Archivio della categoria: STORIE e FORNELLI

Ricette di cucina quotidiana , semplici, accessibili anche ai meno esperti e facilmente realizzabili con ingredienti comuni che spesso sono già’ in casa.

La Baklava, antichissimo e squisito dolce mediorientale

La  Backlava e’ un dolce mediorientale antichissimo, dal sapore delizioso, intrigante ed inimitabile, la cui creazione si attribuisce agli Assiri ( VII sec. ) e che successivamente fu perfezionato dai Greci che ne farcirono strati di una pasta sottilissima che chiamarono ” phyllo ” cioe’ foglia.

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Merito della sua diffusione in tutta l’ area del Mediterraneo va invece attribuita agli arabi intorno alla fine del 500 d.C. e furono loro a darle il nome di Baklava che significa noci. Tuttavia per la tipologia degli ingredienti usati, propri dei primi impasti dolciari assemblati dagli uomini fin dall’ eta’ pre- classica, si può anticipare la sua origine a tempi ancora più remoti , tanto che l’ ho citata, insieme alle cartellate, ai mostaccioli, ai biscotti di mandorle e miele ed al cous cous dolce del deserto, nella mia breve storia dei dolci che ho pubblicato qualche mese fa su questo blog nella sezione ” origini e storia degli alimenti”.

imageIo l’ ho eletta a mio dolce preferito in assoluto da quando la vidi per la prima volta, moltissimi anni fa, in un ristorante ebraico di Gerusalemme. Infatti m’ innamorai immediatamente del suo aspetto dorato che lasciava immaginare il gusto leggero e croccante delle sfoglie di pasta cosparse di sciroppo profumato ed alternate alla frutta secca sbriciolata.

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Naturalmente dopo averla assaporata lentamente quell’ amore s’ intensifico’ e si sedimento’ per sempre nella memoria delle mie preferenze. Ritornando in Italia provai a ripeterla, ma non conoscendo ancora la pasta “fillo” (il Web era di la’ a venire , ) pensai che si trattasse di pasta sfoglia e visto che non si trovava ancora, già pronta nei supermercati, la preparai io, affannandomi a tirarla molto sottilmente, ma il risultato pur se gradevole fu ben diverso dalla Baklava

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Insomma, la benedetta pasta fillo rappresentava un ostacolo insormontabile e mi rassegnai provvisoriamente a farne a meno, senza dimenticare quell’ infinita dolcezza che mi aveva conquistata.

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Qualche anno più tardi Il ricordo della backlava mi fu ridestato da uno splendido film di cui purtroppo non ricordo più il titolo, nel quale il Regista , di origine tunisina, narra la storia della propria famiglia immigrata in Francia verso gli anni quaranta, quando lui aveva sette-otto anni.

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In occasione di un invito alla festa di compleanno di un compagno di Scuola del piccolo protagonista del film, sua mamma e sua zia si mobilitano per un’ intera giornata per preparare questo dolce molto speciale, da offrire al festeggiato. Con grande amore impastano e tirano decine e decine di fogli di pasta fillo, che da fare in casa non e’ cosa da niente. Selezionano, sbucciano e pelano manualmente la frutta secca che triturano in un mortaio  ed eseguono tutto l’ antico rituale della disposizione di ogni strato, mentre il bambino le guarda incantato e felice !

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Purtroppo i genitori del bambino francese ospitante e destinatario di tanta squisitezza, appartengono ad una classe sociale molto diversa da quella del protagonista ed accolgono con sufficienza e con malcelato disprezzo il magnifico dolce creato con tanto amore e con tanto impegno;                       la magnifica baklava viene subito accantonata, ad uso dei servitori, su un tavolo di una stanzetta di sgombero e questi dopo aver stracciato con malagrazia  l’ accurata confezione, afferrano con le mani grossi pezzi di dolce e se ne riempiono voracemente la bocca , sgocciolandone il miele sul tavolo e sul pavimento mentre fuori dalla porta, rimasta aperta, il bambino tunisino guarda impietrito la scena e poi fugge via precipitosamente……

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Solo recentemente ho scoperto sia la ricetta utile per preparare la pasta “fillo” in casa, sia la possibilità di poterla acquistare gia’ pronta presso le rivendite di cibi etnici e talvolta anche in alcuni supermercati e finalmente la Backlava e’ entrata ufficialmente a far parte dei dolci che preparo per la mia famiglia e per gli amici, in occasioni speciali.

imageUna nota: ogni famiglia mediorientale ha la propria ricetta che, varia per numero di sfoglie, vincolate spesso ai numeri sacri della religione di appartenenza; per quantità e tipo di spezie; per lo sciroppo che può essere preparato con succo di arance, di limoni, zucchero e miele oppure soltanto con il miele liquefatto e profumato con acqua di arancio e spezie e perfino per la forma conclusiva del dolce che cambia da Paese a Paese.

