Lunga vita a salumi, pesto e ostriche, con alta pressione

Lunga vita a salumi, pesto e ostriche, con alta pressione

Lunga vita a salumi, pesto e ostriche, con alta pressione
Lunga vita a salumi, pesto e ostriche, con alta pressione

Nuova tecnica utilizzata su alimenti presentata a Cibus Tec

L’alta pressione a volte è un bene. A tavola, ad esempio, quando viene utilizzata sugli alimenti che devono superare barriere sanitarie per l’export, come avvenuto per i salumi Dop negli Usa. Ma anche sul pesto nostrano, la salsa guacamole a base di avocado, fino alle ostriche che con questo trattamento durano più tempo a parità di gusto e sicurezza alimentare. Ad illustrare i benefici di questo nuovo trattamento che stabilizza microbiologicamente gli alimenti, in occasione di Cibus Tec, salone internazionale di Parma dedicato all’innovazione tecnologica nel settore agroalimentare, è Michele Morbarigazzi di Hpp Italia.

Nata nel 2014 questa azienda con sede a Traversetolo (Parma) è la prima ad offrire questo servizio per conto terzi e ha tra i traguardi più importanti raggiunti in due anni di attività quello di aver reso possibile l’export negli Stati Uniti di salami a breve stagionatura, come Salame Felino e strolghino di culatello. “Tutte le produzioni tipiche esportate con questo sistema – ha detto il direttore di Assica Davide Calderone – sono andate a buon fine. Eventuali microbi, batteri ed enzimi sono resi inattivi e l’abbattimento dei microrganismi diventa parte integrante di un processo produttivo. Un vero e proprio passepartout sanitario”. Un obiettivo non da poco visto che, secondo dati forniti da Assica, nei primi sei mesi del 2016 l’export globale dei salumi è cresciuto del 7,6% in quantità e del 5,2% in valore per un totale di 649 milioni di euro.

Per ristoratori e chef, il trattamento con alte pressioni facilita anche il distacco completo delle carni dal ‘guscio’ delle aragoste e degli astici, ha detto Morbarigazzi, eliminando eventuali patogeni senza additivi chimici. Idem per le vongole e altri molluschi. Inoltre si rendono più semplici i trasporti internazionali di merce deperibile perché con il corretto packaging una tipicità come il pesto genovese fresco, ma anche la crescenza e la caciotta fresca possono viaggiare lontani. Il trattamento nell’export garantisce “zero listeria” ed è tanto più efficace quanto è più alto il fattore acqua libera nel cibo da stabilizzare, preservando le caratteristiche organolettiche in termini di aromi gusto e colori.

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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