Crema tiepida carote e lenticchie rosse con zucchine

Dicono che la zuppa di  lenticchie sia un cibo invernale, provatela anche d’estate: oggi ho preparato questa Crema tiepida carote e lenticchie rosse con zucchine un piatto ideale in tutte le stagioni. Arancione brillante di lenticchie e carote, verde delle zucchine, punteggiato di rosso del pomodoro, un piatto semplice e digeribile

Crema tiepida carote e lenticchie rosse con zucchine 1
  • Preparazione: 5 Minuti
  • Cottura: 30 Minuti
  • Difficoltà: Molto facile
  • Porzioni: 4
  • Costo: Molto economico

Ingredienti

  • 5 Carote bio
  • 200 g Lenticchie rosse decorticate bio
  • 2 zucchine bio
  • 700 g acqua
  • un pizzichi Sale fino
  • un pizzichi Pepe nero
  • due foglie Menta
  • uno Scalogno
  • due cucchiaini passata di pomodoro bio
  • due rametti timo e maggiorana
  • un cucchiaini semi di chia

Preparazione

  1. Lavate e pelate le carote e tagliatele a pezzetti. Lavate le lenticchie rosse. Tritate uno scalogno.

    Mettete tutto in una pentola, anche con il tipo e maggiorana che poi toglierete a fine cottura.

    Altre ricette con le lenticchie le trovate qui

    Aggiungete l’acqua e il dado vegetale e cuocete a fiamma media per circa trenta minuti. Assaggiate, regolate di sapori,  e passate tutto al minipimex o frullatore vellutando.

    Servite con le zucchine a crudo tagliate a cubetti, decorate con salsa di pomodoro, foglioline di menta, un giro d’olio, una spolverata di pepe nero e di semi di chia.

La lenticchia attraverso i secoli storia e curiosità

Le lenticchie sono il più antico legume coltivato in Asia già nel  7000 a.C. Era uno dei cibi dell’alimentazione di base di Greci e Romani.

Genesi e lenticchie

 Gli Israeliti, particolarmente legati alle loro antichissime tradizioni, fanno uso di lenticchie  quando sono in lutto, forse in memoria della morte del progenitore Isacco. La Bibbia (Genesi) ricorda la vicenda dei suoi due figli, i gemelli Esaù e Giacobbe, personaggi dal comportamento discutibile. Giacobbe sta cucinando un cibo corroborante per il padre, ormai morente; Esaù, di ritorno da un avventuroso e  cruento episodio, arriva a casa stremato e chiede da mangiare al fratello.  Nella pignatta profuma una rossa vivanda ed egli ne chiede con insistenza. Giacobbe, viste le implorazioni del gemello che si sente ormai prossimo alla morte,  approfittando molto fraternamente della sua debolezza,  gli chiede che gli vengano  ceduti, sotto giuramento, i suoi diritti di primogenito, essendo stato Esaù partorito per primo. Ottenuto il risultato,  Isacco cede finalmente al fratello un piatto delle lenticchie rosse che sta cucinando. Il povero Esaù, affamato, disperato e sfruttato,  finisce così per farsi passare anche da vile.

Le lenticchie e i Greci

Si parla di lenticchie nel  Deipnosofisti di Ateneo (II-III sec.), titolo che significa I filosofi esperti dei misteri della culinaria, opera anche chiamata i Dotti al banchetto.  Qui la lenticchia ha un posto d’onore, come la testimonianza in un discorso a Plutarco :

Eppure, caro il mio Plutarco, voi che venite dalla bella Alessandria siete    cresciuti con piatti a base di lenticchie e tutta la vostra città ne è piena.

Adirittura si parla di un pane, così si scopre che già a quel tempo si preparava il pane con la farina di lenticchie. Oppure dei pasticcini chiamati Gouroi, con lenticchie. Rinomate le lenticchie marinate  nell’aceto.  Sul bene, autore Crisippo si parla di zuppa di lenticchie con lampascioni della Puglia, che con il freddo gelido sono buone come l’ambrosia.

Nella commedia greca poi troviamo moltissime indicazioni come queste:  Aristofane (IV sec. a.C.), ammonisce : “Tu che disprezzi la zuppa di lenticchie, il piatto più squisito!”. Antifane, in un altro pezzo scrive : “Era una fortuna se uno del posto m’insegnava a cuocere la zuppa di lenticchie”.

Come le cucinavano le lenticchie i Greci? Si parla di lenticchie alla Zenone,dove si legge;  nella zuppa di lenticchie mettici un dodicesimo di coriandolo . Ma sembra che Giocastra non fosse d’accordo su questo piatto e si legge nella tragedia Le fenicie di Euripide: Voglio darvi un consiglio saggio: quando cucinate le lenticchie, non metteteci profumo. Difilo nelle Pleiadi scrisse: “ La cenetta era splendida e raffinata: una grossa scodella per ciascuno, colma di zuppa di lenticchie”. 

Le lenticchie e i romani

Uno dei legumi più importanti per il popolo romano, dal Dal De re coquinaria di Apicio troviamo alcune ricette:

Lenticula ex sfondylis ci insegna a lessare le lenticchie con poca acqua. Intanto che cuociono si prepara una salsa pestando pepe, cumino, coriandolo, foglie di menta, ruta e puleggio. Questo pesto viene bagnato con miele, salsa d’ acciughe e mosto cotto. Vi viene unito aceto a piacere. La salsa viene quindi aggiunta alle lenticchie, che ormai hanno assorbito quasi tutta l’acqua. A parte  si rosolano alcune spugnole tagliate a pezzi, che si aggiungono alle lenticchie, portando poi a compimento la cottura. Mescolare bene il tutto e servire con un giro d’olio verde.

Apicio ci dà un secondo metodo: mettere le lenticchie in pentola con acqua un po’ abbondante. Quando comincia a bollire si toglie la schiuma. Dopo questa operazione si aggiunge porro e coriandolo verde tritati. E’ interessante osservare che anche presso i Romani si  trova positivo l’ utilizzo del coriandolo.  Per condire, si prepara ancora un pesto di semi di coriandolo, di menta e di ruta, foglie di puleggio, radice di laserpizio. Aggiungere anche qui miele, mosto cotto, salsa d’ acciughe e aceto, un po’ d’olio. Ultimare la cottura, legando con un po’ di amido di frumento. Servire con un giro d’olio verde e pepe fresco. (fonte http://www.pedina.it/storia-della-lenticchia)

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