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Ad esempio in Libano, la tagliano a triangoli, in Turchia a losanghe ed in Grecia a quadrati o rettangoli ed anch’ io ho fatto le mie piccole scelte senza nulla togliere alla procedura di base.

Ingredienti:

Gr. 250 circa di burro

N. 28 fogli circa  di pasta fillo da acquistare gia’ pronta.

Gr. 70 mandorle pelate

Gr. 100 pistacchi NON salati e pelati

Gr. 30 pinoli

Gr. 100 gherigli di noci

N. 3 cucchiai zucchero integrale

N. 1 cucchiaino cannella in polvere

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Per lo sciroppo:

Gr. 80 di zucchero semolato

Buccia di un limone

N. 5 cucchiai di miele preferibilmente di zagara

Spremuta di 4 grosse arance ( non rosse)

Spremuta di mezzo limone

Una spolverata di cannella

Procedimento:

Sciogliere il burro nel microonde oppure in un pentolino a fiamma bassissima evitando che frigga. Triturare grossolanamente, in un  mortaio la frutta secca gia’ pelata, ( evitando di utilizzare il mixer che la polverizza )  aggiungere un cucchiaino di cannella, lo zucchero di canna mescolare e metterla da parte.

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Nel frattempo accendere il forno a 160 gradi circa ed intanto che si riscalda disporre i fogli della baklava. Imburrare per bene il fondo e i lati di una pirofila  e disporre il primo foglio di pasta tagliato nella stessa e precisa misura del fondo della teglia usata. Personalmente taglio con le forbici, sulla base del primo foglio , anche tutti gli altri così non devo stare ogni volta a misurare e tagliare. Ricordare, inoltre che il numero di sfoglie e’ libero e se ne possono disporre in   piu’  o in meno rispetto a quelle indicate negli ingredienti.

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Disporre quindi il primo foglio nella pirofila, spennellarlo accuratamente con il burro e procedere con altri sei spennellando ognuno prima di aggiungere l’ altro. Sul  settimo foglio imburrato cospargere  un primo strato di frutta secca e coprire con altri sette fogli sempre spennellati uno per uno, adagiare un secondo strato di frutta secca e proseguire con altri sette fogli ed un ultimo strato di frutta secca;   chiudere con gli ultimi sette fogli e con un coltello a lama sottile ed affilata tagliare il dolce nella forma desiderata.

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Mentre il dolce cuoce, preparare lo sciroppo unendo in un pentolino tutti gli ingredienti sopra descritti e facendoli bollire per una decina di  minuti e comunque finche’ il colore s’ intensifica. Versarlo bollente sulla baklava appena sfornata.

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Il dolce va consumato tiepido o freddo ed anche se alcuni consigliano di accompagnarlo con panna montata io, pur essendo ghiottissima di panna, preferisco assaporarlo senza aggiunte perché la baklava ha già un sapore deciso ed intenso che basta a se stesso e come tale non  ha bisogno di esaltazioni o di attenuazioni.

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Pasticcio di carne e rognoncini di agnello “Steack and kidney pie”

 

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Questa e’ l’ autentica ricetta del notissimo pasticcio inglese di rognoncini di agnello e di carne.
E’ sempre accompagnata da grandi boccali di birra e pur essendo da secoli uno dei piatti tipici dell’ alimentazione popolare, appare spesso anche sulle tavole borghesi e nobiliari , come e’ testimoniato in molti romanzi di Jane Austen, di Dickens e recentemente anche da Ken Follett.
In alcune versioni si aggiungono al ripieno delle “sfilettature” di pollo, ma io la consiglio alla maniera tradizionale.
E’ un piatto abbastanza semplice e molto gustoso e la ” Worcestershire sauce ” l’ arricchisce di un sapore molto particolare, estraneo al gusto italiano, ma non per questo meno apprezzato.

