Ma i vegani possono bere il vino? 

Ma i vegani possono bere il vino?

Ma i vegani possono bere il vino?
Ma i vegani possono bere il vino?

Il veganismo è una filosofia di vita, basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali, per i bisogni alimentari come per l’abbigliamento, lo spettacolo e tanti altri scopi ancora. La declinazione dietetica del veganismo (detta anche vegetalismo) obbliga a pratiche alimentari basate sull’esclusione di tutti i cibi di origine animale.
Negli ultimi anni sta crescendo in maniera significativa in Italia il numero dei vegani, e ragionando su questo ci è sorta spontaneamente (e con curiosità) una domanda: ma i vegani possono bere il vino? La risposta è: certamente si, a patto che nella produzione dello stesso non siano mai stati utilizzati sostanze di origine animale – ammesse dalle attuali normative e più o meno utilizzate – come le gelatine utilizzate per le chiarifiche, la colla di pesce, l’albumina, la chitina, il sangue di bue ecc.
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certificazione Vegan per il vino

Esiste da poco una certificazione Vegan per il vino, rilasciata dall’Icea di Bologna che, dopo un lungo iter procedurale, ha definito un disciplinare molto preciso che prevede l’eliminazione di ogni sostanza di origine animale nella lavorazione del vino. Il disciplinare voluto da Icea è molto puntuale anche sulle indicazioni da riportare in etichetta, compreso il divieto a ogni riferimento ad abbinamenti con carni, formaggi e uova.
Se un produttore non vuole seguire la strada della certificazione – che lo obbliga a una precisa prassi burocratica e a conseguenti costi – ma vuole indicare comunque un vino per tutti coloro che hanno deciso di vivere cruelty free, può menzionare in etichetta il Regolamento Europeo 1169/11, art. 36 (b), in cui esplicitamente si dice che su base volontaria il produttore può inserire informazioni relative all’idoneità di un alimento per vegetariani e vegani. Una sorta di autocertificazione che può mettere al sicuro il consumatore perché non ci sarà mai vignaiolo così stupido da usufruire di questa dicitura sapendo di non avere i requisiti, dal momento che è quasi assicurato un controllo e una verifica da parte della Repressione Frodi che porterebbe, in caso di dichiarazioni false, a significative sanzioni penali per frode alimentare.

definire un vino Vegan

Volendo provare a definire un vino Vegan possiamo certamente dire che deve provenire da agricoltura biologica o biodinamica certificata; che sia in vigna che in cantina non devono essere state utilizzate sostanze organiche e che la vendemmia delle uve deve essere fatta a mano.
A margine di queste indicazioni è curioso notare la diatriba che riguarda i mezzi da utilizzare per le lavorazioni nel vigneto: da una parte abbiamo le convinzioni di alcuni produttori biodinamici che tornano sempre più prepotentemente a usare il cavallo, abbandonando i trattori; dall’altra abbiamo le convinzioni dei vegani che vorrebbero al contrario l’utilizzo esclusivo del trattore ritenendo deprecabile lo sfruttamento del cavallo a fini lavorativi.
In Italia da qualche mese sono comparsi i primi vini Vegan con certificazione, prodotti dalla Cantina di Aldeno, una struttura cooperativa trentina che associa più di 400 viticoltori: «vini che – spiega il direttore della Cantina Walter Weber – si trovano ad avere oggi tre certificazioni: quella della Doc, quella biologica e, da gennaio, quella vegana. Abbiamo iniziato, per questo primo anno, con una produzione di 15.000 bottiglie che sono state vendute tutte con un’accoglienza molto migliore di quella prevista, al punto che al momento tutto il vino vegano della nostra cantina è già venduto fino al 2016!».

Fonte slowfood.it/slowine/

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vino vegano

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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