Spaghetti Shirataki di Carmen al Nero di Seppia 40 Cal a Porzione
Ciao Tutti, oggi vi propongo un piatto davvero squisito, per non parlare delle calorie, e fantastico poter mangiare cibi saporiti e buonissimi ma con calorie davvero pochissime!
spaghetti shirataki, sono degli, spaghetti SENZA GLUTINE SENZA CARBOIDRATI con un bassissimo apporto calorico ma con un alto contenuto di fibre.
Insomma la pasta perfetta!
100 grammi di Shiritaki hanno circa 10 calorie e hanno anche la capacità di dare un senso di sazietà immediato: la fibra vegetale che forma gli spaghetti assorbi infatti moltissima acqua e questa sua particolarità consente di aumentare la sua massa.
Gli shirataki sono di origine Giapponese e vengono prodotti dalla radice di Konjac: questa è ricca di glucomanna, la fibra che consente a questi spaghetti di avere tutte queste proprietà.
Gli ho scoperti da poco, ( comprati esselunga), sono fantastici, veramente ve li consiglio vivamente.
Questo piatto l’ho dedico alla mia amica Carmen, che mi ha fatto conoscere questi ingredienti fantastici , Grazie!
Spaghetti Shirataki di Carmen al Nero di Seppia
Ingredienti per 2 persone:
200 gr spaghetti shirataki
30 gr nero di seppia
1 cipollotto
1 aglio
Zenzero, Peperoncino
30 gr di vino bianco
Preparazione:
Nella padella in pietra o antiaderente mettete la cipolla, e aglio tagliati finemente, le spezie, e fatte saltare per 3 minuti con un po’ di acqua, aggiungete il nero di seppia e cuocette per altri 10 minuti.
Aprite la confezione di spaghetti shirataki scolate l’acqua e aggiungete nella padella fatte saltare per 2 minuti!!
Veloce, Semplice, Fantastico!
Cal per porzione
Buon Appetito da Janina
NERO DI SEPPIA
Capsicum frutescens
Nel linguaggio comune, quando si parla di peperoncino ci si riferisce al frutto dell’omonima pianta (Capsicum frutescens) appartenente alla famiglia delle Solanacee. Questa pianta erbacea di origine sudamericana produce bacche verdi ed indeiscenti, ricche di semi;durante la maturazione, questi frutti – chiamati appunto peperoncini – mutano di colore, acquisendo sfumature dapprima gialle, poi arancioni ed infine rosse (la tipica tonalità del peperoncino maturo è conferita dall’abbondante presenza dicarotenoidi, in particolar modo di capsantina).
Proprietà Nutrizionali
Il peperoncino maturo è particolarmente ricco di vitamine; rilevante è soprattutto il contenuto inacido ascorbico (229 mg/100 grammi di frutto fresco). Da sottolineare anche la generosa presenza di carotenoidi (precursori della vitamina A), niacina (o vitamina PP) e di alcuni sali minerali ( potassio, calcio e fosforo). Questo variopinto insieme di princìpi nutritivi si concentra ulteriormente nel peperoncino spezia, quindi nel frutto essiccato ed eventualmente ridotto in polvere; allo stesso modo si rafforza anche il sapore piccante con cui ogni giorno viene dato un po’ di brio ai piatti più scialbi.
Capsicina: proprietà medicinali e piccantezza
Nel peperoncino ritroviamo una sostanza dotata di interessanti attività fitoterapeutiche. Stiamo parlando della capsaicina, la stessa molecola responsabile del suo sapore violento e piccante (presente tra l’altro anche nella paprika e nel pepe di Cayenna, entrambe ricavate dal peperoncino). La capsaicina, che si concentra nei frutti e nei semi del frutto, è nota per le sueproprietà rubefacenti (se applicata sulla cute induce vasodilatazione con effetto congestionante transitorio), digestive (aumenta la secrezione di saliva e succhi gastrici), antiossidanti ed antibatteriche. Oltre all’effetto rubefacente, la capsaicina possiede anche un effetto dapprima dolorifico (da cui il caratteristico bruciore), poi analgesico; ciò ne giustifica l’impiego in pomatededicate – ad esempio – al trattamento del mal di schiena, specie se di natura muscolare (unacontrattura si avvantaggia anche dell’effetto rubefacente). Una volta applicata, la capsaicina induce il rilascio di neurotrasmettitori dolorifici dalle terminazioni locali determinando il tipico bruciore; dopo alcune applicazioni, comunque, questa sensazione svanisce, poiché i nervi si “svuotano” di neurotrasmettitori dolorifici e perdono sensibilità nei confronti della sostanza; ciò determina una ridotta percezione del dolore. Attualmente si stanno indagando le possibili applicazioni terapeutiche di sostanze analoghe alla capsaicina ma dotate di minor effetto irritante; oltre a quelle già segnalate ricordiamo la possibile utilità della sostanza contro la caduta dei capelli (non solo per il tradizionale uso esterno, ma soprattutto per quello interno).
Dal momento che la capsaicina è una sostanza liposolubile, per combattere il bruciore al palato derivante da un’eccessiva ingestione di peperoncino, è buona regola bere dello yogurt, del latte o masticare un pezzo di pane all’olio; l’acqua non serve.