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Ingredienti:

N. 2 rotoli di pasta sfoglia rotonda
N. 1 uovo intero + un tuorlo
Gr. 100 olio evo
Gr. 700 di carne di manzo
Gr. 200 di rognoni di agnello
l. 1 brodo di carne
N. 2 cipolle
N. 1 spicchio di aglio
N. 2 piccole carote lessate (facoltative)
Gr. 30 di farina 00
Salsa Worcestershire q.b.
sale e pepe q.b.

imageProcedimento:

Tagliare a pezzettini la carne di manzo ed i rognoni di agnello e rosolarli nell’ olio a fuoco medio finche’ non cambiano colore, poi estrarli e metterli da parte. Nello stesso olio rosolare dolcemente le cipolle affettate sottilmente e l’ aglio a tegame coperto e quando le cipolle saranno morbide e trasparenti e l’ aglio dorato, rimettere nella stessa pentola la carne e i rognoni.
Aggiungere la farina, farla assorbire, eliminare l’ aglio, quindi unire il brodo caldo e lasciar cuocere a fuoco medio, senza coperchio fino a farlo evaporare completamente, eventualmente mettere le carote lessate e tagliate a rotelle e mescolare. Spegnere il fornello, cospargere con la salsa Worcestershire, mescolare e, dopo aver assaggiato, aggiustare di sale e pepe nero macinato al momento.
Mentre il ripieno si raffredda sistemare in una pirofila di 24 cm. circa con i bordi piuttosto alti, la carta da forno inumidita e strizzata, allargare un po’ con il matterello la prima confezione di pasta sfoglia ed adagiarla sulla carta, facendola traboccare dagli orli della pirofila.
(Tener presente che, l’ aspetto generale della Kidney Pie e’ piuttosto alto al centro e NON livellato come una focaccia o uno sformato di carne all’ italiana.)
Accendere il forno a 170 gradi circa e mentre si riscalda, concludere la preparazione.
Versare sulla pasta sfoglia il ripieno e coprire con l’ altra confezione di pasta pizzicando per bene i due orli per farli aderire. Sbattere l’ uovo intero con un tuorlo ed un pizzico di sale, spennellare con cura tutta la superficie del pasticcio e poi praticare sulla pasta, con la punta di un coltello, delle leggere incisioni .

imageCuocere per 30 minuti circa finche’ l’ aspetto del pasticcio risultera’ intensamente dorato e croccante; consumarlo caldo, con o senza il contorno tipico anglosassone di piselli, broccoli e carote, lessate senza sale ( io lo preferisco senza…. ) e, come dicono gli inglesi, ” enjoy ! ”

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Costolette di agnello al prosciutto con salsa Cumberland, dello storico ” Reform Club ” di Londra.

 

imagePurtroppo la cucina inglese non gode di buona fama e forse sono proprio gli inglesi i peggiori detrattori della loro cultura gastronomica.

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Basti pensare che, nel 1966 Filippo Duca di Edimburgo , Principe consorte della Regina Elisabetta II e ” grand gaffeur “, in un’ occasione ufficiale affermo’ lapidario che, ” le donne inglesi non sanno cucinare ! ”
La stessa Agatha Christie, in un breve racconto, fa dire a Poirot che, ” Gli inglesi non hanno una cucina , ma solo del cibo ”

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Insomma si tratta di un pregiudizio molto diffuso che forse ha trovato terreno fertile nell’ apparente esterofilia gastronomica degli inglesi e quindi in quella che sembrerebbe un ‘ accentuata predilezione per i ristoranti internazionali che sono incredibilmente diffusi in tutte le Citta’ del Regno Unito e certamente, non sono frequentati soltanto da turisti.

image In parte, questa nomea dipende dal fatto che, in questi numerosissimi ristoranti, taverne pub ecc. c’e’ un’ alternanza tanto continua quanto inadeguata di gestori inglesi che assumono chef di nazionalita’ completamente diverse da quella originaria del locale, i quali nel tentativo di rispettare le preparazioni offerte nei menu originali della casa, elaborano pietanze immangiabili.

