yartsa gunbu Il fungo-bruco che fa impazzire i Cinesi

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Nella varietà di flora e fauna presente nel singolare eco-sistema dell’altopiano Qinghai-Tibet, nella Cina sud-occidentale, si trova una specie particolarmente affascinante: si tratta del cosiddetto ‘fungo-bruco’. In inverno fa parte della specie animale, ed è una larva, mentre in estate diventa un elemento della flora e si trasforma in fungo.

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In effetti si tratta del risultato derivato dalla relazione parassitaria fra la larva di una falena del genere Thitarodes, ed un fungo parassita. Una spora del fungo parassita germina nella larva sottoterra e si riproduce velocemente traendo nutrimento dalla larva. Una volta che la spora cresce, anche la larva cresce e spunta attraverso il suolo dell’inverno. Allo spuntare della primavera la larva muore per il riscaldamento della temperatura e il fungo spunta dalla testa dell’animale. Quando poi matura, produce altre spore che attraggono altre larve di falena.

Forse per la sua morfologia il fungo-bruco è considerato un importante elemento della medicina tradizionale tibetana in cui vanta una lunga storia. Recenti ricerche hanno dimostrato la sua efficacia nel potenziale il sistema immunitario, che ha portato a una forte domanda di questo prodotto naturale.

Nel 2009 ho conosciuto Tashi mentre stava raccogliendo funghi-bruco ai piedi del Monte Innevato Meili nella parte più meridionale dell’Altopiano del Qinghai-Tibet. Tibetano della contea di Deqen, Tashi ha lasciato le scuole elementari per lavorare nel commercio delle pelli di pecora quando aveva soltanto 13 anni. Nei successivi 20 anni le sue impronte sono state impresse su quasi ogni parte abitata del Tibet ed ha accumulato una notevole ricchezza fin da giovane. Aveva guadagnato gran parte del suo denaro raccogliendo funghi-bruco. Una volta ha scaricato il suo raccolto a casa ed è andato di nuovo in montagna per cercarne degli altri prima di venderli. E scoprire soltanto pochi giorni più tardi che il valore della quantità da lui raccolta era salita di valore, pari alla sorprendente cifra di 200.000 yuan.

Tuttavia, il denaro non è mai stata la fonte della sua felicità: appena è diventato piuttosto benestante Tashi si è dato un po’ troppo al bere e alle scommesse, così da sperperare tutti i suoi risparmi. Una volta, dopo essersi ubriacato ed aver ferito qualcuno con un coltello, è stato quasi ucciso per vendetta. Fino a che, cinque anni fa, la sua famiglia lo ha portato in un tempio dove hanno chiesto al Buddha vivente di “scacciare il demonio impadronitosi del suo corpo”. Non appena il Buddha vivente gli ha toccato il capo, Tashi gli si è inginocchiato davanti e ha giurato di smettere di bere e scommettere e da allora non ha effettivamente più toccato alcolici. “Quando ho visto il Buddha vivente seduto lì” ha raccontato “ero così commosso da non riuscire a smettere di piangere”. Durante la nostra conversazione, Tashi ha ripetuto di frequente la parola “commosso” per descrivere le sue emozioni che andavano oltre le parole.

Il Monte innevato Meili si trova accanto alla contea di Deqen della provincia dello Yunnan e della contea di Zogang in Tibet. Qui gli abitanti locali hanno costruito delle baite di legno provvisorie. Dove, specie la notte, il vento soffia attraverso le pinete generando un suono melodico che riecheggia filtrando all’interno delle baite. I prodotti alimentari e le risorse necessarie vengono portate qui con l’aiuto di muli per cui sono molto costose.

