Profumodizafferano

Fatti fritti o para frittusu

Tutti a preoccuparsi dei grandi pranzi e delle mega cene natalizie e nessuno che pensa al immenso potere calorico che porta con sé febbraio se si lascia libero sfogo alla sua natura! Perché febbraio è il mese del carnevale e per antonomasia, il mese degli scherzi e te lo racconto lo scherzo che ti fa quando sali sulla bilancia a marzo!!!
E c’è la frittura araba, come dimenticare le castagnole, e parliamo delle zeppole, senza dimenticare di fare due chiacchiere, e poi?… poi arrivano loro: i fatti fritti o para frittusu se li chiamiamo come inconfondibilmente si fa qui in Sardegna.

Una ricetta tramandata con cura di “sciffedda” in “sciffedda”…ossia di ciotola in ciotola. Vedete quel bordino azzurro in lontananza nella foto qui sotto? Beh è il bordino blu della “sciffedda” della mia adorata nonnina, quella “sciffedda” che riempiva sempre di cose buone e che io ho usato per accogliere l’impasto e assicurarmi una lievitazione fantastica.
Non poteva che essere così visto che negli anni, lei, ci ha nascosto sicuramente un gran bel pizzico di magia.

Il nome di questi dolci, qui in Sardegna, è ricamato su una storia curiosa: il colore ricorda il saio dei frati; il buco centrale delle ciambelle, la chierica e la riga bianca, che è indice di una lievitazione perfetta, ricorda il cordino che cinge i fianchi del saio. Insomma la giuste dose di romanticismo per rendere queste ciambelle ancora più dolci.

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  • DifficoltàMedia
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione1 Ora
  • Tempo di riposo5 Ore
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni25 pezzi circa
  • Metodo di cotturaFrittura
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 600 gFarina Manitoba
  • 600 gFarina 00
  • 100 gZucchero
  • 100 gBurro
  • 60 gLievito di birra fresco
  • 1scorza di limone
  • 2 pizzichiSale
  • 3Uova
  • 400 mllatte (tiepido)
  • 1.5 lolio di arachide
  • 2 bustineVanillina

Strumenti

  • 1 Impastatrice
  • 1 Ciotola da 40 cm
  • 1 Tegame acciaio con fondo spesso
  • 1 Mestolo manico cilindrico
  • 1 piano per far scolare l’olio in eccesso dopo la frittura
  • 1 Ciotola da utilizzare per cospargere di zucchero i fritti
  • Carta assorbente
  • 1 da portata ampio
  • 1 piano da lavoro removibile

Preparazione

  1. Il vero segreto per la buona riuscita dei fatti fritti o para frittusu è l’accurata lavorazione dell’impasto e la lenta, paziente e lunga lievitazione. I tempi di lievitazione saranno due: il primo nella ciotola e il secondo sul piano da lavoro.

    Ma andiamo con ordine:

    Iniziate preparando tutti gli ingredienti in modo da tenerli a portata di mano. Una volta che tutto sarà pronto fate ammorbidire il burro e sciogliete il lievito in una tazzina di latte tiepido. Grattugiate la scorza del limone e intiepidite il latte.

    Mettete tutti gli ingredienti nella planetaria, tranne il latte. Azionate a velocità lenta utilizzando il gancio e lasciate lavorare fino a quando l’impasto non si staccherà dai bordi, solo a quel punto iniziate ad aggiungere il latte, ma fatelo delicatamente un po’ per volta. Ossia ogni volta che l’impasto avrà assorbito bene la quantità precedente e si sarà staccato dalle pareti.

    Dovrete avere molta pazienza in questa fase ma è indispensabile perché si formi il glutine che a sua volta formerà la maglia glutinica che è il reticolato attraverso il quale le bolle di anidride carbonica liberate dal lievito vengono intrappolate per permettere la lievitazione. Per semplice informazione, il glutine si forma quando le proteine contenute nella farina si legano con l’acqua.

    Ma usciamo dall’aula di chimica e procediamo con la cucina.

    Una volta che l’impasto sarà pronto e lo capirete quando si staccherà completamente dalle pareti, ponetelo nella ciotola e prendetevene cura ancora un po’ lavorandolo a mano per una decina di minuti. Dopodiché coprite con un canovaccio in cotone e una bella coperta calda e lasciatelo riposare in un punto riscaldato per almeno tre ore.

    Al termine del tempo il volume dell’impasto dovrà essere almeno raddoppiato, a questo punto potete procedere facendo le formine. In commercio esistono strumenti ad hoc per fare le ciambelle, personalmente, però ho preferito farle con le mani.

    Ho semplicemente preso un pezzetto di impasto, l’ho rilavorato ripiegando i bordi e lisciandone così la superficie fino ad ottenere una pallina che ho bucato al centro. Potete fare come vi viene meglio, l’importante è che ogni ciambella venga posata delicatamente sul piano da lavoro a una distanza che permetta una nuova lievitazione di almeno il doppio del volume.

    Una volta che le formine sono pronte ricoprite come in precedenza col canovaccio e con la coperta e lasciate lievitare per altre due ore circa.

    Terminata anche questa fase potrete passare alla frittura.

    Versate nel tegame circa un litro e mezzo di olio e mettetelo sul fuoco. Controllate la temperatura e quando l’olio avrà raggiunto il punto di “sfrigolio” prendete le ciambelle e immergetele delicatamente.

    La lievitazione avrà certamente ridotto il buco centrale, per farlo tornare vi basterà allargarlo leggermente con le dita prima di poggiarle nell’olio e mantenerlo infilando il manico del mestolo per evitare che si chiuda di nuovo.

    Lasciate cuocere a fuoco lento, senza fretta, altrimenti rischiate che l’interno non cuocia abbastanza. Girateli con cautela per conservare la caratteristica riga bianca e appena saranno cotti poggiateli sulla carta assorbente per togliere l’olio in eccesso. Successivamente in una ciotola, ricopriteli di zucchero e trasferiteli nel vostro piatto da portata.

    Lasciate intiepidire e gustate in compagnia i vostri fatti fritti o para frittusu, se preferite!

    Buon appetito.

La ricetta é stata realizzata con la insostituibile supervisione di Cinzia…trovate le sue ricette su Instagram #fattodacinzia

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