"Locandina di un  finto ristorante italiano"

“Locandina di un finto ristorante italiano”

Ho sperimentato purtroppo a mie spese, questa sgradevole discrepanza, in alcuni ristoranti dagli altisonanti nomi italiani con chef cinesi e in ristoranti francesi con chef filippini .

imageTra l’ altro questa dannosa contraddizione esiste purtroppo anche nei Pub inglesi dove d’ inglese
c’ e’ soltanto il locale e la birra ( e non sempre) mentre gli addetti alle preparazioni di sandwich provengono da tutti i Paesi del pianeta , tranne che dall’ Inghilterra.

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Un’ altra ragione di questa cattiva fama, sta nell’ esclusività dei raffinatissimi e plurisecolari Club dove l’ ingresso e’ riservato a generazioni di referenziatissimi Soci.

image E’ fra quelle mura che e’ racchiusa tutta la Storia sociale inglese ed e’ lì che impera la raffinata cucina anglosassone, purtroppo circoscritta ed ancora lontana dall’ essere diffusa tra i comuni mortali.

 

Winston Churchill,  socio eccellente del " Reform Club "

Winston Churchill, socio eccellente del ” Reform Club “

 

Tuttavia, durante i miei lontani soggiorni in Inghilterra frequentai sistematicamente, per motivi professionali, una Scuola alberghiera e della ristorazione, il South Gate College, dove ebbi finalmente modo di apprezzare e di valutare entusiasticamente alcune tradizionali preparazioni inglesi.

imageAmmirai l ‘ elaborazione attenta e perfetta delle carni bianche e rosse, gl’ impeccabili pasticci di agnello e di maiale, i roast beef perfettamente rosati, le squisite e numerose salse e le delicatissime zuppe.

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Assaggiai gustosi formaggi tipici tra cui l’ inimitabile Cheddar, squisite torte di mele dolci del Kent, di mirtilli, di ribes e di lamponi accompagnate da creme perfette; conservo ancora oggi il ricordo della bonta’ irripetibile di pasticcini e biscotti fino ai deliziosi dolci tradizionali delle ricorrenze natalizie con tutte le impercettibili variazioni che solo gli inglesi conoscono e che caratterizzano le diverse contee.

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Infine, quando qualche anno dopo, fui ospitata a Canterbury dalla cara Mrs. Helen, ebbi modo di apprezzare anche ” Le cotolette d’ agnello del ” Reform Club” accompagnate da una morbidissima salsa. La ricetta e’ dello chef Alexis Soyer, ( geniale cuoco, inventore della Salsa Cumberland ed autore di diversi ricettari ) il quale nel 1838 era stato l’ artefice del menu dei festeggiamenti per l’ incoronazione della Regina Vittoria.

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Si dice che questa ricetta l’ abbia approntata per un ospite di riguardo arrivato d’ improvviso al
” Reform Club” e che abbia usato ( come fa una qualsiasi padrona di casa quando arriva un ospite inatteso ) ciò che al momento aveva a disposizione nella “cold room”

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Che sia autentica o meno non mi e’ dato saperlo, comunque mi sembra molto gradevole, accessibile ed anche elegante da portare in tavola, perciò la trascrivo volentieri in questo post.

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Ingredienti per 4 porzioni:

N. 12 costine d’agnello
Gr. 150 pane raffermo
gr. 100 di prosciutto cotto affumicato
1 ciuffetto di prezzemolo
1 rametto di rosmarino fresco
N. 2 cucchiai di farina
N. 3 uova
Gr. 100 olio di semi per la frittura
Gr. 50 burro
Sale e peperoncino q.b.

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Procedimento:

Per preparare ” l’ impanatura “‘ mettere nel tritatutto il pane raffermo a pezzetti, unire il prezzemolo, gli aghi del rosmarino, il prosciutto cotto affumicato, un pizzico di sale ed una punta di peperoncino piccante e mixare fino ad ottenere un buon pane grattugiato profumato.
Eliminare la pellicina superficiale ed il grasso superfluo dalle costine di agnello quindi staccarle da una parte dell’ osso che deve restare come un manico ed appiattirle leggermente con il batticarne. In un vassoio spargere i due cucchiai di farina con un pizzico di sale e velare le costine da entrambi i lati.
Successivamente tuffarle nelle uova sbattute con un pizzico di sale e per ultimo passarle accuratamente nel pane grattugiato rigirandole per bene e premendo con le mani la “panatura” per farla aderire in modo compatto alla superficie. Scaldare l’olio in una padella larga e dorare le costine per tre o quattro minuti da ogni lato. Estrarle, lasciarle asciugare bene su carta assorbente da cucina. Liberare la padella dall’ olio della frittura e sciacquarla, poi disporre sul fondo il burro, farlo riscaldare senza farlo scurire e ripassare velocemente le costine.

