Archivio tag: antica Roma

De re coquinaria ( Ricetta di pasticcio di maiale e mele in Latino e in Italiano)

imageMinutal Matianum

Adicies in caccabum oleum, liquamen, cocturam, concides porrum, coriandrum esicia minuta. Spatulam porcinam coctam tessellatim concides cum sua sibi tergila.Facies ut simul cquantur. Media coctura mala Matiana purgata intrinsecus, concisa tessellatim mittes. Dum coquitur, teres piper, cuminum, coriandrum viridem vel semen, mentam, laseris radicem, soffundes acetum, mel, liquamen, defritum modice et ius de suo sibi, aceto modico temperabis. Facies ut ferveat. Cum ferbuerit, tractam confriges et ex ea obligas, piper asparges et inferes.
(De re coquinaria 168)

 

foto

Pasticcio Maziano

Metterai a cuocere in una terrina olio, garum,taglierai un porro, coriandolo e piccole polpette. Taglierai a pezzettini una spalla di maiale con la sua cotenna. Farai in modo che cuociano insieme.A mezza cottura aggiungerai mele Maziane pulite all’intern , tagliate a pezzettini.Durante la cottura triterai pepe, cumino, coriandolo verde o seme, menta, radice di silfio,cospargerai di aceto,miele,garum,un po’ di vino cotto, e il suo sugo, stempererai con un po’ di aceto. Porterai ad ebollizione. Quando bollirà, friggerai la sfoglia e legherai con quella, Cospargerai di pepe e servirai

 

 

 

 

 

 

 

 

Quinto Orazio Flacco e l’ aglio

AGLIO image
Se alcuno mai con empia mano il vecchio padre strozzasse, l’aglio mangi, peggior della cicuta! Oh stomaco forte dei mietitori! Che è il veleno che mi strazia i visceri? Vipèreo sangue, forse, cotto in quest’erbe m’ha tradito? O il perfido cibo ammannì Canidia? Quando Medea, fra tutti gli Argonauti splendido, amò Giasone, con questo l’unse, allor ch’ei volle cingere il giogo ignoto ai tori; e con questo i doni imbevve e spense Glauco e a vol fuggì coi draghi. Non mai gravò sì afosa la canicola su l’assetata Puglia, né più bruciante il fatal dono ad Ercole arse il possente dorso. Ma se tal cibo, o Mecenate lepido, tu gusti ancor, la bella ai baci tuoi le mani opponga, e giaccia là, su l’estrema sponda.
Orazio Flacco