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Frittelle di gamberi alla creola di Nero Wolfe

Nel romanzo giallo ” Nero Wolfe e sua figlia ” il detective, mangia a colazione “uova au beurre noir”, succo d’arancia, due fette di prosciutto della Georgia alla griglia, patate, pasticcini di mirtilli e una brocca piena di cioccolata fumante!

imageInsomma le stravaganze che Rex Stout attribuisce al suo personaggio sono proprio tante ( basti pensare all’ ossessione per le orchidee ) e le ricette poi,  talmente numerose che ne ha redatto un libro a parte.

imageAlcune sono pressoché impossibili, almeno per chi e’ abituato alla buona e familiare cucina italiana e mal si adatta alla sofisticata cucina francese, altre invece sembrano davvero appetitose e con quel tanto di esotico che le rende attraenti.

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E’ il caso di queste deliziose frittelle di gamberi alla creola di cui Rex Stout scrive in ben quattro romanzi gialli tra cui “Kill now, pay later “(Uccidi subito e poi paga) dove una ragazza, eccezionalmente ospitata nella vecchia casa di Manhattan di Nero Wolfe, si meraviglia che il detective abbia mangiato soltanto due frittelle creole e pensa che non gli piacciano i gamberi.
Un’ altra e’ citata in “Nero Wolfe discolpati ! ” dove le stesse frittelle vengono servite con la salsa di formaggio ed e’ la ricetta che trascrivo qui di seguito.

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Ingredienti per 3/4 porzioni:

1/2 bicchiere di acqua
1/2 bicchiere di vino bianco secco
N. 2 foglie di alloro
Gr. 400 di Cheddar grattugiato ( nota n. 1 )
N. 1 Cipolla
Gr. 100 Farina 00
N. 16 gamberi di medie dimensioni
Una presa di lievito in polvere ( gr. 5 circa)
Un cucchiaino di succo di limone
N. 2 uova
Olio di semi q.b. per friggere
1/2 l. panna
Pepe e sale

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Procedimento:

Sgusciare, lavare ed asciugare i gamberi.
In un pentolino unire acqua, vino, alloro, pepe, cipolla intera e portare ad ebollizione per una decina di minuti poi aggiungere all’ ultimo bollore otto gamberi e spegnere il fornello.
Scolare, tagliuzzare i gamberi ed unirli alle uova sbattute con farina, sale, pepe, lievito in polvere e limone.
Mescolare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo, poi ricavarne delle frittelle che vanno fritte a cucchiaiate in olio caldo dorandole da ambedue i lati. Scolarle ed asciugarle dall’ olio in eccesso su carta assorbente da cucina.
Per preparare la salsa al formaggio, ridurre la panna a fuoco basso in un pentolino e quando sarà dimezzata di volume aggiungere poco per volta il cheddar grattugiato mescolando continuamente fino a che non si sarà sciolto completamente.
Passare velocemente il resto dei gamberi in una piccola padella antiaderente già calda e scottarli leggermente da entrami i lati quindi servirli insieme alle frittelle, cospargendo il tutto con la salsa cheddar.

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Una curiosita’: ho italianizzato questa ricetta di Nero Wolfe, sbollentando appena tutti i gamberoni con cipolla, acqua, vino , alloro e pepe, ( hanno così acquisito un’ aroma particolare) e dopo averli scolati li ho tagliuzzati grossolanamente li ho tuffati nella pastella di uova aggiungendo oltre alla farina, al limone, al lievito in polvere , al sale ed al pepe anche un pizzico di curry e li ho fritti in olio evo. Ho portato il tutto in tavola con la salsa cheddar a parte, e sono stati davvero eccellenti!

Nota n. 1
Il Cheddar, squisito formaggio stagionato,  si produce nel Regno Unito fin dal Medioevo e dal XVI secolo in poi la produzione si e’ stabilizzata a Cheddar, cittadina del Somerset sulle colline Mendip. E’ un formaggio di latte vaccino crudo innestato con fermenti lattici locali ed avvolto a stagionare in teli di mussola unti di lardo. Ha un profumo inconfondibile di erba secca e di fieno ed un leggero sentore di affumicato.

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A tavola con Gustave Flaubert

PRANZO DI NOZZE

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La tavola era stata apparecchiata sotto la tettoia della rimessa. C’eran sopra quattro lombi di bue, sei polli arrosto, del vitello in umido, tre cosciotti di montone, e in mezzo un bel maialino da latte, fiancheggiato da quattro salsicciotti. Negli angoli si ergevano le caraffe dell’acquavite. Il sidro dolce in bottiglia spumeggiava attorno ai tappi, i bicchieri erano già stati riempiti in precedenza sino all’orlo. Grandi piatti di crema gialla che tremavano alla più lieve scossa della tavola presentavano le iniziali degli sposi, disegnate sulla loro superficie unite con arabeschi sottilissimi. Per le torte e i mandorlati si era fatto venire apposta un pasticciere di Yvetot. Nuovo del paese, aveva preparato le cose con un’attenzione particolare, e presentò in persona al termine del pranzo un’alzata che sollevò grandi grida d’ammirazione. Alla base c’era, per prima cosa, un quadrato di cartone blu raffigurante un tempio con portici, colonnati e statuette di stucco tutto in giro in nicchie tempestate di stelle di carta dorata; al secondo ripiano invece s’ergeva un torrione di pasta di savoiardi circondato da piccole fortificazioni in angelica, mandorle, uva secca, spicchi d’arancio, e sull’ultima piattaforma infine, formata da una prateria verde con rocce, laghi di marmellata e barchette di gusci di nocciole, si vedeva un Amorino che si dondolava su di un’altalena di cioccolata.
Gustave Flaubert

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Vermicelli di soia e gamberetti

fotoIngredienti per due persone:

Gr. 150 vermicelli di soia

Gr. 100 gamberetti freschi sgusciati
N. 1 peperoncino fresco
Olio di mais oppure olio evo, per condire.
1/2 spicchio aglio
Prezzemolo fresco sminuzzato

Procedimento:

In un pentolino sistemare i vermicelli di soia, coprirli di acqua, aggiungere un po’ di sale e portare ad ebollizione. Spegnere il fornello, mettere il coperchio sul pentolino e lasciare terminare la cottura per 5 minuti, poi scolare i vermicelli.
Sbollentare per qualche minuto i gamberetti in acqua leggermente salata, scolarli ed unire l’ aglio tagliuzzato sottilmente, il peperoncino sminuzzato, il prezzemolo e condire con un filo di olio di mais. Mescolare, lasciare insaporire, poi aggiungere i vermicelli di soia e passare un altro filo di olio.