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INGREDIENTI per la salsa Cumberland
2 arance
2 limoni
2 cucchiai di senape in polvere
2 cucchiai di gelatina di ribes
2 cucchiai di vino rosso
2 cucchiai di aceto
Un pizzico di sale, di zenzero e di peperoncino in polvere

Una delle sale del "Reform Club"

Una delle sale del “Reform Club”

La salsa Cumberland è una salsa tipica della cucina inglese.
Prende il nome dal duca di Cumberland Ernesto Augusto re di Hannover e fratello di Re Giorgio III d’Inghilterra, entrambi ziii della Regina Vittoria.

Ernesto Augusto Duca di Cumberland  e Re di Hannover

Ernesto Augusto Duca di Cumberland e Re di Hannover

Procedimento:

Puo’ essere preparata sia a freddo che a caldo e questa che segue e’ la procedura a caldo.

Ricavare dalle bucce delle arance e dei limoni dei filetti sottilissimi ( evitando accuratamente la parte bianca sottostante che e’ amara ) sbollentarli per 5 minuti e scolarli .
Spremere gli agrumi, filtrare il succo ottenuto e versarlo in un pentolino, aggiungere la gelatina di ribes, l’aceto, il vino, la senape, un pizzico di sale, uno di zenzero , uno di peperoncino e portare a bollore. Spegnere il fornello, raffreddare la salsa, unire i filetti di agrumi, mescolare bene e servire in salsiera in modo che i commensali possano servirsi a loro piacimento per accompagnarla alle cotolette di agnello.

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Una torta soffice, soffice con olio di riso

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Questa e’ la nota torta allo yogurt, quella con il vasetto di yogurt usato anche da misurino per tutti gli altri ingredienti, soltanto che, per renderla ancora più leggera e super soffice, ho sostituito l’ olio di semi con quello di riso , una parte della farina 00 con la fecola di patate ed ho montato a neve le chiare d’ uovo. E’ riuscita proprio bene !
E’ deliziosa appena sfornata, squisita se accompagnata da una nuvoletta di panna montata e si presta ad accogliere “bagne” profumate, strepitosi strati di creme, frutta, marmellate e glasse!
Provare per credere!

Ingredienti:
N. 1 vasetto yogurt intero
N. 3 uova
N. 2 vasetti colmi zucchero
N. 1 vasetto raso fecola di patate
N. 2 vasetti rasi farina 00
N. 1 vasetto olio di riso
N. 1 bustina lievito in polvere per dolci

N. 2 bustine vanillina
Un pizzico di sale
Eventuale zucchero a velo per guarnire.

Procedimento:
In una ciotola sbattere con le fruste i tuorli d’ uovo insieme allo zucchero, quindi aggiungere il vasetto di yogurt intero e continuando a sbattere unire un vasetto di olio di riso lasciandolo scendere a filo e di seguito aggiungere un vasetto di fecola di patate, i due vasetti di farina 00, le due bustine di vanillina e per ultimo il lievito in polvere. Sciacquare ed asciugare le fruste ed in
un’ altra ciotola montare a neve gli albumi con un pizzico di sale. Unire, con estrema delicatezza, (per evitare che si smontino) le chiare al composto di tuorli, olio, yogurt e farine e sistemare il tutto in una pirofila di 22 cm. circa, imburrata ed infarinata.
Sara’ pronta in quaranta minuti circa, in forno ventilato a 170 gradi.

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Polpette svedesi in salsa mediterranea

 

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Ingredienti per 4 persone:
Gr. 400 polpa di maiale
Gr. 100 bacon non affumicato
Gr. 150 pane raffermo
N. 2 uova intere
Olio di semi di girasole q.b.per la frittura
Pepe e sale q.b.

Per l’ intingolo di accompagnamento:
Gr. 100 olio evo
N. 5/6 pomodorini
N. 1 spicchio aglio
Gr. 50 capperi dissalati
Un ciuffetto prezzemolo tritato
Sale, peperoncino piccante e origano q.b.