“Raccogliere funghi-bruco è stancante” ha detto Tashi. Di soliti i raccoglitori si alzano al mattino presto e non fanno rientro fino a sera, per cui mangiano in cima alle montagne. Spesso debbono attraversare decine di colline in un solo giorno. È un lavoro che richiede tenacia e un occhio osservatore perché il fungo-bruco ha lo stesso aspetto di un certo tipo di erba dove i funghi-bruco si formano, per cui vanno riconosciuti in grandi distese di praterie alpine. I raccoglitori di solito portano con sé delle palette per scavare inginocchiati o accovacciati, per cui si bagnano i pantaloni molto facilmente. Quando poi trovano un fungo-bruco devono pulirlo dal fango con uno spazzolino da denti e asciugarlo al sole per evitare che marcisca. Questo lavoro è svolto sia da uomini che da donne. Una donna precisa può raccoglierne decine ogni giorno. Una tibetana ha protestato parlando con Tashi del fatto che lei ne colleziona di più dei suoi due fratellini messi insieme. Di solito un veterano può trovarne fino a una quarantina al giorno, ma se non si è molto fortunato può capitare di fare ritorno con giusto un paio. Ogni anno la stagione dura soltanto due mesi e il fungo-bruco va diminuendo in quantità tanto più ci si avvicina alla fine della stagione. E, essendo diventato così quotato nel mercato, negli ultimi anno questo prodotto officinale è diventato via via più raro.

La contea di Deqen si trova nel confine fra lo Yunnan e il Tibet ed è stata il centro di commercio dei funghi-bruco fin dai tempi antichi. Ora, senza un mercato specializzato, si trovano venditori per strada, alle portinerie degli alberghi, nei ristoranti e ovunque. Ai commercianti locali non piace fare uso dei trasferimenti elettronici via banca e fanno uso di denaro contante. I distributori portano sacchi di funghi-bruco sulle spalle e i venditori seller trovano lo spazio in cui completare la consegna e il pagamento diretto.

Infatti Deqen è soltanto un centro di distribuzione. E da quando il prezzo del fungo-bruco è salito alle stelle, anche il prezzo di vendita all’ingrosso sale ogni anno. Nel 2010, il costo del tipo di qualità media era di 80.000 yuan al chilo; cifra che nel 2011 è salita a 120.000 yuan. I funghi-bruco raccolti in montagna vengono distribuite dalla contea di Deqen a quella di Zhongdian, quindi nel capoluogo dello Yunnan, Kunming, prima di giungere infine negli scaffali della città costiera sud-orientale di Canton. Quando giungono ai consumatori la media del prezzo è di circa 500 yuan al grammo, quindi più caro dell’oro. Il prezzo dei funghi-bruco di migliore qualità è anche più elevato.

Il prezzo in continuo aumento del fungo-bruco attrae un numero sempre più elevato di raccoglitori. Un’inchiesta rivela che questo prodotto è diventato la fonte di guadagno principale per un terzo dei contadini e dei pastori tibetani. Nel 2004 il fungo-bruco ha contribuito al 70,55 per cento delle entrate totali dei contadini e dei pastori della contea di Lhari e all’82,36 per cento di quelli della contea di Zhagyab. Entrambe le contee sono fra le tre più povere del Tibet. Nelle aree di funghi-bruco nella provincial del Qinghai, l’80 per cento dei pastori locali ottiene delle entrate dai funghi-bruco, pari dal 50 fino all’80 per cento del totale delle entrate dei pastori locali. Oltre all’allevamento degli animali, il fungo-bruco è diventato una fonte primaria e, a volte, la sola, delle entrate dei pastori locali.

A oggi il fungo-bruco non è mai stato coltivato artificialmente. Scavare nel suolo per trovarli naturalmente è il solo modo di raccogliere questo prezioso fungo più costoso dell’oro. Per proteggerlo, il Qinghai e il Tibet hanno avviato un sistema di licenze per limitare il numero dei raccoglitori. Lo stesso vale per lo Yunnan. L’eccessivo sfruttamento del fungo-bruco ne sta causando il sempre più raro ritrovamento, tanto che la specie potrebbe giungere al limite del rischio di estinzione se non saranno prese efficaci misure di prevenzione.

Fonte http://www.chinapictorial.com

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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