I krumiri sono biscotti piemontesi, per la precisione originari di Casale Monferrato e la ricetta è segreta. Esistono diverse versioni, con farina bianca o di mais e furono inventati dal pasticcere Domenico Rossi nel 1878, anno in cui morì Re Vittorio Emanuele II.
Fin da bambina li ho sempre amati e da adulta ho tentato di imitare il sapore di quelli originali sfornando la mia versione, dopo varie prove.
Ho ancora a casa la scatola di latta rossa nella quale vengono venduti e dopo aver letto attentamente gli ingredienti scritti su di essa, li ho miscelati per ottenere il krumiro perfetto.
L’impasto è piuttosto consistente, quindi dovrete usare olio di gomito; farete un po’ di fatica a farlo fuoriuscire dalla sac a poche che è consigliabile sia di tela (quella usa e getta potrebbe rompersi) e dovrete munire di bocchetta stellata per ottenere le caratteristiche striature del krumiro. Se con la “sac a poche” fate fatica, sarà sicuramente più semplice provare (se ce l’avete) con una trafila o una pistola spara-biscotti. La cottura avviene a 200°, ma se il vostro forno è piuttosto forte, abbassate la temperatura di 10°-20°.
Vi consiglio:
a- di non fare scaldare troppo l’impasto (non superate i 24 gradi) altrimenti il burro trasuderà fuori dal biscotto;
b- di non farli scurire troppo in cottura, devono rimanere dorati altrimenti sapranno di bruciato.
Per la conservazione dei krumiri, vale la regola della scatola di latta nella quale dureranno a lungo se conservati in una parte fresca della casa; se volete renderli estremamente golosi intingeteli per metà nel cioccolato fuso e lasciateli asciugare su della carta forno, oppure aggiungete delle gocce o scaglie di cioccolato direttamente nell’impasto.
Beh, adesso vi lascio alle vostre sperimentazioni culinarie, ma mi raccomando: se trovate una versione strepitosa dei krumiri, fatemelo sapere!
Ecco la mia ricetta: http://ricette.giallozafferano.it/Krumiri.html