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Procedimento:
Per ottenere la stessa consistenza delle polpettine svedesi ( chi non le ha assaggiate nei grandi centri commerciali ! ) e’ importante frullare la carne nel mixer di casa, perche’ dai tritacarne delle macellerie l’ impasto risulta più granuloso, mentre la principale caratteristica delle polpette svedesi e’ proprio quella dell’ impasto omogeneo e vellutato. Pertanto, tagliare a pezzettoni la polpa di maiale e frullarla nel mixer insieme alle strisce di bacon tagliuzzate con le forbici da cucina. Aggiungere il pane raffermo spugnato nel latte e scolato, sale, pepe e le uova intere; mixare ancora per qualche minuto poi inumidire i palmi delle mani con un po’ di olio e ricavare dall’ impasto ottenuto, delle palline che vanno fritte in olio caldo.
Preparare a parte un sughetto con olio, aglio sminuzzato, pomodorini spezzettati, prezzemolo, peperoncino, origano e capperi sciacquati dal sale, coprire con due o tre dita di acqua e portare ad ebollizione a fuoco moderato per quindici minuti circa. Quando tutti gli ingredienti dell’ intingolo saranno amalgamati, aggiustate di sale e tuffatevi le polpette appena fritte lasciandole insaporire ancora per qualche minuto a fuoco lento.

 

Tartiflette dell’ Alta Savoia

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Ingredienti:
Gr. 400 patate
Gr. 100 lardo o bacon tagliato sottilmente
Gr. 100 burro opp. olio evo
Gr. 200 reblochon opp. fontina
Sale e pepe nero q.b.

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Procedimento:
Sbucciare le patate, lavarle e tagliarle a rondelle piuttosto spesse. Soffriggerle nel burro oppure nell’ olio insieme al bacon tagliuzzato grossolanamente. Rigirarle per qualche minuto, aggiungere, se necessario, una puntina di sale ed una spolverata di pepe nero e spegnere il fornello prima che la cottura sia ultimata. Disporre uno strato di patate sul fondo di una piccola pirofila, aggiungere la fontina oppure il reblochon a fettine, chiudere con un altro strato di patate, posare su qualche fiocchetto di burro e far gratinare in forno per dieci/quindici minuti a 150 gradi.

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Strudel viennese (ricetta autentica della cucina imperiale asburgica)

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Ingredienti per la pasta:

Gr. 300 Farina 00
Gr. 125 Acqua calda
N. 1 cucchiaino di succo di limone
N. 1 uovo intero
Un pizzico di sale
Gr. 120 di burro fuso o margarina da spennellare sulla pasta e sul fondo della pirofila.
Gr. 100 pane grattugiato da distribuire sulla pasta già’ tirata

Ingredienti per la farcitura:
N. 4 mele
Gr. 60 gherigli di noci sminuzzati
Gr. 30 pinoli
Gr. 70 uvetta sultanina fatta rinvenire in un po’ di acqua calda.
Succo di un limone
Gr. 50 di rum ( facoltativo )
Gr. 100 zucchero
Scorza grattugiata di mezzo limone
Un cucchiaino di cannella
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere

Procedimento:

Sbucciate e tagliate le mele a fettine, bagnatele subito con il succo di limone, quindi aggiungete tutti gli altri ingredienti, mescolate e mettete da parte.
In una ciotola versate la farina, unite l’uovo, il succo di limone e l’ acqua calda.
Impastate fino ad ottenere un piccolo panetto abbastanza liscio che farete riposare coperto da un pentolino di acciaio capovolto il cui fondo avrete arroventato sul fornello.
Lasciate che l’ impasto sì ammorbidisca per cinque minuti circa e nel frattempo disponete una tovaglia da lavoro su un tavolo, cospargetela di farina e posate al centro il panetto di pasta. Appianatelo un po’ con il mattarello quindi procedete con pazienza ad allargarlo con le mani fino a coprire quasi tutta la superficie di un tavolo quadrato. Non preoccupatevi se si crea qualche crepa nella pasta, ma è inevitabile e quando sarà arrotolata su stessa non si vedrà più.
In Austria si dice che, la pasta dello strudel dovrà essere tanto trasparente da permettere la lettura di una lettera d’ amore posta al di sotto !
Pertanto regolatevi e quando sarà abbastanza sottile, spennellatela con il burro fuso, cospargetela di pane grattugiato e disponete le mele. Per chiudere lo strudel dovrete aiutarvi con la tovaglia che solleverete insieme alla pasta per coprire il ripieno continuando ad arrotolarla fino ad ottenere una sorta di grosso salame. Se vi può’ essere utile, si tratta dello stesso procedimento che si usa per arrotolare il sushi.
Imburrate e cospargete di pane grattugiato una pirofila antiaderente e fatevi scivolare con delicatezza lo strudel disponendolo a ferro di cavallo. Spennellatelo col burro fuso rimasto e spolveratelo con un po’ di zucchero.
Cuocete in forno a 150 gradi per 30 minuti circa, lasciatelo intiepidire e servitelo, se lo gradite, con panna montata a parte.

