Sanacchiudere di Taranto Vecchia

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Di Sanacchiudere abbiamo parlato abbastanza approfonditamente già nel nostro Sanachiudde o Sanacchiudere, raccontando oltre alla nostra ricetta abituale con i segreti di preparazione e cotture, le leggende sulla loro “invenzione”, spiegando anche l’origine dei loro simpatici nomi. Tutto questo serve a distinguerle dai, forse, più famosi e frequentati Struffoli Napoletani, peraltro ottimi ma solo simili e nel semplice aspetto. Un’idea, quest’anno provate a fare entrambi, proponeteli insieme ai vostri cari e lasciate a loro decidere. Naturalmente, essendo di parte, voglio fornire un’arma in più ai pugliesi ed agli estimatori della nostra cucina, Sanachiudde o Sanacchiudere di Taranto Vecchia, un’altra ricetta nostrana forse più, ce l’ha fornita Dino Pignatelli, un amico di Facebook, il suo nome, a differenza del mio, lucano, denuncia tutta la tarentinità cataldiana verace da Città Vecchia. Questa è, infatti, una ricetta sicuramente più vicina a quella della leggendaria mamma e/o moglie di chiudde che la inventò. La nostra precedente è invece quella del Borgo, quella riveduta e corretta alla luce di una cultura culinaria modernizzata e, sopratutto, finanziariamente arricchita da una attenta borghesia non, per questo, banalmente e scontatamente migliorandola. Sanacchiudere

Per la preparazione a quattro commensali dei Sanacchiudere di Taranto Vecchia occorre poco più di una oretta e questi ingredienti:

  • mezzo chilo di Farina 0
  • 100 cc. Olio EVO
  • la buccia di un limone
  • una bustine di Vanillina o semini di mezzo baccello di Vaniglia
  • un bicchiere di spremute d’arancia
  • 50 gr. di Zucchero Semolato
  • qualche cucchiaio di liquore alla Sambuca o all’Anice
  • mezzo cucchiaino di Chiodi di Garofano pestati o polvere
  • un cucchiaino di Cannella pestata o polvere
  • quattro etti circa di Miele Millefiori
  • coriandolini colorati per dolci, volendo
Sinteticamente i passaggi della preparazione dei Sanacchiudere di Taranto Vecchia sono:
  1. Porre l’Olio Evo a scaldare con bucce di Limone
  2. miscelare lo Zucchero e l’Olio, quindi la farina
  3. aromatizzare con Cannella, Chiodi di Garofano, Vaniglia o Vanillina e Liquore
  4. Impastare con il succo d’Arancia
  5. lasciare a riposo l’impasto per una mezz’oretta
  6. ricavare dall’impasto dei cilindretti di pasta quanto una falange
  7. friggere in abbondante Olio o Strutto di qualità e scolare ben bene
  8. scaldare il Miele e rigirarci lasciando che sobolla i Sanacchiudere un attimo
  9. Servire, volendo, guarniti di Coriandolini
Approfondiamo la preparazione dei Sanacchiudere di Taranto Vecchia, entriamo nei particolari

Questa volta partiamo riscaldando e molto, quasi a sfumarlo, l’Olio Extra Vergine di Oliva con la buccia Sanacchiudde del Limone e spremere una grossa arancia. Mischiamo l’Olio aromatizzato allo Zucchero, quindi alla Farina. Aggiungendo la giusta quantità di Succo d’Arancia, impastiamo aromatizzando con i fantastici aromi di Vaniglia, di un Liquore Aromatico tipo Sambuca o Anice, aggiungiamo anche la polvere di Chiodi di Garofano e di Cannella. La vaniglia meglio della vanillina, un prodotto chimico, la ricaviamo raschiando l’interno di un mezzo baccello, costicchia e c’è bisogno di fare con più attenzione dell’aprire una semplice bustina ma sarete ripagati da un profumo pieno e naturale, anche la polvere delle spezie la Sanacchiuderepossiamo trovare facilmente già pronta ma se non sono freschissime sanno di poco, meglio pestare in un mortaio i Chiodi ed un pezzetto di Cannella, si sa chi fa da se fa per tre, ne vale la pena. Finito l’impasto quando risulterà ben liscio, lo lasciamo riposare per una buona mezz’oretta.

Per il proseguo vi rimando a quanto scritto e descritto nell’altra ricetta Sanachiudde o Sanacchiudere, dove cambiano solo gli ingredienti, inutile ripetersi.

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C’hama mangià josc . . . mamm ce croc stu mangià

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