Quando è meglio evitare il peperoncino
Indubbiamente più tollerato del pepe, il peperoncino va consumato con cautela in relazione alla tolleranza individuale; nonostante sia tradizionalmente controindicato per chi soffre di acidità di stomaco, ulcera peptica, reflusso gastroesofageo ed emorroidi, alcuni studi clinici suggeriscono come l’uso costante di peperoncino possa addirittura prevenire alcune di queste patologie (in particolare l’ulcera gastrica e quella duodenale).
ZENZERO
Origine e principi attivi
Lo zenzero è una nota spezia dal sapore piccante, con aroma gradevole, caldo e pungente.
Molto utilizzato anche in ambito fitoterapico, lo zenzero è costituito dal fusto sotterraneo (rizoma) di Zingiber officinale (Fam. Zingiberaceae), una pianticella perenne nativa dell’Asia meridionale e coltivata nella maggior parte dei Paesi tropicali (Africa, Giamaica, Australia, Isole dell’arcipelago indiano ecc.).
Utile in presenza di: nausea (specie in gravidanza, durante la quale dev’essere assunto previo consenso medico), mal di mare, mal d’auto, tensione addominale e cattiva digestione. Può causare bruciori di stomaco; particolare cautela in presenza di calcoli delle vie biliari o concomitante utilizzo di farmaci anticoagulanti; secondo alcuni studi è controindicato anche in gravidanza. |
Si presenta come un “tubero” di forma decisamente irregolare, più o meno allungato e bitorzoluto con colore variabile dal marroncino al giallo pallido. I principi attivi che lo caratterizzanosono i gingeroli (amari e pungenti), insieme ai loro derivati (zingerone e shogaoli) ed ai componenti volatili dell’olio essenziale (1-3%: sesquiterpeni come lo zingiberene e B-bisabolene, insieme a vari monoterpeni).
Lo Zenzero in Fitoterapia – proprietà medicinali
Le applicazioni culinarie e fitoterapiche dello zenzero (o ginger) sono molteplici e variegate. Le più note e documentate riguardano da un lato il suo effetto antinausea e dall’altro il suo impiego come aromatizzante per bibite analcoliche, birre eliquori.
I marinai cinesi utilizzano lo zenzero contro il mal di mare sin da tempi remoti; non a caso, in uno studio condotto su un gruppo di cadetti della marina, la radice di zenzero si è dimostrata molto più efficace del placebo nel ridurre il vomito. L’efficacia antiemetica sembra addirittura simile se non superiore a quella del clopramide (Plasil), ma le maggiori certezze riguardano la sua utilità in gravidanza, durante la quale l’effetto antinausea si è dimostrato paragonabile a quello della vitamina B6 (piridossina). Nonostante alcuni studi sperimentali suggeriscano la possibilemutagenicità di alcuni suoi componenti, alle dosi di normale utilizzo lo zenzero sembra un rimedio sicuro. Possibili effetti collaterali in tal senso sono infatti stati smentiti da diversi studi; ad ogni modo, proprio come per qualsiasi altro integratore o prodotto fitoterapico, l’utilizzo dello zenzero ingravidanza dev’essere preventivamente discusso con il proprio medico. Minori certezze si hanno circa l’utilità dello zenzero nel trattamento della cinestosi (mal d’auto, mal di mare, mal d’aereo), così come della nausea e del vomito post-operatori o post-trattamento con farmaci antitumorali (tipo ciclofosfamide).
Un’altra ben nota e documentata applicazione dello zenzero riguarda il suo impiego neltrattamento della dispepsia, cioè di quel variegato gruppo di sintomi associato ad una digestione difficile e laboriosa (eruttazione, gonfiori di stomaco, nausea, meteorismo e flatulenza). La polvere di zenzero per uso orale è infatti in grado di stimolare i normali movimenti peristaltici di stomacoed intestino (effetto procinetico). Nei soggetti che soffrono di pirosi (bruciori di stomaco) lo zenzero può risultare controindicato per la sua capacità di stimolare la secrezione gastrica. Numerose sono anche le evidenze circa un suo effetto colagogo, utile per stimolare la funzionalità epatica; questa sua azione positiva sulla secrezione biliare giustificherebbe anche il presunto effetto ipocolesterolemizzante; allo stesso tempo, però, impone una certa cautela nell’uso dello zenzero in presenza di calcoli alla colecisti.
Nell’uso topico esterno lo zenzero è impiegato come revulsivo e come tale è presente in varipreparati antireumatici. Per uso interno si ritiene dotato di proprietà afrodisiache (tradizione popolare) ed antinfiammatorie (capacità di inibire ciclossigenasi e lipossigenasi).
Per il suo effetto antitrombotico, gli individui trattati con anticoagulanti orali (tipo warfarina) oFANS (tipo aspirina) dovrebbero assumere lo zenzero con cautela e sotto controllo medico.
Dosi d’assunzione
Le dosi giornaliere utilizzate nel corso degli studi che ne hanno indagato le proprietà fitoterapiche, variano da 0,5 a 4 grammi di droga polverizzata. In alternativa, lo zenzero è facilmente reperibile sottoforma di rizoma essiccato. A scopo fitoterapeutico, comunque, gli estratti secchi sono da preferire in quanto standardizzati nei principi attivi che caratterizzano la droga (gingeroli); spesso, nelle preparazioni erboristiche lo zenzero si trova associato ad altre droghe con analoga attività, come anice, cardo santo, genziana, cumino e finocchio.