 

 

 

Minestra di funghi e piselli

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Gr. 200 pasta all’ uovo garganelli oppure altra pasta da legumi.
Gr. 100 pisellini surgelati
Gr. 200 funghi misti freschi o surgelati
Gr. 150 olio evo
N. 1 cipolla bianca
N. 1 costina di sedano
N. 1 carota
Gr. 600 circa di acqua
Sale, pepe nero e parmigiano q.b.
Preparare il battuto di cipolla, sedano, carota e soffriggere lentamente nell’olio, quindi aggiungere funghi e piselli, coprire e lasciar cuocere . Allungare con circa 600 gr. di acqua e portare all’ ebollizione. Assaggiate il punto di cottura di funghi e piselli e quando saranno quasi cotti aggiungete i garganelli oppure altra pasta da legumi ed aggiustate di sale e pepe nero.
Servite la minestra con un’ abbondante spolverata di parmigiano.

 

” Sporca muss “

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Ingredienti:
Gr. 200 di pasta sfoglia ( fresca o surgelata)
Un tuorlo d’ uovo
Latte q.b.

Ingredienti per la crema pasticcera:
1/2 lt. Latte
N. 3 tuorli d’uovo
Gr. 100 farina 00
Gr. 150 zucchero
Una bustina di vanillina

Procedimento:
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere gradualmente la farina, la vanillina ed il latte . Trasferire il composto in un pentolino e cuocere a fuoco moderato finché’ non si sarà’ addensato.
Stendere la pasta sfoglia e dividerla con la rotella cin losanghe, rettangoli oppure quadratini, passarli sulla placca del forno imburrata ed infarinata oppure su un foglio infarinato di carta da forno, spennellarli con un tuorlo d’ uovo diluito con qualche goccia di latte e cuocerli in forno già’ caldo a 150 gradi per una ventina di minuti, ovvero finché non saranno ben gonfi e dorati in superficie.
Con un coltello sottile dividere delicatamente a metà ogni cialda e farcirla con una generosa cucchiaiata di crema pasticcera tiepida, chiudere e cospargere di zucchero a velo.
Un consiglio: gli “sporca muss ” dovrebbero essere serviti caldi o tiepidi, pertanto sarebbe meglio infornarli quaranta minuti prima di portarli in tavola, farcirli e lasciarli al caldo nel forno appena spento.

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Filetti di baccalà con patate e pomodorini

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Ingredienti per 4 persone:

Gr. 800 filetti di baccalà già’ ammollato
Gr. 500 patate
N. 1 cipolla bianca
Gr. 150 olio evo
N. 1 costina di sedano
N. 1 peperoncino opp. pepe nero
Una decina di pomodorini
Sale q.b.
Procedimento:

Procuratevi dei buoni filetti di baccalà ed eliminate pelle e spine. Sbucciate e tagliate a pezzettoni le patate. Soffriggete nell’olio la cipolla affettata, il peperoncino e la costina di sedano sminuzzati e quando il soffritto sarà’ dorato e morbido unite le patate che insaporirete per qualche minuto . Aggiungete i pomodorini tagliuzzati , un po’ di acqua, un pizzico di sale e lasciate cuocere a fuoco lento.
(Ricordate che il sale, quando si prepara il baccalà, e’ sempre in rapporto al grado di salinità’ del pesce quindi vi conviene metterne giusto in pizzico e poi lo aggiusterete a fine cottura. )
Quando le patate saranno quasi cotte unite i filetti di baccalà e lasciateli cuocere per qualche minuto a tegame coperto . Mescolate con delicatezza per evitare che i filetti si sfaldino, spegnete il fornello, cospargete di prezzemolo sminuzzato e portate in tavola.

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