatto conoscere non poche varietà commestibili.
Ora, ogni volta che arriva primavera, in passeggiata, come una cercatrice di funghi, l’occhio cerca erbe commerstibili.
Ora sono raccoglitrice di edera terrestre, di salvia pratensis, di aglio selvatico, di malva, di parietaria, grazie ad Annalisa.
Facciamo molta attenzione però, non raccogliamo se non conosciamo bene. Moltissime specie di erbe spontanee sono anche tossiche.
Sull’utilità delle erbe commestibili si hanno ampie tradizioni orali e diverse testimonianze scritte; la prima pubblicazione che affronta l’argomento sotto il profilo scientifico è quella del medico fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti e risale al 1767. L’opera tratta i rimedi mediante i quali le popolazioni, ricorrendo all’uso dei prodotti spontanei della terra e principalmente delle verdure, riuscivano a sfamarsi durante le carestie (era appena passata quella del 1764), le pestilenze, le guerre, le calamità naturali, eventi, questi, che impedivano lo svolgimento delle normali pratiche agricole. L’opera dal titolo De alimenti urgentia e sottotitolo Alimurgia, ossia modo di rendere meno gravi le carestie, proposto per il sollievo dei popoli, introduce la locuzione alimurgia dalla quale deriva il termine fitoalimurgia che, ancora oggi, designa lo studio delle piante a scopo gastronomico e che deriva da tre vocaboli greci, phytón = pianta, alimos = che toglie la fame ed ergon = lavoro, attività.
Questa settimana il calendario del cibo italiano lo dedica proprio alle erbe spontanee, QUI l’articolo di Cinzia Donadini, contribuisco con la ricetta del riso thai con edera terrestre.
Già nell’antica Grecia l’edera terrestre era conosciuta e usata per calmare le irritazioni oculari, infatti il medico greco ellenistico Galeno da Pergamo la usava e apprezzava. Ma l’edera terrestre possiede anche proprietà espettoranti, cicatrizzanti e diuretiche.
Al giorno d’oggi preferiamo preparare frittate o minestre, o le meravigliose ricette che trovate nel blog di Annalisa Malerba.
Ne avevo raccolto un pò e sbollentata l’ho unita al mio amato riso thai per un tortino di riso semplice e primaverile. Alla sera con le foglie rimaste mi sono fatta un tè, le ho lasciate cinque minuti in infusione, il sapore è molto gradevole.
Fitoalimurgia in cucina
Riso thai con edera terrestre
Ingredienti per 4 persone:
Tempo di preparazione 20 minuti
- 200 g di riso thai cotto per assorbimento vedi QUI
- olio extra vergine di oliva q.b
- sale, pepe, succo di limone a discrezione
- un pizzico di paprica
- mezzo cucchiaino di curcuma
- qualche cucchiaio di brodo vegetale anche col dado fatto in casa QUI
- foglioline di edera terrestre
Preparazione:
- Sciacquate bene il riso Thai sotto l’acqua corrente
- Cuocerlo per assorbimento o come siete abituati, rispettando i tempi indicati sulla confezione.
- Si cucina in 15 minuti con lo stesso peso di acqua, perciò 200 gr. di riso in 200 gr. di acqua.
- Scolale e mettete da parte a intiepidire.
- Nel frattempo scottate per 5 minuti le foglioline di edera lavata, in acqua bollente e poi passatele subito sotto l’acqua fredda.
- In una padella mettete due cucchiai di olio extravergine, la curcuma il pizzico di paprika e tostate un pochino, aggiungete il riso, le foglie di edera ad insaporire bene, regolando di sale e pepe e mantecando un pò con un cucchiaio di brodo vegetale. Spruzzate di limone e trasferite nei coppapasta, decorate con foglioline di edera e servite subito.
In alternativa se avete tempo potete mantecare con besciamella di riso alla curcuma, qui trovate la ricetta
Se anche voi siete appassionate di fitoalimurgia in cucina ecco le mie prime ricette
HUMMUS DI GERMOGLI DI PUNGITOPO
PAPPARDELLE DI GRANO MONOCOCCO AI CARLETTI E ASPARAGI
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Ecco, non sapevo affatto che si chiamasse fitoalimurgia! Ho sempre desiderato fare un corso di riconoscimento delle erbe spontanee e ancora non mi sono decisa…e me ne pento sempre di più! Sono proprio curiosa di sapere che sapore ha l’edera terrestre… 🙂
Guarda Alice, per me aver conosciuto Annalisa Malerba è stata una rivelazione. L’edera terrestre sembra uno spinacino 😉 E’ che quando fai il corso con chi ti insegna le riconosci tutte poi quando vai da sola…panico ahhaha
Un abbraccio e grazie di essere passata.
Wow Dani che post meraviglio !!!
Ho conosciuto anch’io Annalisa è una persona squisita e molto competente.
ciao ciao
Si mi è piaciuta tantissimo!!! Un abbraccio.
Cara Daniela, con imperdonabile ritardo arrivo anch’io, e vedo un post molto bello, pieno di passione per questa tua (nuova?) avventura! La fitoalimurgia è un ambito per me pieno di cose bellissime da sperimentare, e immagino la bellezza delle due giornate passate a raccogliere le erbe; poi anche prepararle, con Annalisa.. un po’ t’invidio.
Grazie a presto!
Ciao cara Cinzia che bello che sei arrivata fino al mio piccolo spazio. SI questa nuova avventura mi ha molto entusiasmato. Fai bene ad invidiarmi perchè ho avuto la fortuna di conoscere Annalisa che infonde il suo entusiasmo e il suo sapere a piene mani consigliando e rendendoci partecipi del suo lavoro.
Un abbraccio.
Meravigliosa, originale, profumata e sicuramente gustosa!
Complimenti!
unospicchiodimelone!
Grazie di essere passata, un abbracio.